“Una lettura alternativa della questione di genere, per una critica di classe del femminismo”. I video con tutti gli interventi


Questi di seguito sono i video con tutte le relazioni e gli interventi al convegno dal titolo “Una lettura alternativa della questione di genere, per una critica di classe del femminismo” che si è svolto sabato 15 marzo a Roma presso il Roma Scout Center, promosso da L’Interferenza e dall’Associazione Uomini e Donne in Movimento.

Relazione di Giacomo Rotoli
Relazione di Fabrizio Marchi
Brevi risposte di Giacomo Rotoli e Yasmina Pani
Relazione di Andrea Zhok

Relazione di Rino Barnart Della Vecchia

Relazione di Yasmina Pani
Intervento di Giuseppe Tarantini
Intervento di Andrè Siciliani
Intervento di Francesco Miccio
Intervento di Danilo Ruggieri
Intervento di Fabio Nestola
Intervento di Lorenzo Iengo
Intervento di Marcella
Intervento di Luca Massimo Climati
Risposte di Fabrizio Marchi a quesiti posti dal pubblico (1)
Relazione di Antonio Martone
Relazione di Norberto Fragiacomo
Relazione di Armando Ermini
Secondo intervento di Fabio Nestola
Relazione di Fabio Nestola
Intervento di Giuseppe Petrozzi
Secondo intervento di Francesco Miccio
Risposte di Fabrizio Marchi a quesiti posti dal pubblico (2)
Intervento di Vincenzo Spavone

5 commenti per ““Una lettura alternativa della questione di genere, per una critica di classe del femminismo”. I video con tutti gli interventi

  1. Marco Pensante
    13 Aprile 2025 at 16:48

    Il video di RDV si sente malissimo!!!
    Fate qualcosa!!!

    • Fabrizio Marchi
      13 Aprile 2025 at 20:15

      Purtroppo ci sono stati dei problemi tecnici con i video della mattina…Però mi pzre che tutto sommato si senta relativamente bene, all’inizio del video il rumore di sottofondo è più forte, poi si indebolisce…

  2. Ros* lux
    16 Aprile 2025 at 14:42

    Se critica di classe deve essere allora deve partire dall’impatto delle politiche neofemministe sulla lotta sindacale, sui rapporti tra lavoratori e lavoratrici .
    Il ruolo delle dirigenti sindacali neofemministe …il caso di Eliana Como il Ferragni marxismo, la FLC CGIL che pur essendo il sindacato soprattutto delle docenti della scuola pubblica diffonde la propaganda neofemminista, i rapporti dei sindacati di base che indicono gli scioperi a supporto di non NUDM….Promuovendo la diffusione dei
    I falsi storici sull’origine dell’8 Marzo…

    A mio parere la relazione del Prof Zhok e la risposta del Prof Marchi al termine dwl video sono i soli momenti nei quali si accenna ad una critica di classe del neofemminismo .
    Quando il Prof Zhok spiega la differenza tra lotta di classe e lotte identitarie.
    Ancora una volta non si è colta la ratio della propaganda sessista neofemminista che rimuove il tema della (D. Lgs 66/2003) giornata lavorativa legale di 13 ore ed oltre e la settimana lavorativa legale di 48 ore su media quadrimestrale…

    Nulla a riguardo dell’8 marzo data simbolica per lo sciopero per la giornata lavorativa legale proclamato su proposta di Rosa Luxemburg e Clara Zetkin dalla Conferenza internazionale delle Donne Socialiste di Copenaghen del 1910…
    Nulla sulla propaganda neofemminista sul gender pay gap che viene usato come pretesto per rivendicare piu contratti full time per le lavoratrici…Invece che una riduzione della giornata lavorativa legale a 8 ore ( dal 2003 dlgs 66 vige quella di 13 ore) come avveniva in origine l’8 marzo data scelta da Rosa Luxemburg per superare la censura e l”oblio con il simbolismo dei numeri : # 8 / 3 = 8 ore per lavorare 8 ore , 8 ore per la lotta per il socialismo e per amare, 8 ore per dormire …

    Il neofemminismo è un Socialismo’ per imbecilli .

    https://www.quotidianosanita.it/m/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=38103 Ecco allora che lo spettro dei turni di 12 ore si fa strada. Turni non consentiti nell’Italia degli anni venti del novecento diventano la soluzione dei problemi.  

    • Fabrizio Marchi
      16 Aprile 2025 at 16:09

      Scusa Ros*Lux, ma nella mia relazione introduttiva ho parlato eccome del gender pay gap e nell’insieme ho spiegato come il femminismo sia una ideologia innanzitutto inter-classista e sessista. Te la riposto: https://www.linterferenza.info/attpol/il-fantasma-del-patriarcato/ in questa scritta ho fatto anche delle aggiunte successivamente che non c’erano in quella che ho esposto dal vivo che è questa: https://www.youtube.com/watch?v=JVTpZkgVdGQ&t=11s&ab_channel=FabrizioMarchi E aggiungo che anche la relazione del Prof. Antonio Martone, nostro redattore, è stata molto esaustiva e dettagliata nel senso che hai indicato anche te: https://www.youtube.com/watch?v=i0IrRQYuDS4&t=2019s&ab_channel=FabrizioMarchi questa quella cartacea ripresa peraltro anche da Sinistra in Rete (dove, ovviamente, ci sono stati, fra gli altri, anche i soliti scontati commenti dei soliti noti e delle solite note): https://www.linterferenza.info/cultura/la-controrivoluzione-femminista-%e2%80%83/

      • Ros* lux
        17 Aprile 2025 at 7:48

        Premesso che condivido e ritengo importanti gli argomenti esposti nelle relazioni della Conferenza :

        Una lettura alternativa della questione di genere, per una critica di classe del femminismo.
        Vorrei mettere in evidenza che…
        Per chiarire la mistificazione del Gender Pay Gap …Da un punto di vista di classe… si dovrebbe parlare di Gender Wage Gap :
        “Pay is the general term for money given in exchange for work or services, while wages are a specific type of pay that’s based on time worked. ” ( Fonte AI overview Google)

        Il significato di Wage è paga oraria che corrisponde alla definizione di retribuzione nella CCNL in Italia,
        per tanto chiarire chiarire la mistificazione GPGap da un punto di vista di classe è da questo chiarimento
        che bisogna partire.
        Il fatto che in Italia negli ultimi anni il Gender Pay Gap si è ridotto mentre è aumentato l’Indice di Gini ,che misura la diseguaglianza (di classe) dei redditi indica che lo redistribuzione dei redditi è avvenuta a vantaggio delle donne manager,libere professioniste, etc… ovvero non delle lavoratrici che percepiscono retribuzioni orarie (wage) in base alla CCNL ,che sono stagnanti dagli anni 90.

        Questo solo per fare un esempio di come secondo il mio parere andrebbe sviluppata la critica di classe al neofemminismo.

        *Il Neofemminismo è un Socialismo degli Imbecilli*

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