Germania. Contro la sinistra neoliberale. La terza via di Sahra Wagenknecht


9 commenti per “Germania. Contro la sinistra neoliberale. La terza via di Sahra Wagenknecht

  1. Giulio Bonali
    8 Luglio 2024 at 8:22

    Dopo le tragicomiche esperienze, almeno all’ apparenza assai simili, di Tsipras-Varufakis in Grecia e di Podemos in Spagna,credo ch un minimo di prudenza e anche di sana diffidenza sia d’ obbligo.

    Anche quelli predicavano astrattamente (soprattutto in campagna elettorale…) la loro contrarietà alle politiche neoliberiste (cioé secondo loro “ipercapitalistiche”, secondo me capitalistiche tout court in condizioni oggettive nelle quali nessuna minaccia di trasformazioni rivoluzionarie é all’ orizzonte ad imporre ripieghi riformistici al potere dei monopoli finanziari transnazionali) e imperialiste (ma guai ad usare questo preciso e inequivocabile concetto: sa troppo di leninismo!); però nei fatti fecero e fanno l’ esatto contrario (nella misura in cui non sono ancora finiti della pattumiera della …cronaca: sarebbe ridicolo scomodare la parlare per parlare di simili meschinità).

    Non ho letto il libro della Wagenknecht, e confesso che mi ingolosisce assai poco.
    Però vorrei sapere almeno se, al netto dei generici proclami astratti di cui sopra (che inevitabilmente fanno la stessa impressione dei proclami programmatici puntualmente disattesi di tutti i governi “””di sinistra””” di voler combattere l’ evasione fiscale: a questo punto sarebbe meglio se evitassero di prendere un tale beffardo impegno, limitandosi a perseguirlo in silenzio ma per davvero), si impegna oppure no DA SUBITO E “SENZA SE E SENZA MA” PER:
    La fine del genocidio sionista dei Palestinesi (con adeguate non generiche e concrete misure di boicottaggio di Israele e con adeguate proposte di sanzioni a Israele a livello internazionale);
    la fine della guerra di NATO e nazismo ucraino alla Russia (e ai democratici del Donbass e di tutta l’ Ucraina);
    l’ uscita unilaterale e immediata della Germania da EU e NATO.
    Perché senza questo minimo sindacale di impegni concreti a mio parere si tratta sicuramente dell’ ennesima truffa ai danni delle masse lavoratrici (mentre “con” potrebbe comunque esserlo fino a prova PRATICA contraria):

    Grazie per l’ attenzione.

  2. Giulio Bonali
    8 Luglio 2024 at 9:25

    Soprattutto (dimenticavo quello che per me é il criterio decisivo per stabilire se sia possibile dubitare o meno -e solo in questo caso cominciare a prendere CRITICAMENTE in considerazione la Wagenknecht- di essere di fronte all’ ennesimo presa per i fondelli delle massa lavoratrici a pro del capitale monopolistico finanziario fascista o più o meno fascisteggiante!):

    L’ impegno solennissimo e inderogabilissimo a rifiutare qualsiasi alleanza o collaborazione con i nemici del popolo sedicenti “””di sinistra””” e “””antifascisti””” ma in realtà peggiormente di destra e filofascisti di quelli sinceramente di destra e filofascisti (senza virgolette), a scopo di pseudoantifascismo, alla maniera del tragicomico “””nuovo fronte popolare””” francese.

  3. Piero
    8 Luglio 2024 at 16:33

    Le borse sono serene.

    A loro nulla importa se ha vinto il Fronte Popolare.

    Qualcosa significherà…

  4. Yak
    15 Luglio 2024 at 5:21

    L’operazione politica di Sahra parte da un dato di fatto: la Linke ha fallito la sua missione e questo è chiaro già da tempo. Incapace di intercettare il malcontento anche dell’Est del paese, in quella che era la sua base elettorale principale, la Linke ha visto calare elezione dopo elezione i suoi consensi, cambiando anche i suoi connotati politici e diventando un ibrido: una specie di sinistra “piaciona” appiattita su posizioni non tanto dissimili da Verdi e Spd, pur figurando nominalmente all’opposizione. Un percorso e una deriva che ricalcano grosso modo il PRC in Italia. Messa all’indice all’interno del partito non ha potuto fare altro che uscire autonomamente e il confronto in termini elettorali è stato impietoso, a suo favore.

  5. Giulio Bonali
    18 Luglio 2024 at 8:12

    Il fatto che sia stata costretta dai nemici del popolo sempre pronti a sostenere il genocidio sionista dei Palestinesi e il nazismo criminale di guerra e contro l’ umanità della junta di Kiev e non li abbia abbandonati di sua volontà é un’ ulteriore aggravante e rende ancor meno dubbia la sua affinità ai miserabili manutengoli del potere di Tsipras-Varufakis e Podemos.
    Di impietoso nei risultati delle recenti elezioni trovo soprattutto il destino che, anche da parte sua si prospetta per il popolo lavoratore tedesco innanzitutto, e inoltre di altri popoli, come quelli Palestinese e Ucraino.

    • Fabrizio Marchi
      18 Luglio 2024 at 12:13

      Ti riferisci alla Linke, se ho capito bene…

      • Giulio Bonali
        18 Luglio 2024 at 16:03

        Si, per “nemici del popolo sempre pronti, ecc.” intendo la Linke, come France “””Insuomise”””, Tsipravarufakis, Podemos (non dico fare cosa per non essere troppo volgare e prestarmi ad accuse di omofobia) e affini.
        Se, come sostiene Yak, la Wagenknect é stata “messa all’ indice all’ interno della Linke e non ha potuto fare altro che uscirne”, allora é ancor più sicuramente serva di questi spregevoli, miserabilissimi nemici del popolo che se ne fosse uscita sbattendo la porta perché non sopportava più di fare la portatrice d’ acqua (senza offesa per il nobile mestiere del “gregario” del ciclismo sportivo di una volta) a vantaggio di costoro e dei loro burattinai.

        • Fabrizio Marchi
          18 Luglio 2024 at 23:11

          Mah, io non so quali siano le fonti a cui attinge Yak, parlo per quello che leggo in base alle sue interviste, alle sue dichiarazioni ufficiali e soprattutto al suo libro che certamente non è un trattato marxista rivoluzionario ma un onesto programma socialdemocratico (sia pur non radicale ma di questi tempi è già molto…) dal quale sicuramente si evince la sua (di Wagenknecht intendo) critica netta e radicale nei confronti della “sinistra”, sia liberal che radical, e dell’ideologia politicamente corretta. Non mi pare poco. Non mi risulta che sia stata buttata fuori ma si sia separata in seguito ad una lunga discussione al termine della quale era evidente che non aveva più senso per lei restare nella Linke. Alla prima uscita elettorale ha preso il 6,2% (che non è poco) mentre il solito “sinistrame” della Linke con a capo Carola Rachete ha preso il 3%. Mi pare un ottimo risultato da salutare positivamente. Non mi pare di aver visto fino ad ora scivoloni particolari sia in politica interna che in politica estera quindi non vedo la ragione di tanta ostilità. Dopo di che valuteremo di volta in volta. Il nostro compito è quello di accelerare i processi verso “equilibri politici sempre più avanzati”, come si soleva dire una volta, e questo cerchiamo di fare. Mi pare che al momento il partito della Wagenknecht sia l’unica nota fuori dal coro che meriti attenzione. Dopo di che, come dicevo, si vedrà.

          • Giulio Bonali
            19 Luglio 2024 at 19:04

            Visti i precedenti greci, iberici e francesi che citavo (e anche la prolungata convivenza della Wagenknecht con la pseudosinistra imperialistica filoimperialista, filoukronazista, filosionista, un minimo di sana diffidenza mi sembra il minimo sindacale).
            Fin che si é all’ opposizione si promette di tutto e di più.
            I fatti, quando si é al governo, solitamente sono un altro paio di maniche…
            (questo vale tanto per la destra che cerca di mascherarsi da pseudosinistra quanto per la destra che non si vergogna di essere tale).

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