Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Il regista cinematografico Francois Truffaut diceva che nel primo rullo di pellicola veniva impresso cosa uno farà in tutta la propria vita, e se dovessi aprire una finestra sul “cinema vita” di Lorenzo Pellizzari, sentirei fin da subito il rumore discreto di un battito di una macchina da scrivere perché come Fernando Pessoa “doveva scrivere, doveva solo scrivere”, imparando da subito a far parlare e far uscire le immagini in movimento.
La traccia del mio ricordo privato di Lorenzo Pellizzari, che mi ha spinto poi verso “le praterie” dell’amicizia rimasta ancorata nelle lancette del tempo, con la difficoltà di raccontare che cosa è stata la sua vita attraversando le parole degli altri, avvenne non in un cinematografo ma sempre in un momento collettivo: una biblioteca milanese di quartiere.
Nel flusso di memorie, per non correre il rischio di dimenticare, mi sembra doveroso ricordare che in quella occasione venne presentato il libro di Franco Ciusa, “Memoria presente. Fascismo, Antifascismo e Resistenza nel documentario italiano” proprio con introduzione di Lorenzo Pellizzari. Scandagliando la memoria con la loro storia di amicizia, che si è incrociata poi con la mia di storia, con tre storie legate dal “filo rosso” della militanza politica e dall’impegno sociale e amicizia che divenne nel tempo “pietra di montagna” cementificata dal loro gran spessore umano e dai loro valori.
Un altro libro era nato, come i circa ventimila libri, diecimila circa solo sul cinema che Lorenzo Pellizzari teneva in ogni dove nella sua casa milanese. Casa dove ci si confrontava di cinema e politica, dove le sue parole si facevano sempre maiuscole, e le ore ripartivano sempre da zero; quando mi trovavo in quella casa pensavo che in quelle stanze tra libri, carte, ritagli di giornali, e la sua fototeca con quindicimila fotografie di scena (uno dei pochi studiosi di cinema a interessarsi alle fotografie scattate dietro le quinte del cinema italiano), si fosse edificato il socialismo.
Il mio personale film, e quelle istantanee che sono riuscito a trattenere durante le mie “riprese”, su Lorenzo Pellizzari si ferma su tutte le mie cartoline spedite durante i miei percorsi di “attraversamenti” geografici, e spesso pensavo, che quando il postino avrebbe bussato alla sua porta come le avrebbe osservate, riflettute e commentate, e sulla persistenza di quelle immagini statiche sulla retina del suo occhio.
Ora quel “treno”, che aveva cominciato la sua corsa oltre cent’anni fa, si accinge a ripartire, io e Lorenzo siamo già risaliti e in quella attesa che non diventerà ricordo, e poi in corsa osservare dai finestrini i “fotogrammi” che passano, perché adesso “ho imparato a vedere”.
Una serata per ricordare una figura importantissima per la cultura italiana dagli anni 60 ad oggi.
Amante del cinema fin dagli anni universitari diresse con altri il Centro Universitario Cinematografico della Statale.
Divenne redattore del bimestrale “Cinema Nuovo” diretto da Guido Aristarco, che ha sempre considerato il proprio maestro.
Con Adelio Ferrero e Guido Fink, aveva costituito la triplice punta di diamante della rivista negli anni migliori della sua diffusione.
Nel 1976 il trio aveva poi dato luogo a una nuova, subito prestigiosissima nuova rivista specializzata, “Cinema e Cinema”, che si pubblicò a Bologna.
Con l’improvvisa scomparsa di Ferrero, nel 1977, gli subentrò nella direzione del periodico. Ed in memoria del caro amico istitui il Premio annuale dedicato ad Adelio Ferrero, che sarebbe divenuto in un breve volgere di tempo, e a tutt’oggi, il maggior riconoscimento nazionale destinato a giovani aspiranti critici di cinema.
Nel 2002 istitui il festival della critica cinematografica “Ring!”.
Autore di molti testi fondamentali, (uno fra i tanti “Cineromanzo il cinema italiano 1945-1953”) promotore, suggeritore e ideatore di innumerevoli iniziative di cultura cinematografica nell’intera penisola.
Grande appassionato conoscitore e collezionista di fotografie, Pellizzari, dopo aver fatto parte, dal 1998, della giuria di Cliciak, concorso annuale per fotografi di scena, ha donato nel 2016 al Centro Culturale San Biagio di Cesena la sua fototeca privata, ricca di circa 15.000 foto di cinema.
Negli ultimi anni aveva instaurato un ottimo rapporto con la casa editrice Artdigiland, diretta da Silvia Tarquini, curando la riedizione de L’avventura di uno spettatore. Italo Calvino e il cinema, pubblicando Il mio Zavattini. Incontri, persorsi, sopralluoghi, e Il calendario del cinema.
Il suo carattere intransigente veniva smorzato e ammorbidito da un’innata ironia e da una punta di sarcasmo. Tutto ciò gli ha permesso di essere stato un maestro per più generazioni: non soltanto di “mestiere del critico”, ma anche un maestro di vita.
La critica cinematografica come missione
Lorenzo Pellizzari
Con la partecipazione di:
Andrea Pellizzari
Diego Cassani
4 dicembre 2019 ore 21:00
c/o Spazio Ligera
via Padova, 133 – Milano
ingresso gratuito