Una settimana fa la FIFA, cioè la massima organizzazione mondiale del calcio, é stata coinvolta nello scandalo più grande della sua storia, in conseguenza del quale alcuni suoi dirigenti, per la maggior parte rappresentanti del calcio centro-sud americano, hanno già perso la poltrona. Proprio pochi giorni fa si é dimesso il “ras” della FIFA (non c’è altro modo per definirlo…), Joseph “Sepp” Blatter, che era stato appena rieletto per il quarantesimo mandato.
Tutto ciò per mano dell’ FBI e del procuratore generale che segue l’inchiesta, Loretta Linch, che ha denunciato come la corruzione “si estende almeno a due generazioni di funzionari (quindi a partire almeno dal ’90 in poi) che hanno abusato della loro posizione per l’acquisizione di milioni di dollari in tangenti e bustarelle. E’ ampio il numero di persone danneggiate, dai campionati giovanili dei paesi in via di sviluppo, che avrebbero dovuto beneficiare dei ricavi generati dai diritti commerciali che queste organizzazioni percepiscono, ai tifosi di tutto il mondo”. Secondo la Lynch “tutto è iniziato nel 1991, sono anche coinvolti i direttori e i presidenti di confederazioni come la Concacaf e la Conmebol. Ad esempio il presidente della Concacaf ha incassato circa 10 milioni di dollari illegalmente, in molti casi attraverso incontri qui negli Usa”. I dirigenti della Fifa avrebbero intascato tangenti di milioni di dollari per influenzare o determinare la scelta delle sedi dove si svolgono i mondiali (compreso quello tenutosi nel 2010 in Sudafrica) e anche per decidere come e dove si sarebbero svolte le partite.
Il direttore dell’FBI, James Comey, ha dichiarato che “ci siamo concentrati sul sistema tangenti di Sudafrica 2010. Sono state pagate diverse tangenti, nel 2011 tangenti sono state pagate anche per le elezioni presidenziali della Fifa. Questo è solo l’inizio del nostro lavoro, vogliamo continuare a operare per estirpare il male della corruzione nel calcio”.
La vicenda ha sollevato un vespaio, anche per via dei campionati mondiali di calcio del 2018 e del 2022, che si svolgeranno rispettivamente in Russia e nel Qatar (le sedi sono già state ufficialmente designate)
Per quel che riguarda la Russia, è altamente probabile che il campionato mondiale di calcio potrebbe rappresentare l’occasione per l’ennesima ingerenza da parte dell’Occidente negli affari interni russi, come peraltro già avvenuto durante le Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014. Del resto, se non c’è dubbio che le politiche interne russe non siano sempre condivisibili (poco, abbastanza o per nulla, non è questo ora il punto…), è pur vero che stiamo comunque parlando di un grande stato che le politiche aggressive e di destabilizzazione portate avanti dagli USA e dalla NATO nei suoi confronti, hanno spinto sempre più, soprattutto dopo la costruzione dell’Unione Euroasiatica (Russia, Bielorussia e Kazakistan), verso il rafforzamento dei legami non solo economici e commerciali, ma anche politici e militari, con la Cina.
Sarà forse l’ennesimo flop dell’ennesima operazione propagandistica promossa dalle organizzazioni imperialistiche occidentali sotto le false flag della corruzione e simili?
Ripercussioni forse più gravi potrebbero esserci per il Qatar, stato alleato dell’America e per una lunga fase anche finanziatore di alcuni gruppi radicali islamici, complici e protagonisti della mattanza che sta sconvolgendo la Siria da anni.
L’assegnazione della massima competizione calcistica è per questo paese un evento molto importante non solo perché destinato a cambiare la geografia calcistica mondiale ma anche e soprattutto per ciò che quell’evento rappresenterà in termini economici (soprattutto dopo il crollo della Borsa qatariota nel 2014): è evidente che si scatenerà una vera e propria corsa per accaparrarsi gli appalti, dove le imprese a capitale qatariota (maggioranza o misto) faranno la parte del leone, per la realizzazione di strutture e infrastrutture.
Superfluo sottolineare a tal fine il massiccio se non esclusivo utilizzo di manovalanza migrante, proveniente soprattutto dal sud est asiatico. Le condizioni di lavoro (e di sfruttamento) a cui queste persone sono sottoposte sono disumane e i morti per incidenti (sul lavoro) si contano già a migliaia.
Se questo “circo” verrà tolto al Qatar, cosa senz’altro più possibile rispetto alla Russia, si apriranno scenari politici molto più ampi e complessi rispetto al mero spettacolo calcistico.
E’ bene ricordare che chi ha scoperchiato lo scandalo è l’FBI, ed è quindi lecito supporre che tutto ciò non sia casuale.