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Ascoltando un qualsiasi notiziario televisivo o radiofonico che sia, a volte si ha l’impressione che l’occidente sia in guerra (guerra tra l’altro e’ un termine improprio perché essa e’ tale solo se dichiarata da entrambe le parti) con un avversario che avrebbe l’unica colpa di non essere democratico secondo i canoni della stessa democrazia cosi come si manifesta ed esprime in Europa e negli Stati Uniti o comunque in paesi di cultura anglosassone.
Questo ovviamente senza tener conto di stati e nazioni che hanno comunque un complesso e articolato sistema politico istituzionale come ad esempio l’ Iran, che ha sicuramente un sistema teocentrico piu’ che teocratico che non mi azzarderei a definire dittatoriale. Possiamo certo non condividerne la natura o fors’ anche i valori ma e’ comunque figlio di una storia ricca e complessa anche se a volte contradditoria. Ovviamente l’Iran e’ solo un esempio e le suddette considerazioni potrebbero essere valide anche per altri paesi medio orientali o asiatici di cultura non occidentale.
A volte si ha l’impressione che l’occidente combatta solo con le proprie paure, con la propria incapacità ‘ di comprendere l’altro da sé, direi con la sua stessa intolleranza nei confronti di culture diverse, non riesce ad uscire da un eurocentrismo ormai gretto e meschino. E questo penso sia grave perché nel medio lungo periodo qualora non risolva le sue stesse contraddizioni interne ed esterne continuando ipocritamente a considerare ostili stati e comunita nazionali diversi solo perché non omogenei ad un determinato ideale politico culturale dominante(mi preme qui sottolineare solo l’aspetto direi filosofico senza entrare nelle dinamiche politico strategiche dei singoli conflitti), allora sì, forse avra’ veramente perso una guerra che pero’ non si combatte sul campo ma all’interno di una dimensione ideale e reale al tempo stesso, nella dimensione dell’ incontro e non dello scontro, della reciproca comprensione, di una diplomazia politica che seppur nel conflitto riesca a fare l’interesse se non di tutti, comunque di una comunita internazionale
realmente democratica civile e rispettosa delle differenze.