Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Ricordo ancora, quando, in un dicembre di 8 o 9 anni fa, andai a vedere, al cinema d’essai Tiziano, il film _Lo sciacallo-Nightcrawler_ che proponeva il tema etico dei limiti estremi cui può spingersi il “quinto potere”, pur di conseguire successo e denaro. Il racconto verteva proprio sull’attività di un operatore televisivo che cercava di bruciare sul tempo la concorrenza, filmando incidenti stradali quasi nell’istante stesso del loro verificarsi. Ora, mentre quello del film era solo il frutto della fantasia di uno sceneggiatore, premonitrice quanto si voglia ma pur sempre di fantasia si trattava, ieri l’altro, come sapete, a Casal Palocco si è consumato il dramma di una famiglia, che si sarebbe potuto evitare benissimo, soltanto se la sociopatia di cinque inqualificabili ventenni non avesse raggiunto un parossismo disarmante. Adesso, non intendo dilungarmi su commenti moralistici o riflessioni filosofiche sulla generazione di giovani che è nata e cresciuta, incollata agli schermi digitali, tantomeno soffermarmi sulle gravissime motivazioni e azioni compiute da quegli sciagurati, dimostratisi indifferenti alla realtà circostante eccetto qualla virtuale, anche dopo l’omicidio (voglio chiamarlo proprio così, anziché “incidente”), quanto piuttosto interrogarci su quale sarà il destino penale che incomberà sul guidatore: secondo voi, sconterà qualche anno di galera nella “Terra dei Cachi”?
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