Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Mi ritrovo, dopo una lunghissima pausa, ad effettuare discussioni politiche, un tema che mi è sempre stato a cuore è stato quello riguardo alla lotta al femminismo. Francamente ho sempre avuto qualche risentimento nei confronti di quest’ideologia, ho sempre pensato che un movimento del genere sia incompatibile con la lotta di classe e la lotta per i diritti sociali.
In questi giorni mi è capitata una bruttissima esperienza, sono stato cacciato da un gruppo che si definisce comunista, chiamato anche “Odio di classe? Si lo gradisco”, un gruppo dove diversi individui raccontano le ingiustizie subite dai loro datori di lavoro. Ovviamente fanno più che bene ed è un loro sacrosanto diritto protestare contro questo sistema capitalista che crea sempre più diseguaglianza. Con la storia della precarietà, molti datori di lavoro se ne approfittano ed effettuano atti di una meschinità assoluta, come mettere su contratto meno ore di quanto in realtà si lavora, pagamenti in nero, ricatti da parte del datore di lavoro o una delle ingiustizie più comuni che è quella di non rinnovare il contratto per qualche giorno di malattia, una retorica che a mio avviso ricorda quella nazista. Della serie: “ Tu non sei adatto a lavorare? Bene, allora ti tolgo i mezzi con cui puoi sostentarti”. Non vedo nessuna differenza tra questa mentalità e quella di chi vorrebbe eliminare i vari individui “inadatti al lavoro”. Naturalmente su questo piano credo di essere d’accordo al 100%, e credo francamente che la maggioranza dei membri siano in buona fede e che non siano ideologizzati, troppo impegnati a sopravvivere e lavorare che a pensare ai massimi sistemi.
Un giorno, giusto ieri, un individuo posta uno screenshoot di Paolo Diop, dove afferma la seguente frase:” Femminismo, veganesimo, omosessualismo, immigrazionismo, genderismo: quante se ne inventa il capitale – complice il tradimento delle sinistre – per farci perdere di vista la gramsciana lotta di classe verticale tra Servo e Signore, tra sfruttati e sfruttatori.” Premetto di dire che il signor Diop, per come la vedo io, è un individuo che Malcolm X avrebbe definito un “negro da cortile”. A giudicare da quel che ha detto, sembra più una frase complottista che una reale avversione al femminismo; il classico antifemminismo da quattro soldi del tipo “ci vogliono far diventare tutti gay”. Preferisco francamente avere delle idee in base a fatti concreti.
Cosa ho scritto in questo post per essere purgato in questa maniera oscena? Ho per caso detto che il ventennio era un bel periodo? NO. Ho per caso detto che una razza è inferiore a un’altra? NO. Peggio, cari miei, ho scritto qualcosa di scandaloso, e cioè che pur essendo contrario a delegare i lavori domestici alle donne, definire l’intero genere maschile privilegiato, affermare che l’omicidio di una donna sia punibile con pene maggiori rispetto a quello di un uomo, vedere stupri ovunque, affermare che la violenza sia solo maschile, col marxismo ci azzecca poco o nulla.
Giusto qualche anno fa, una folla inferocita ha ammazzato brutalmente un individuo accusato di stupro (senza nemmeno verificare se fosse innocente o meno). Cosa ci azzecca tutto ciò con la giustizia sociale e il marxismo io non lo so. Nelle mie frasi ho anche detto che sono d’accordo con i vari diritti riproduttivi, con l’aborto (e ovviamente a favore della rinuncia di paternità da parte degli uomini) e che non ho naturalmente nessun problema a che le donne svolgano qualsiasi tipo di lavoro (non solo lavori d’ufficio al calduccio, ma anche in cantiere e in miniera con i loro colleghi uomini). Ho diversi contatti femministi e, pur non essendo d’accordo con loro, manteniamo contatti regolarmente. Li ritengo in buona fede in quanto, pur avendo una visione che io ritengo sbagliata, non ti fascistizzano appena muovi mezza critica al femminismo, non vanno in escandescenze se dici che non sei d’accordo sul fatto che tutti gli uomini sono dei privilegiati, al limite si limitano a liquidare tutto con “non la pensano tutte cosi”.
Infatti inizialmente ho anche ricevuto diversi “like”, per questo ritengo sia giusto che la maggioranza degli individui dentro quel gruppo siano in buonafede e non influenzati da nessuna ideologia intellettualoide da borghesi radical chic. Dopo una discussione pacifica con uno che era lì, iniziano a commentare diversi “talebani” (li chiamo cosi perchè è quello che secondo me sono..), iniziano a insultarmi pesantemente, augurandomi la morte, di essere appeso a Piazzale Loreto solamente perchè ero un’ pò titubante nei confronti del femminismo. Io non ritengo tutti i femministi in malafede, ma se uno ti fascistizza appena muovi mezza critica nei confronti della suddetta ideologia, per me quello è in totale malafede. Poi arriva il genio che tira in ballo l’intersezionalismo, e automaticamente scatta il paragone con Salvini e la Lega. L’intersezionalismo per me è totalmente sbagliato, non perchè non ne condivida le lotte, ma per il semplice fatto che razzismo, sessismo e altre discriminazioni, hanno origini completamente diverse; il sessismo viene dalla divisione dei ruoli in base al sesso, mentre il razzismo nasce dal colonialismo. Gli europei, avendo colonizzato l’Africa e i vari continenti, arrivarono a partorire teorie “scientifiche” che volevano dimostrare l’inferiorità di alcune razze, arrivando a creare un sistema che favoriva nettamente i bianchi colonialisti. Infatti in America, un afroamericano, ha un’aspettativa di vita inferiore a quella di un bianco, ha più probabilità di essere ucciso dalla polizia e di essere condannato a pene maggiori, in quanto viene percepito come un individuo pericoloso. Poi sono d’accordo anche io che i deliri politically correct vengono estesi anche al razzismo, come ad esempio le lamentele sulla percentuale di individui di etnia africana alle candidature agli oscar (lo stesso Chris Rock se ne è lamentato, affermando che una volta si lottava per cose serie), oppure pensare che solo i bianchi sono razzisti (in certi posti come ad esempio la Mauritania, so che l’elite arabo berbera utilizza come schiavi gli africani sub Sahariani, siccome però non sono bianchi, nessuno si indigna…), ma un conto è riconoscere i deliri politically correct e un altro è analizzare la realtà. Seppur può esistere un individuo extra europeo che prova risentimento nei confronti della razza bianca e che esiste del razzismo anche tra etnie non caucasiche, non esiste nessun sistema dove i bianchi svolgono le professioni e i mestieri più umili e umilianti, dove ricevono pene maggiori, dove costituiscono la stragrande maggioranza dei morti sul lavoro (in proporzione). Il sessismo d’altro canto, come specificato prima, ha origini completamente diverse, ovvero dalla divisione in ruoli del lavoro, che garantiva vantaggi e svantaggi da ambo le parti. Si può essere d’accordo o meno, ma non è un’oppressione sistematica come quella razzista. Le femministe affermano che le donne venivano trattate dagli uomini come gli africani durante il periodo schiavista; io se fossi un africano mi offenderei e non poco, perché non mi risulta che i bianchi nel periodo schiavista costituissero il 99% delle morti sul lavoro, venissero visti come sacrificabili, e non mi risulta che svolgessero la maggior parte dei lavori più rischiosi e massacranti.
D’altro canto, anche Rosa Luxembourg ha parlato contro le donne borghesi, definendole addirittura peggiori dei loro mariti (cosa che i nostri amici di “Odio di genere? Sì lo gradisco” definirebbero come oppresse dal patriarcato). Riporto la seguente frase: “Il suffragio femminile è un orrore e un abominio per il presente stato capitalista perché dietro ad esso si celano milioni di donne, che rafforzerebbero il nemico interno, la socialdemocrazia rivoluzionaria. Se la questione riguardasse il voto alle donne borghesi, lo stato capitalista potrebbe non aspettarsi nulla se non un effettivo supporto alla reazione. La maggioranza di queste signore borghesi, che agiscono come leonesse nella battaglia contro “le prerogative maschili”, se ottenessero il diritto di voto trotterebbero come docili agnelli nel campo della reazione conservatrice e clericale. Per dirla tutta, sarebbero certamente molto più reazionarie della componente maschile della loro classe. Fatta eccezione per le poche che hanno un lavoro o una professione, le donne borghesi non prendono parte alla produzione sociale. Non sono altro che consumatrici del plusvalore che i loro uomini estorcono al proletariato. Sono parassiti dei parassiti del corpo sociale. E i consumatori sono generalmente più rabbiosi e crudeli degli agenti diretti del dominio e dello sfruttamento di classe nel difendere il loro “diritto” alla vita parassitaria. La storia di tutte le grandi lotte rivoluzionarie ne dà conferma in un modo orribile. Prendiamo la grande Rivoluzione francese. Dopo la caduta dei Giacobini, quando Robespierre fu condotto in catene al patibolo, le nude puttane dell’ebbra vittoriosa borghesia inscenarono per le strade una oscena danza intorno al caduto eroe della Rivoluzione. E nel 1871, a Parigi, quando gli eroici lavoratori della Comune furono sconfitti dalle mitragliatrici ad azionamento manuale, le deliranti femmine borghesi superarono persino i loro bestiali uomini nella loro sanguinosa vendetta contro il soppresso proletariato. Le donne delle classi possidenti difenderanno sempre fanaticamente lo sfruttamento e la schiavitù dei lavoratori da cui ricevono indirettamente i mezzi per la loro esistenza socialmente inutile”.
Insomma, Rosa Luxembourg non è proprio l’ultima arrivata e di sicuro non era una rossobruna (perchè ormai va di moda dire “Sì sono comunisti ma rossobruni”… ). Penso che più a sinistra delle sue idee non si possa essere.
Fonte foto: twitter.com (da Google)