Pubblicità imperat. Come la fica. D’altronde l’equazione è sempre più evidente. Non c’è prodotto che non abbia un riferimento all’organo sessuale femminile, bene primario che, purtroppo – aggiungo – viene catalogato e rappresentato come suscettibile di valutazione economica. Questi i veri perni di ogni sistema economico occidentale: la massificazione del sesso e il suo sfruttamento per fini meramente economici. Tra macchine, verdure, farmaci, elettrodomestici, ecc. ho perso il conto delle pubblicità che legano i suddetti prodotti ad immagini erotiche o comunque di derivazione femminea. Mi mancava il dentifricio, in verità, ma sono stato prontamente accontentato. Per gli uomini alla ricerca di sesso facile non c’è più problema: basta munirsi di pochi euri ed acquistare il magnifico prodotto che miracola il colore dei nostri denti giallognoli, mutandoli in perle bianchissime. Ovidio avrebbe sicuramente scritto un capitolo ulteriore alle sue Metamorfosi. Naturalmente con il nostro sorriso abbagliante le donne non hanno che una scelta: mettersi in fila per cadere nelle nostre braccia. Le domande che mi pongo sono molteplici: alla donna fa piacere venire continuamente utilizzata per scopi commerciali? Perché non c’è nessuna presa di posizione seria di fronte a questo “modus facendi”? Perché vendersi per qualche dollaro in più? È così importante il denaro per annullare completamente la propria persona? Perché non c’è un rifiuto a sottomettersi a questo perverso sistema? Naturalmente e furbescamente i creatori dello spot in questione non si sono fatti mancare nulla, inserendo anche il gay che ammicca all’Adone dal sorriso splendido splendente. Con un dentifricio si sono presi due piccioni. O due fave. In questo contesto è lo stesso.
Carlo Cagnetti