Israele non gradisce

Grave ingerenza dell’ambasciata di Israele in Italia 

Il convegno “Palestina fra diritti negati e prospettive future” ha messo seduti allo stesso tavolo, Ghada Karmi, medico e scrittrice palestinese residente a Londra, Gideon Levy giornalista ebreo israeliano dell’importante quotidiano di Tel Aviv Haaretz, e Wasim  Dahmash, palestinese, da tempo  docente di letteratura araba in Italia.

Presidente dei lavori il professor Fulvio Salimbeni, docente di Storia contemporanea all’Università di Udine, la quale ha riconosciuto i crediti formativi CFU ai propri studenti presenti al convegno.

Alla Tavola rotonda, svoltasi nel pomeriggio, ai relatori del mattino si sono uniti Stephanie Westbrook, attivista per i diritti umani dell’organizzazione B.D.S., statunitense; Fausto Gianelli, coordinatore giuristi democratici di Modena; Widad Tamimi, scrittrice, residente a Lubiana, specializzata in scienze internazionali a Londra, coordinatrice della sessione pomeridiana dei lavori.

Che il nodo irrisolto Palestina Israele sia al centro di ogni vicenda del Vicino Oriente è cosa arcinota e non da oggi, ed è stata proprio la città di Trieste ad ospitare per la prima volta un incontro di tale significato e portata.

L’ospitalità della sala del Museo Revoltella, offerta dal Comune di Trieste, e l’organizzazione del Convegno della quale si è fatta carico l’Associazione promotrice “Salaam Ragazzi dell’Olivo Comitato di Trieste”, hanno permesso al pubblico che gremiva la sala di seguire, anche grazie al sistema di traduzione simultanea, ogni intervento ed ogni passaggio di un dibattito che è stato interamente percepito nonostante la complessità dei temi affrontati e discussi.

Il folto pubblico, assieme a giornalisti della carta stampata e della televisione, che per oltre sei ore, seguendo attentamente, partecipando con domande e commenti, ha reso testimonianza del successo di quello che è stato un vero e proprio evento per la città.

Avremo modo successivamente di entrare nel merito dei contenuti del dibattito che per loro importanza meritano uno spazio a parte.

Al momento è necessario rilevare quanto accaduto a margine del convegno. Prima e dopo lo svolgimento dello stesso.

Nei giorni immediatamente precedenti l’evento si era saputo che un rappresentante di una comunità ebraica aveva cercato di far approvare mozioni volte ad impedirlo. La cosa non aveva sortito alcun effetto e sembrava finita lì.

Invece il 25 novembre, a tre giorni dall’apertura del convegno, l’associazione Salaam Ragazzi dell’Olivo, co-organizzatrice assieme al Comune di Trieste dell’iniziativa,  riceveva dall’Amministrazione comunale la seguente comunicazione:

Gentile Presidente,

con riferimento al convegno in oggetto, in programma sabato 28 novembre all’Auditorium del Museo Revoltella, a seguito della segnalazione da parte dell’Ambasciatore d’Israele della presenza tra i relatori di rappresentanti di gruppi considerati vicini ad alcune organizzazioni terroriste, sono a comunicarLe che l’Amministrazione non intende più partecipare all’evento e ad invitarLa d’ora in poi a non spendere il logo del Comune di Trieste nelle comunicazioni e negli atti inerenti quest’iniziativa. Ciò al fine di non coinvolgere l’Ente in situazioni che possono apparire o risultare contrarie al processo di pace.

Cordialmente.

Fabiana Martini

Incredibilmente i rappresentanti dell’amministrazione comunale invece di rimandare al mittente la smaccata intromissione dell’ambasciatore israeliano nelle faccende interne italiane, assumevano come propria una “segnalazione” i cui contenuti sono a dir poco inverosimili, insultanti e preoccupanti.

Se l’ambasciatore di Israele a Roma ha davvero scritto queste cose egli ignora che i soli a poter formulare accuse sulle attività dei cittadini italiani o altri eventualmente residenti, o cittadini di altri Paesi presenti sul suolo nazionale, sono la magistratura della Repubblica e le forze dell’ordine di questo Paese.

Tuttavia ammesso, e non concesso, che l’ambasciatore israeliano abbia fatto ciò che ha fatto, la cosa avrebbe dovuto riguardare solo lui.

L’aspetto incredibile della faccenda sta nel comportamento dell’amministrazione cittadina la quale asseritamente ha fatto proprie le disposizioni ricevute del Rappresentante di uno Stato estero e le ha messe in pratica.

Entrando nel merito, la lettera del Comune cita la presenza tra i relatori di rappresentanti di gruppi considerati vicini ad alcune organizzazioni terroriste.  

Accusa pesantissima e con estrema leggerezza messa nero su bianco senza il sostegno del benché minimo indizio.

Un’accusa lanciata all’ultimo momento nonostante   l’Amministrazione Comunale conoscesse da mesi la composizione del convegno, le biografie di tutti i relatori essendo state da tempo consegnate al Comune che aveva provveduto a stampare i pieghevoli.

L’informazione diffusa in città, e nel resto d’Italia, era stata quanto mai capillare e da tempo si riscontrava sensibile l’aspettativa per l’evento.

La Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali di Trieste, DIGOS, settimane prima aveva ricevuto tutte le necessarie informazioni direttamente e personalmente dall’Associazione promotrice.

Nonostante ciò, nessuno si era accorto del grave pericolo che la città correva. Ci voleva l’ambasciatore di Tel Aviv ed un’improvvida amministrazione perché la città, svegliatasi di soprassalto un paio di giorni prima, corresse ridicolmente ai ripari?

Aspetto rilevante della questione sta nella conoscenza del testo originale dell’incriminata lettera ricevuta da un Paese straniero che si prefigura come un atto grave d’ingerenza negli affari interni italiani.

L’associazione Salaam Ragazzi dell’Olivo intende chiedere di disporre ufficialmente del testo della lettera dell’ambasciatore di Tel Aviv prima di porre in atto tutte le azioni volte a tutelare la reputazione degli ospiti invitati, la propria quale responsabile del convegno, assieme alla tutela della sovranità e indipendenza nazionale.

Seguiremo la vicenda con attenzione e ne daremo conto non appena ulteriori sviluppi si succederanno.
….

In allegato:

 Palestina tra diritti negati e prospettive future (Convegno Internazionale)

 Lettera ambasciata Tel Aviv

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