La guerra in Ucraina sta producendo all interno dei centri direzionali complessi che orientano e dirigono gli interessi geopolitici del sistema euroatlantico una divisione profonda e del tutto inaspettata, sulla analisi della situazione e sulla conseguente valutazione delle future prospettive di azione degli Usa e del suo fedele apparato esecutivo rappresentato dalla Nato, rispetto all’attacco della Federazione Russa ed alle sue rivendicazioni.
In particolare si è evidenziata una spaccatura sul punto chiave della valutazione del concreto rapporto costi/benefici della linea imposta dalla Casa Bianca, dagli apparati di intelligence, e dai centri di direzione miliare, di una alimentazione dello scontro militare parallelo alla imposizione di un sistema sanzionatorio radicale, sostenuto nella pubblica opinione attraverso un bombardamento mediatico diretto a demonizzare l’ avversario e a delegittimarne qualsiasi possibile ragione rivendicativa.
Questa scelta, letteralmente fallimentare sul terreno economico e di nulla efficacia nell’indebolimento dello sforzo bellico della Federazione russa, sta favorendo un processo recessivo insostenibile per il sistema occidentale già impegnato in una operazione inflattiva di vasta portata necessaria ad assorbire e contenere gli effetti e le conseguenze della esplosione del sistema bancario e finanziario del biennio 2007/2008. Questo sta producendo uno scontro interno di portata crescente di cui le recenti prese di posizione del New York Times, della agenzia Bloomberg, del Washington Post, ed alcune dichiarazioni provenienti dallo stesso FMI, unite ad un silenzio imbarazzato della BCE ed al disagio evidente delle nostre stesse Tecnostrutture e del nostro padronato nazionale, costituiscono una avvisaglia chiarissima.
Siamo nuovamente di fronte ad una forte difficoltà del sistema di governare e dare soluzione alle contraddizioni crescenti, figlie di una involuzione irreversibile dei margini di crescita del sistema.
Fonte foto: Geopop (da Google)