Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Facendo seguito ad un articolo sulla speranza di vita maschile e femminile pubblicato sul sito Uomini Beta http://www.uominibeta.org/articoli/la-premorienza-maschile-e-la-bugia-del-vantaggio-biologico-femminile/ ho voluto approfondire la questione sulla premorienza maschile e femminile in base all’appartenenza sociale tratto dal mio libro “La grande menzogna del femminismo”. (Santiago Gascò Alba)
Differenza dello scarto secondo la classe sociale
Si sa che il benessere influenza in maniera netta la speranza di vita, quel che non si dice è che influenza anche il divario tra i sessi. Nel Terzo Mondo, dove tutti sono soggetti parimenti a condizioni disagevoli e non esistono politiche di genere, la povertà diventa un parificatore eccezionale. Nel mondo occidentale, dove esistono servizi, aiuti sociali e politiche di genere, la povertà diventa penalizzante per gli uomini, al contrario di quanto avviene con la ricchezza. Più si alza il benessere socio-economico più il divario converge, più la classe sociale è povera più il divario s’allarga a danno degli uomini, e questo avviene in ogni angolo del mondo occidentale. In USA a vivere più a lungo sono le donne bianche, seguite dalle nere, poi gli uomini bianchi, per ultimo gli uomini neri. La donna bianca vive solo sette anni in più dell’uomo bianco mentre la donna nera nove in più dell’uomo nero. La donna bianca vive complessivamente quattordici anni in più del maschio nero. In Nuova Zelanda la mortalità maschile dei più disagiati anticipa di 8,8 anni rispetto a quella degli uomini più benestanti, mentre per le donne lo fa solo di 5,9 anni. In Scozia la differenza tra i più ricchi e i più indigenti è di 13,5 anni tra gli uomini e di solo 9 anni tra le donne. Stesse differenze a danno dell’uomo si riscontrano in Canada, tra i ceti più indigenti del Québec. Addirittura nel Regno Unito, mentre nella zona degradata di Calton (Glasgow), detentrice della speranza di vita maschile più bassa di Europa (54 anni), il divario è di 20 anni rispetto alle donne, nelle classi più benestanti (Londra) gli uomini vivono in media 5 anni di più delle donne. Questi dati sono illuminanti: là dove gli uomini e le donne godono della stessa qualità di vita, nei ceti benestanti, la loro speranza di vita tende a convergere (o addirittura gli uomini vivono più a lungo), mentre nelle classi disagiate la speranza di vita tende a divergere a danno degli uomini, sottoposti a maggiori pressioni. Quando s’innalza la qualità della vita per tutti, il presunto vantaggio biologico scompare. Gli uomini benestanti vivono quanto le donne benestanti. Il sesso in difficoltà tra le classi indigenti è quello maschile, non quello femminile! Verità scomode come pugni.
Fonte foto: www.qnm.it (da Google)