E’ morto oggi all’età di 77 anni Domenico Losurdo, forse il più importante studioso del marxismo dopo la fine del PCI, e muore dopo uno straordinario percorso di coerenza politica da iscritto, ora, al piccolo gruppo che si chiama PCI. Ha insegnato filosofia ad Urbino ed il suo percorso di ricerca storico-filosofica sviluppa un preciso itinerario per rafforzare l’autonomia teorica del marxismo. A lungo ha indagato i nessi di continuità tra Hegel e Marx, sia nel metodo dialettico che nella radicale critica al liberalismo che Hegel sviluppa nel sua filosofia del diritto (tra i tanti testi“Hegel, Marx e la tradizione liberale. Libertà, uguaglianza,Stato” 1988). Il suo impegno filologico sul testo hegeliano ma più in generale sulla letteratura marxiana, ne fanno propriamente uno “storico delle idee”, con due fronti fondamentali d’interesse. Da una parte la storia del socialismo novecentesco dal punto di vista della storia del marxismo: con la riabilitazione del cuore staliniano della storia dell’Urss (“Stalin. Storia e critica di una leggenda nera“) e soprattutto, di recente e attraverso contatti diretti con il PCC, emergono le sue positive valutazioni del comunismo e dello Stato cinese (“La sinistra, la Cina e l’imperialismo”), Dall’altra l’avanzamneto ai fenomeni del ‘900 della critica al liberalismo come radice sottorranea dell’aristocratismo, nel libro su Nietzsche, il ribelle aristocratico. Biografia intellettuale e bilancio critico, o nello studio sull’adesione al totalitarismo del più grande filosofo del 900 (“La comunità, la morte, l’Occidente. Heidegger e l’«ideologia della guerra» “). Gli ultimi scritti registrano la crisi finale della sinistra (“La sinistra assente. Crisi, società dello spettacolo, guerra”) confermando sia la sua diagnosi della “superiorità” del marxismo orientale, sia il persistere delle contraddizioni globali nella forma della guerra che aprono spiragli per la rinascita del pensiero comunista (“Il marxismo occidentale. Come nacque, come morì, come può rinascere” ). La sua figura morale di ricercatore e insegnante, saggista e polemista, rappresenta un esempio unico e alternativo al panorama culturale del conformismo italiano e perciò avendo un importante rilievo internazionale con un forte legame e considerazione da parte di studiosi hegeliani e marxisti di tutto il mondo e tedeschi in particolare. Mi è stato guida morale e di studio, lascia un vuoto grande quanto il suo pensiero e la sua affabile umanità.