La notizia, trapelata attraverso le strette maglia della censura vigente di fatto qui in Occidente, del sacrificio di Aaron Bushnell, il giovane militare americano che si é dato fuoco davanti all’ ambasciata israeliana a Washington ed é morto gridando “Palestina libera” fin che ne ha avuto la forza mi ha profondamente colpito.
Come già una decina di anni fa quella dell’ altra giovane americana Rachel Corrie (due nomi ebrei: sarà un caso?), sepolta viva da una ruspa dell’ esercito sionazista di Israele mentre opponeva il suo corpo alla demolizione di una casa di Palestinesi.
Episodi che mi hanno ricordato l’ amicizia e nata negli anni ’50 fra “il pilota di Hiroshima”, Claude Heatherly e il filosofo tedesco Gunther Anders, da cui é nata una interessantissima corrispondenza epistolare sull’ etica, sul rimorso e sul pentimento (i nomadi dedicarono al caso una splendida canzone che linko:
Confesso che il mio odio contro i peggiori nemici dell’ umanità che negli USA hanno la loro sede principale, il loro “centro direzionale”, e anche un’ ampia “base di massa” di straccioni (relativamente) privilegiati xenofobi, fascisteggianti, più o meno coerentemente razzisti, forsennatamente filoimperialisti, che magari espongono la bandiera a stelle strisce sulle roulotte o nelle baracche in cui sono costretti a sopravvivere, tende allora a strabordare indebitamente in un ingiustificabile antiameriKanismo assoluto e acritico.
E pensare che Aaron Bushnell era un pilota dell’ aeronautica militare amerikana, l’ ultimo genere di persona dalla quale ci si aspetterebbe un minimo di sensibilità umana e di etica.
Per fortuna i martiri dell’ umanità Aaron e Raquel (e in altra misura e per altri versi l’ onesto Claude) mi ricordano che anche nei luoghi più fittamente e spregevolmente occupati dal male e dalla disumanità il bene morale può risaltare limpidissimo in tutto il suo splendore, fino all’ estremo del rifiuto di vivere in un modo come questo, che ad essere coerente fino in fondo io stesso dovrei condividere.
Fatti come questi sono boccate di ottimistico ossigeno di fronte a un’ umanità dominata (ma in parte ne é succube convinta, consenziente, egemonizzata in senso gramsciano) da assetti sociali distruttivi che all’ apparenza inesorabilmente tendono a portarla all’ autodistruzione.
Se ancora qualche speranza ci resta é grazie ad eroi come Rachel Corrie e Aaron Bushnell.
Se l’ umanità sopravvivrà a se stessa non dovrà mai dimenticarli e smettere di onorarne la memoria come quanto di più sacro la sua storia conosca.
Fonte foto: da Google