In Venezuela si vota per l’elezione dell’Assemblea Costituente. Totale tranquillità a Caracas

domingo, 30 de julio de 2017

Oggi, 30 luglio si vota in Venezuela per l’elezione dell’Assemblea Nazionale Costituente, che dovrà redigere la nuova Costituzione. Ufficialmente i partiti di opposizione non partecipano a questa elezione e non hanno presentato candidati.

Comunque chiunque poteva candidarsi; era sufficiente iscriversi, tramite Internet nella pagina ufficiale del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), consegnare i documenti richiesti ed infine raccogliere le firme necessarie. Dei 52.055 iscritti sono riusciti a consegnare tutti i documenti 6.120 persone, dei quali 3.546 partecipano alle elezione su base territoriale e 2.574 su base settoriale.

 

Ogni elettore può esprimere un voto per eleggere il candidato della propria circoscrizione di appartenenza ed un altro voto per eleggere un rappresentante del settore al quale appartiene; ogni elettore è inscritto nel registro elettorale in base alla attività o professione.

Dunque i candidati sono 6.120 e saranno eletti 545 rappresentati. Di questi saranno eletti 364 su base territoriale, 8 indigeni, e 173 membri per settore, dei quali 24 studenti, 8 agricoltori e pescatori, 5 imprenditori, 5 disabili, 28 pensionati, 24 rappresentati dei Consigli Comunali (ossia la comunità organizzata) e 79 lavoratori. Gli indigeni eleggeranno i propri rappresentanti il 1 agosto.

Certo che il Venezuela è una strana dittatura! I media occidentali parlano appunto di una dittatura e di un governo dittatoriale del Presidente Maduro. Certamente si potranno fare molte critiche a questo paese, al popolo del Venezuela, al governo, ma la cosa più assurda è parlare di dittatura. Si vota praticamente una o più volte all’anno e soprattutto chiunque può candidarsi e per farlo non deve passare per la segreteria di un partito, o avere raccomandazioni. E’ sufficiente entrare nella pagina Internet del CNE, iscriversi e poi raccogliere le firme necessarie.

Con la nuova Costituzione sicuramente sarà necessario procedere alla elezione di tutti i poteri, a partire dal Presidente della Repubblica. L’elezione presidenziale è prevista per l’autunno 2018, ma molto probabilmente sarà anticipata, dipendendo comunque da quanto tempo dureranno i lavori della Costituente.

L’opposizione ha sempre meno seguito e le sue azioni violente sono sempre più ridotte e circoscritte a ristrette zone dell’est di Caracas e poche altre città. La notte tra il 27 ed il 28 luglio, ci sono stati tentativi di azioni violente alla periferia della Candelaria, nel centro della città di Caracas; il tentativo è stato prontamente represso dalle forze dell’ordine.

L’opposizione ha fallito l’ennesima iniziativa, uno sciopero generale di 48 ore, tra giovedì e venerdì, con percentuali di adesioni infime. Anche l’annunciato “trancazo nacional” indetto per venerdì, ossia il tentativo di paralizzare Caracas e l’intero Venezuela è stato un fiasco totale.

Per l’elezione odierna, i gruppi violenti dell’opposizione, agli ordini soprattutto del deputato Freddy Guevara, vice presidente del Parlamento, hanno comunicato che impediranno con ogni mezzo il voto. Questi sarebbero i democratici, i pacifici manifestanti che hanno come obiettivo impedire alle persone di esprimersi elettoralmente?

Indubbiamente l’iniziativa di questi gruppi violenti potrà avere successo in qualche quartiere ricco di Caracas e qualche altra città, dove hanno un certo seguito. Ieri pomeriggio la Presidente del CNE, Tibisay Lucena, in una conferenza stampa ha comunicato che sono stati installati i seggi nel 94% dei Municipi del paese. Quindi effettivamente potrebbero esserci dei problemi in alcune zone del paese (6% del territorio). Nel caso in cui ci dovessero essere problemi di ordine pubblico, per salvaguardare il diritto al voto, l’elettore che incontrerà problemi nel suo seggio, potrà dirigersi in qualsiasi seggio del suo municipio. Ricordiamo che in Venezuela il voto è elettronico e l’elettore è identificato non solo col documento d’identità, ma anche con la lettura ottica delle impronte digitali, pertanto in linea di principio un elettore potrebbe votare ovunque, e sarebbe sempre scoperto un eventuale tentativo di votare due volte.

Anche nella OEA (OSA), il Presidente Almagro ha sempre meno seguito. Almagro, totalmente al servizio degli interessi dell’oligarchia internazionale ed in particolare statunitense sicuramente non dorme la notte pensando a come attaccare il Venezuela, come convincere la maggioranza dei paesi del continente americano a votare contro la sua immaginaria dittatura di Maduro. Comunque anche in ambito OEA (OSA), ogni giorno che passa i paesi lecchini dell’imperialismo e di Almagro e contrari al Venezuela hanno sempre meno peso; nell’ultima votazione proposta da Almagro solo 13 paesi hanno votato la sua proposta di sanzionare il Venezuela, un numero ben lontano dalla necessaria maggioranza assoluta.

Ovviamente continua l’attacco con ogni mezzo contro contro il popolo; per esempio la banca sta attuando una sorta di “corralito bancario”. I bancomat dispensano al massimo 10.000 bs; tanto per avere una idea, un chilo di pasta nei negozi costa attorno a 13.000 bs, quindi la somma erogata dai bancomat è totalmente insufficiente per fare la spesa; inoltre, per creare malessere nelle persone su 10 Bancomat al massimo due o tre erogano denaro, costringendo le persone a lunghissime file.

In tutti i negozi, ovviamente è possibile pagare con bancomat e carte di credito, ma “stranamente” in questi ultimi tempi tali punti sono lentissimi, creando anche in questo caso lunghe file al momento del pagamento con carte di debito e credito. Infine, va considerato che alcuni prodotti importanti sono venduti solo al mercato nero, dove non sarebbe possibile pagare col bancomat! E’ anche vero che la mafia del mercato nero, pur essendo costituita da venditori abusivi, totalmente illegali, si sta attrezzando con punti di pagamento bancomat! Queste mafie lavorano con la complicità delle grandi imprese produttrici private che ormai distribuiscono i loro prodotti solo attraverso il mercato nero e con la complicità delle banche che permettono di poter disporre di un punto per il pagamento elettronico.

La gente comunque è abituata ai soprusi: da 18 anni è sottomessa a questi attacchi da parte di chi ha il potere, come la banca o le grandi catene di distribuzione, che per creare malessere aprono solo un numero ridotto di casse per pagare; magari in un supermercato ci sono 50 casse, ma alla fine funzionano 4 o 5, con il fine ovviamente di creare malessere nella popolazione. Ovviamente, le grandi imprese della distribuzione il malessere più grande lo producono facendo sparire dagli scaffali i principali prodotti alimentari.

Il governo, fin dai tempi di Chávez ha cercato di rispondere ai problemi creati dalla grande distribuzione con la creazione di negozi e catene di distribuzione statali. Chávez creò i MERCAL, negozi presenti soprattutto nelle aree agricole e nelle periferie delle città; creò i PDVAL, negozi presenti soprattutto nelle città; creò anche un catena di supermercati, denominata “Bicentenario”. Gran parte di questi negozi sono stati smantellati dal Governo di Maduro e sostituiti dai CLAP, ovvero dalla distribuzione degli alimenti casa per casa; la distribuzione è operata direttamente da organi del governo con la collaborazione della comunità organizzata (Consejos comunales).

Il pacco CLAP, che contiene 18/20 Kg di alimenti a prezzo regolato è dunque distribuito direttamente a domicilio; quindi, senza code di nessun genere ed a prezzo bassissimo, questo pacco è consegnato ogni mese a non meno di 6 milioni di famiglie. In Venezuela, grazie anche a questa capillare distribuzione degli alimenti non ci sono problemi di cibo, emergenze umanitarie e gente che muore di fame come vogliono far credere soprattutto i media internazionali.

Ovviamente non vanno minimizzati i problemi del Venezuela, che esistono e sono tanti, ma sono ingigantiti al punto da farli diventare una emergenza umanitaria. E’ totalmente falso: in Venezuela non si muore di fame!

Così come è totalmente falsa l’ennesima notizia lanciata dal deputato Jose Manuel Olivares, che in Twitter ha mostrato una foto, in cui si vedono 8 neonati letteralmente buttati in una cassa e la dicitura “Questo è il reparto maternità dell’ospedale Concepcion Palacios. Il maltratto riguarda perfino i nostri neonati!”.

Twitter del deputato Jose Manuel Olivares

 

La notizia è totalmente falsa. L’ospedale in questione, pubblico e gratuito, è stato totalmente restaurato ed è ottimamente attrezzato; per esempio, possiede 50 incubatrici e meno della metà sono al momento occupate; ossia non c’è nessuna emergenza, la foto è falsa e non riguarda nessun ospedale venezuelano, visto che ad ogni neonato al momento della nascita viene applicato al polso un braccialetto col nome ed i neonati della foto non presentano nessuna identificazione.

Insomma, l’opposizione sta sparando le ultime cartucce prima della definitiva sconfitta. I principali leader hanno già comprato il biglietto aereo per abbandonare il paese. Diosdado Cabello, importante membro del chavismo, nella sua ultima trasmissione televisiva di mercoledì scorso “Con el mazo dando” ha rivelato che anche il deputato Freddy Guevara, un fascista, esponente di primo piano del partito di estrema destra “Voluntad Popular” ha già comprato un biglietto per fuggire all’estero il prossimo 31 luglio. Anche altri “leader” dell’opposizione, come la moglie del fascista Leopoldo Lopez,  attualmente agli arresti domiciliari, ha già abbandonato il paese e si è trasferita con figli e famiglia a Miami.

La lotta per riconquistare il potere da parte degli oppositori, ossia delle classi ricche sembra ormai alla fine. Dopo circa 4 mesi di violenza inaudita, con oltre un centinaio di morti e decine di esseri umani bruciati vivi solamente per essere di colore nero, o indossare una maglietta rossa, migliaia di feriti e danni alla proprietà pubblica e privata per centinaia e centinaia di milioni di dollari, l’opposizione violenta sembra ormai sconfitta. Ovviamente soprattutto in questi momenti, quando si vede persa, può rappresentare grossi pericoli, decidendo di attuare con violenza ancora più inaudita, tipo attentati terroristici e franchi tiratori. Pertanto non è ancora il momento di abbassare la guardia.

Qualcuno comunque dovrà pagare; morti e feriti gridano giustizia ed i principali responsabili di queste violenze sono indubbiamente alcuni dei principali leader di opposizione, come i deputati Freddy Guevara, Miguel Pizarro, Julio Borges, Juan Requesens, Carlos Ocariz, sindaco del Municipio Sucre, uno dei cinque municipi che conformano la Gran Caracas, Ramon Muchacho, sindaco di Chacao, altro municipio che conforma la Gran Caracas, sempre nell’est e tra le zone più ricche del Venezuela, Henrique Capriles, già due volte candidato per l’opposizione alla Presidenza della Repubblica e attuale Governatore dello Stato Miranda. Quest’ultimo ha ormai terminato la sua carriera politica, dato che è stato condannato per corruzione e truffa e non potrà presentarsi a nessun carico di elezione popolare per i prossimi 15 anni.

Questi e tanti altri dovrebbero finire in galera, ma si sa che in Venezuela vige la più totale impunità; va in galera solo il poveraccio che ruba una gallina. I ricchi ed i suoi rappresentanti politici, pur commettendo reati gravissimi, istigazione all’omicidio, bruciare vivi essere umani, o rubare milioni di dollari non finiscono mai in galera. Magari inizialmente scappano in qualche stato canaglia, come gli Stati Uniti, o il Perù, o Costa Rica e dopo qualche anno tornano in patria, tanto la “giustizia” spesso dimentica i reati. E’ il caso, per esempio, del delinquente Nixon Moreno, che tra i tanti reati commessi c’è anche la violenza carnale ai danni di una poliziotta. Nixon Moreno dopo essersi rifugiato nell’Ambasciata (Nunziatura apostolica) di quello stato canaglia che è il Vaticano ed aver ottenuto un salvacondotto per espatriare, nei mesi scorsi è tornato in Venezuela e qua vive indisturbato.

Ovviamente auspichiamo che anche ministri corrotti e funzionari pubblici ladroni siano giudicati dalla giustizia; è sicuramente il caso dell’ex Ministro ed ex Presidente del Metro de Caracas, Haiman El Troudi, attuale deputato del Partito Socialista ed indagato per le tangenti Odebrecht: alla suocera, un tribunale svizzera ha congelato conti in Svizzera per 42 milioni di dollari; il cognato, Baptista Zacarías, è finito arrestato negli USA e la moglie ha varie imprese intestate in Francia e Spagna.

Un altro corrotto che dovrebbe essere giudicato è il deputato del Partito Socialista, German Ferrer, marito del Procuratore Generale Luisa Ortega Diaz; possiede imprese di trasporto aereo con destino verso paradisi fiscali; è presumibilmente implicato in una truffa ai danni di Cadivi, l’ente pubblico che distribuisce alle imprese i dollari dello stato a prezzo preferenziale.

Concludendo, in questo momento la situazione in Venezuela e particolarmente a Caracas è di totale normalità; tutto è tranquillo, come dimostriamo con foto e video (Vedasi)

Fonte: https://umbvrei.blogspot.it/2017/07/in-venezuela-si-vota-per-lelezione.html

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