Il conflitto fra destra nazionalista, populista e capitalista (e imperialista) e “sinistra” ‘’cosmopolita’’ capitalista (e imperialista) statunitense si è concluso con la vittoria della seconda sulla prima. La dura legge dei rapporti di forza non ha tollerato una eccezione nel cuore dell’Impero quindi Trump – volente o nolente – si è confermato per quello che è, cioè l’ennesimo fantoccio di quel sistema a più facce.
Il giornalista Thierry Meyssan, con la ricerca storico-giornalistica Sotto i nostri occhi. La grande menzogna della ‘’Primavera araba’’. Dall’11 settembre a Donald Trump dedicò l’epilogo del libro alla ‘’ribellione di Donald Trump’’. Oggi si è dovuto ricredere proprio nel suo canale, la Rete Voltaire:
‘’In questo lasso di tempo si sono moltiplicati i segnali di abbandono da parte dell’amministrazione Trump della propria politica estera e di difesa, nonché di convergenza con l’imperialismo statunitense. Considerati i metodi di governo del promotore immobiliare, il capovolgimento potrebbe essere solo apparente e destinato a essere rimesso in discussione il 15 febbraio, data di scadenza dell’accordo sul bilancio. Comunque sia, per il momento numerosi elementi inducono a ritenere che Trump abbia rinunciato a realizzare i cambiamenti promessi’’ 1
L’articolo si intitola “Donald Trump costretto a rinunciare?” e mantiene la forma dubitativa. Che cosa ha fatto slittare Trump dalla parte del complesso militar-industriale? La destra alternativa, guidata da Bannon, è ritornata ad essere una costola dei neoconservatori da cui proveniva l’ideologo David Horowitz, il paranoico propagandista della guerra permanente. Tanto l’Alt Right, che sviluppa in termini etnici il vecchio nazionalismo imperialista ‘’yankee’’, quanto i neoconservatori sistematizzarono il loro paradigma ideologico durante la guerra fredda concordando nel ritenere l’URSS il nemico principale. La vera ribellione fu quella dell’economista Paul Craig Roberts, teorico di una alleanza USA – URSS ed ora USA – Federazione russa contro il terzomondismo rivoluzionario, mentre le due correnti guerrafondaie, dal 2001 in poi, videro nell’Iran il nuovo nemico (sostitutivo dell’URSS). La capitolazione di Trump era nell’ordine delle cose.
Che cosa è avvenuto negli ultimi giorni? ‘’C’è stata dunque una nuova impostazione dell’AfriCom, del CentCom e del SouthCom, che autorizza questi comandi supremi a difendere gli interessi, non più del popolo degli Stati Uniti, bensì delle società transnazionali e d’Israele. Da sempre associati a questa politica, i neoconservatori, o almeno uno dei loro esponenti più illustri, sono di ritorno ’’. Israele ha attaccato la Siria, commettendo un atto di pirateria internazionale, mentre Washington ha ripreso l’applicazione del Piano Cebrowski: distruggere le infrastrutture delle nazioni indipendenti che si collocano all’esterno dell’impero capitalista globalizzato. Il conflitto di classe ha assunto una forma inedita: l’imperialismo USA contro gli stati nazionali indipendenti, le borghesie nazionali contro gli antimperialisti.
Il terzomondismo rivoluzionario contro la socialdemocrazia europea
Scrive Meyssan: ‘’Il 24 gennaio il ministro della Difesa, generale Vladimir Padrino, è apparso in televisione circondato dall’intero stato-maggiore per riaffermare l’impegno delle forze armate al servizio della nazione e del presidente costituzionalmente eletto, Nicolas Maduro. Padrino ha poi invitato il presidente a proseguire il dialogo con l’opposizione filo-USA. Le forze armate sono l’unica istituzione efficiente, su cui il Paese fa affidamento’’ 2. Dall’altra parte le milizie cittadine esortano il governo socialdemocratico ad utilizzare le maniere forti contro la fazione ‘’vendi patria’’ della borghesia; nella logica e nel modo di intepretare le cose dei nazionalisti progressisti latino-americani tutto ciò che mina l’integrità della Nazione è fascismo, quindi la base militante del PSUV considera gli oppositori filo-USA alla stregua di nuovi nazifascisti. Nei circoli marxisti sudamericani la caratteristica principale del fascismo non è l’autoritarismo ma l’imperialismo. Il neocolonialismo è, per definizione, anti-nazionalismo. La ‘’sinistra’’ europea, legata ad una analisi riduttiva ed eurocentrica del fascismo, stenta nella comprensione della politica internazionale, è cieca di fronte alla complessità dei fenomeni, diventando così ‘’l’estrema sinistra dell’estrema destra’’ (cit. Jean Bricmont); un Cavallo di Troia della maggiore potenza imperialista.
Gli eurocentrici (1) confondono la Nazione con il nazionalismo, (2) il nazionalismo con il patriottismo e (3) il nazionalismo delle grandi potenze neocoloniali con quello dei paesi esterni al mondo capitalista globalizzato che di fatto, da un certo punto di vista, è una variante autoctona della socialdemocrazia. Negli ultimi anni, la ‘’nuova sinistra’’ ha finito col ritenere “cripto-fascista” qualsiasi richiamo all’indipendenza nazionale creando le basi per lo sbudellamento delle costituzioni democratiche.
I socialisti europei – dagli spagnoli ai laburisti moderati – si sono schierati coni golpisti coprendosi in tal modo di vergogna, mentre la “sinistra patriottica e sovvranista” influenzata dall’ “enigma Bernie Sanders”, e da forze che vanno da Podemos fino alla CGIL italiana, si è rifugiata nell’ipocrisia del ‘’né, né’’; ‘’mai con gli aggrediti, siamo anche noi dalla parte degli USA, ma non dobbiamo esporci troppo’’. Ha ragione lo storico Webster Tarpley: ‘’Sanders è un neoconservatore non propriamente evoluto’’. Il problema è triplice:
- Si ignora la sproporzione delle forze in campo.
- Viene occultata la storia del conflitto e, con essa, la storia stessa del colonialismo occidentale. La neo-sinistra non ha il senso della storia e delle catastrofi sociali e geopolitiche.
- Il governo italiano è parte in causa. La CGIL, così facendo, si ritrova dalla stessa parte di Matteo Salvini e dei neonazisti di CasaPound. I fatti (diceva Lenin) hanno la testa dura.
Sempre secondo Meyssan ‘’I disordini continueranno fino a quando intere città saranno ridotte in macerie. Poco importa che il governo venezuelano sia bolivariano o liberale, che sia filo- o anti-USA. lo scopo non è sostituirlo, ma fiaccare in modo durevole lo Stato. Il processo avviato in Venezuela si estenderà ad altri Paesi del Bacino dei Caraibi, a iniziare dal Nicaragua, fino a che nell’insieme della regione non rimarrà un potere politico degno di questo nome’’ (Ibidem).
https://www.voltairenet.org/article204931.html
2.
https://www.voltairenet.org/article204871.html
Fonte foto: L’Antidiplomatico (da Google)