I talebani stanno cacciando gli USA e le forze della coalizione occidentale dall’Afghanistan. Dopo vent’anni di occupazione militare, gli americani e i loro alleati non solo non sono riusciti a normalizzare la situazione ma hanno gradualmente perso il controllo del territorio.
E’ la conferma che nessuna grande potenza, per quanto militarmente soverchiante, potrà mai imporre ad un popolo il proprio dominio, se quello non lo vuole. E i talebani, piaccia o meno (a me non piacciono neanche un po’…), godono dell’appoggio della gente afghana, altrimenti non sarebbero mai riusciti ad imporre il ritiro alle forze della coalizione. Non c’è esercito – per quanto tecnologicamente sofisticato – che tenga, se un popolo intero non ti vuole.
Non si tratta soltanto di una sconfitta militare, ma anche e soprattutto politica e culturale. Non si può imporre ad una nazione e ad un popolo la propria cultura, la propria visione del mondo e il proprio stile di vita se quel popolo non le vuole e le rifiuta. Tanto più se gliele stai imponendo con le armi, con la “guerra umanitaria”.
Naturalmente, le ragioni dell’occupazione dell’Afghanistan erano di tutt’altra natura (geopolitica) e non certo “umanitarie” ma questa è da tempo la bandiera ideologica che viene sventolata per coprire le guerre imperialiste e neocolonialiste.
E’ una sconfitta dell’imperialismo da parte proprio di quegli stessi talebani che erano stati a suo tempo utilizzati, armati e foraggiati in funzione antisovietica.
Sia chiaro, si tratta di forze oscurantiste, reazionarie, antisocialiste e antidemocratiche, ieri amiche (dell’Occidente), oggi nemiche; sono le contraddizioni del sistema (imperialista). Ma questo è ancora un altro discorso. Del resto, non possiamo certo essere noi a poter decidere da quali forze politiche un popolo sceglie di essere rappresentato.
“L’imperialismo è una tigre di carta”, diceva un tale. Io non lo penso, per la verità. Però penso che in alcuni casi, quando cioè un intero popolo è unito, risoluto e compatto nel respingere le ingerenze straniere, ci sono ben poche possibilità di potergliele imporre.
(Fabrizio Marchi, candidato, come indipendente, alle prossime elezioni amministrative di Roma, con il Partito Comunista guidato da marco Rizzo, come consigliere comunale)
Fonte foto: AGC Communication (da Google)