Ue: con Biden, con i neofascisti e contro Assange

La nuova amministrazione Biden sta ripristinando le antiche alleanze russofobe del clan Clinton (es. neofascisti ucraino-bielorussi) e portando ad una stretta sulla libertà d’informazione: il neofascismo coi tacchi a spillo. Una analisi, aggiornata settimanalmente, sulla politica estera ci aiuterà ad avere chiara la proiezione geopolitica dell’amministrazione democratica: gli eventi si susseguono molto rapidamente, non dobbiamo trascurare nessun aspetto.

 

Biden, Harris ed UE, ovvero il neofascismo coi tacchi a spillo

Il Terzo Comitato dell’ONU incaricato delle questioni sociali, umanitarie e culturali, il 18 novembre nonostante le resistenze euro-statunitensi è riuscita ad approvare la Risoluzione «Combattere la glorificazione del nazismo, neonazismo e altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le contemporanee forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza». La Risoluzione s’è espressa contro le falsificazioni storiche «la vittoria sul nazismo nella Seconda guerra mondiale contribuì alla creazione delle Nazioni Unite, al fine di salvare le future generazioni dal flagello della guerra», lanciando l’allarme per la rinascita del neonazismo nel mondo ed esprimendo «profonda preoccupazione per la glorificazione, in qualsiasi forma, del nazismo, del neonazismo e degli ex membri delle Waffen-SS» 1. Il giornalista Manlio Dinucci, col puntuale articolo All’ONU l’Italia si astiene sul nazismo, è una delle poche voci appartenenti alla sinistra di classe che, senza scendere a compromessi, denuncia i legami dello Stato profondo italiano con l’Ue e la Nato.

Il neonazismo viene definito – correttamente – un ‘’fenomeno contemporaneo’’ ed i movimenti neonazisti (una parte di questi s’identificano con l’Alt Right USA) «alimentano le attuali forme di razzismo, discriminazione razziale, antisemitismo, islamofobia, cristianofobia e relativa intolleranza». La dicotomia fascismo/antifascismo non è superata, al contrario va globalizzata: il fascismo è una forma di servilismo imperialista, come già spiegò Leon Trotsky. Due soli membri hanno dato un voto contrario: gli USA e l’Ucraina neofascista. Su disposizione di Washington, i 29 paesi della Nato si sono astenuti più 27 paesi dell’Ue (21 di questi appartengono alla Nato), Italia compresa: Washington ordina e Conte – né più e né meno degli altri – esegue. L’articolo di Manlio Dinucci chiama in causa l’Ue, rea d’essere uno strumento per la penetrazione neocoloniale americano-sionista:

‘’Dopo essersi distinto per la sua ferocia, l’Azov è stato trasformato in reggimento della Guardia nazionale ucraina, dotato di carri rmati e artiglieria. Ciò che ha conservato è l’emblema, ricalcato da quello delle SS Das Reich, e la formazione ideologica delle reclute modellata su quella nazista. Il reggimento Azov è addestrato da istruttori Usa, trasferiti da Vicenza in Ucraina, affiancati da altri della Nato.. L’Azov è non solo una unità militare, ma un movimento ideologico e politico. Biletsky resta il capo carismatico in particolare per l’organizzazione giovanile, educata all’odio contro i russi e addestrata militarmente. Contemporaneamente, vengono reclutati a Kiev neonazisti da tutta Europa, Italia compresa. L’Ucraina è così divenuta il «vivaio» del rinascente nazismo nel cuore dell’Europa. In tale quadro si inserisce l’astensione dell’Italia, anche nella votazione della Risoluzione all’Assemblea Generale’’ 1

L’amministrazione Biden ripristinerà l’asse USA – Ue – Ucraina contro Mosca, dall’altra parte è già partita l’offensiva contro il giornalismo investigativo. Sottomessi allo Stato profondo USA, i parlamentari europei votano contro il riferimento a Julian Assange cancellandolo dalla relazione sui diritti fondamentali delle Nazioni Unite: unica eccezione il M5S.

 

L’ONU, ha una storia progressista, in quanto organizzazione sovrannazionale va riformata (quanto meno si schiera contro il fascismo e prende in considerazione il caso Assange), l’Ue è un progetto neocoloniale e post-fascista legato al conservatorismo britannico ed alla nascente CIA: è un ‘’mostro politico’’ fin dai primi anni ’50 (CEE 1957). L’imperialismo ‘’cosmopolita’’ euro-statunitense non tollera la Verità. Cerchiamo di capire che cosa sta succedendo in politica estera: USA e Ue, dopo la parentesi nazionalista di Trump, stanno ricostruendo il loro legame Servo (Ue)-Padrone(USA) per una co-gestione imperialista del mondo unipolare: il nemico principale, da un punto di vista geopolitico, torna ad essere la Federazione russa. Leggiamo le dichiarazioni di David Sassoli (giornalista del PD), presidente del Parlamento europeo e traiamo le dovute conclusioni:

‘’Cosa si aspetta da Biden? «Una politica verso il resto del mondo, meno divisiva e più dialogante. Ferma su alcuni principi. E anche un ritorno degli Usa al multilateralismo, che è stato congelato nei quattro anni di Trump». E se «il modello Trump è fallito esattamente perché ha puntato sull’America di chi ce la fa», spiega Sassoli, «il nuovo dialogo Ue-Usa è per i politici che vogliono ricollegare popolo e democrazia e segnare la rotta del XXI secolo».

Ora, dopo la prima fase in cui l’Europa ha messo in campo risorse come mai prima e preso decisioni «fondamentali» sui meccanismi economico-finanziari – dalle regole sugli aiuti di Stato al Patto di stabilità fino al debito comune – Sassoli dice che «dobbiamo pensare al secondo tempo». Come? «La pandemia non si ferma. I cittadini hanno bisogno di essere protetti e la democrazia europea deve compiere passi avanti. Rispetto alla prima fase, che ha segnato forte discontinuità con i metodi liberisti del passato, serve più attenzione alle condizioni materiali delle persone. C’è troppa povertà e non possiamo stare a guardare. Nello stesso tempo, si richiede una riflessione per rafforzare i meccanismi della democrazia europea che deve essere più efficiente: serve un vero governo dell’Europa»’’ 2

Sassoli non conosce la verifica dei documenti: Julian Assange è un giornalista, non lui. Il ‘’governo europeo’’, qualora si realizzasse, accelererà la transizione dal capitalismo finanziario a quello digitale, mentre il problema della disoccupazione verrà affrontato spostando forza lavoro dall’economia reale (prossima ad essere distrutta) al lavoro improduttivo: es. call center. La sinistra di classe aderirà, in parte, all’ideologia post-modernista e, dinanzi alla divisione in due del mondo, abbraccerà la nuova crociata americano-sionista contro il mondo non globalizzato: la nuova socialdemocrazia è bianca ed eurocentrica. Le dinamiche d’accumulazione capitalista trasformeranno il giornalismo nel gigolò permanente dell’Asse NatoUe – Israele, mentre le dissidenze interne saranno silenziate: i dissidenti o incarcerati, oppure fatti passare per matti. La lobby sionista lubrificherà giornalisti neoliberisti chiedendogli di infangare in quanto antisemiti i documentaristi antimperialisti, dall’altra parte le multinazionali del farmaco anglosassoni rilanceranno la guerra multidimensionale antirussa ed anticinese: il vaccino, clinicamente sicuro, sino-russo non arriverà in Europa. L’Ue risponde a questa logica perversa: i profitti prima della salute; la censura prima della sicurezza.

Gli assetti geopolitici stanno mutando rapidamente quindi converrà spostare, nei prossimi giorni, l’attenzione sul Medio Oriente. Con l’assassinio-martirio dello scienziato iraniano Mohsen Fakhrizadeh (molto probabilmente ad opera del MOSSAD), la Siria prima ancora di Teheran torna nel mirino di Washington: Trump è stato terribile, Biden potrebbe scavalcare a destra lui ed Obama. Il futuro da incubo (Agenda ID2020, identificazione digitale, distruzione dei movimenti sociali) che ci aspetta.

https://www.voltairenet.org/article211761.html

https://www.linkiesta.it/2020/11/david-sassoli-joe-biden-asse-usa-ue/

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