La rivolta popolare contro il governo
islamista di Erdogan, un regime eterodiretto dai Fratelli Musulmani, creatura
dell’MI6 britannico, ha portato alla ribalta diversi analisti che hanno
parlato di “rivoluzione colorata” contro un governo multipolare. La
realtà è ben diversa: il Sultano della CIA, dal 2011, sta perseguendo il
compito che gli Stati Uniti gli hanno assegnato, affiancare il Sunnistan
al regime sionista, balcanizzando su basi razzialiste e teocratiche la
regione. Erdogan, che invoca il suo ex socio in affari Soros, è una pedina del
Pentagono.
Il patto fra Erdogan e la CIA contro la Siria
baathista
Il presidente Erdogan, politico neoliberale
ostile ai partiti socialisti e comunisti, ha sempre lasciato carta bianca
all’ambasciata statunitense nel governo del Paese. Nel 2011, stipulò un accordo
segreto con USA e Francia secondo il quale Ankara avrebbe affiancato la Nato
nella “demolizione controllata” della Libia popolare e della Siria
baathista e, in cambio, l’Occidente collettivo avrebbe aiutato i Fratelli
Musulmani a trovare un accordo coi separatisti etnici curdi. L’accordo
prevedeva la costruzione artificiale di un secondo Kosovo nel nord est della
Siria, un protettorato franco-statunitense contro l’Asse sciita della
Resistenza. Il rovesciamento del governo plurale siriano, accompagnato dai
colloqui di pace fra Ankara ed Ocalan, in Turchia, e fra la dittatura islamista
di al-Jolani e le milizie curde che occupano il nord est della Siria, sono due
tappe prestabilite negli accordi del 2011. Erdogan non ha mai dismesso il suo
servilismo nei confronti di Washington.
Prima socio in affari di Soros e Gulen,
successivamente Erdogan ha concordato con la CIA un progetto sub-imperialistico
semi-indipendente. Ma chi è davvero il Sultano di Ankara? Leggiamo da una intervista,
oramai datata, al presidente della Rete Voltaire Thierry Meyssan:
“All’inizio, Erdogan era un
gangster nelle strade di Istanbul. Più tardi entrò nel Milli Görüs, un piccolo gruppo estremista che voleva ripristinare il
califfato turco. Nel 1999, è stato arrestato e incarcerato per avere incitato
un colpo di stato, come Hitler nel 1923. In seguito, disse di aver chiuso con
il Milli Görüs e
essere diventato un democratico. Ha fondato l’AKP e, con l’aiuto degli Stati
Uniti è stato eletto Primo Ministro. Dopo l’inizio della primavera araba –
intendo l’inizio delle operazioni della CIA per distruggere i governi arabi
laici e mettere al potere la fratellanza musulmana – ha deciso di governare da
solo.” 1
Ormai il presidente turco è
soltanto un dittatore anticomunista vecchio stile, ciononostante l’Occidente
collettivo l’ha affiancato al regime sionista nella “guerra irregolare”
contro l’Asse della resistenza.
I comunisti contro la
dittatura islamista di Erdogan
La rivolta popolare contro
il governo dell’AKP rappresenta una reazione interna alla sovversione
islamista, aizzata dalla Confraternita assassina dei Fratelli Musulmani,
che ha trasformato il Vicino Oriente in una pozza di sangue: l’AKP
pagherà a caro prezzo, secondo alcuni analisti antimperialisti russi, il
rovesciamento del governo socialista siriano.
Sulla testata marxista del World
Socialist Web Site (WSWS), leggiamo l’articolo di cronaca redatto dai
giornalisti Barış Demir e Ulaş Ateşçi:
“Il Gruppo Socialista per l’Uguaglianza e il
suo movimento giovanile, i Giovani Studenti Internazionali per l’Uguaglianza
Sociale (JEIIS), sostengono le proteste di massa e i boicottaggi e ne chiedono
l’espansione. I lavoratori devono mobilitarsi per difendere gli studenti e i
diritti democratici, e gli studenti devono sostenere la classe operaia
recandosi nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro.
Grandi masse di lavoratori, di fronte al
peggioramento dell’inflazione, al tenore di vita precario e al crescente
sfruttamento, sono disposte a lottare, ma sono frenate sia dai partiti borghesi
di opposizione che dalle confederazioni sindacali. Le recenti sfide al divieto
di sciopero di Erdoğan da parte dei metalmeccanici e lo scoppio di numerosi
scioperi selvaggi lo dimostrano.” 2
Mentre socialisti e comunisti rischiano la
vita contro la dittatura islamista di Erdogan, i curdi preferiscono festeggiare
il Newroz (il capodanno curdo) dimostrandosi, per l’ennesima volta, un
piede di porco della CIA. Il Partito Comunista di Turchia (TKP),
in prima fila nelle manifestazioni di Istanbul, ha chiesto ai propri militanti
di organizzarsi contro la tirannide dei Fratelli Musulmani:
“La volontà popolare emersa durante la
Resistenza di Gezi non poteva essere messa a tacere nonostante i tentativi
delle forze internazionali o degli stessi alleati dell’AKP; né poteva essere
minata la lotta per la Repubblica, la laicità e l’indipendenza. Inoltre, la
cosiddetta “Primavera araba”, con cui la Resistenza di Gezi è stata
falsamente associata, faceva parte di piani e interventi imperialisti nella
regione, piani in cui l’AKP era sia coinvolta che complice. Nel frattempo,
Soros, spesso menzionato in questo contesto, rappresenta una rete finanziaria
internazionale con cui sia l’AKP che il suo ex alleato, la setta di Fethullah
Gülen, hanno apertamente collaborato per smantellare la Repubblica turca.” 3
Anche nel caso della Rivolta di Gezi Park, i
separatisti curdi stipularono dei vergognosi accordi con l’AKP, voltando
le spalle ai manifestanti massacrati dalle bande islamiste.
La Turchia, nella crisi siriana, ha agito da
Cavallo di Troia della Nato. Erdogan, che rifornisce d’armi Netanyahu ed
al-Jolani, è compartecipe del genocidio palestinese e di quello alawita. Un
dittatore al servizio della controrivoluzione imperialista mondiale.
https://spondasud.it/siria-intervista-thierry-meyssan/
https://www.wsws.org/es/articles/2025/03/25/4958-m25.html
https://www.resistenze.org/sito/te/po/tu/potupc19-027910.htm
Fonte foto: Il Messaggero (da Google)