Foto: www.today.it
Erdogan, solo qualche mese fa, si trovava in un vicolo cieco. L’amico americano che non lo proteggeva dai Curdi (con i quali si era alleato militarmente contro lo stato islamico) vanificando le sue aspirazioni ad un enclave in Siria. L’esercito siriano (protetto dall’aviazione russa) che avanzava e demoliva le bande jihadiste su cui il “sultano” contava tanto per detronizzare Assad. Non solo. La Russia che in seguito ad atti di terrorismo diretti minacciava una dura risposta militare, interrompendo relazioni commerciali e turistiche. E nella Regione l’ostilità di Iran e di Israele. Per non parlare dei conflitti politici e della gravissima situazione sociale ed economica in Patria.
Si rendeva necessario un cambio di rotta nella strategia politica e un repentino capovolgimento nell’azione diplomatica per sfuggire dal vicolo cieco in cui era precipitata la delirante aspirazione alla riesumazione di un impero ottomano (vedi tra l’altro le provocazioni dei “Lupi grigi” nei Paesi asiatici ex sovietici).
Tale processo era già avviato prima del tentato golpe. Le scuse ufficiali a Putin erano state già presentate. Arrestato il militare che aveva ucciso il soldato russo (Erdogan accusa ora la setta di Fethullah Gulen* di aver abbattuto l’aereo e di aver ucciso il soldato russo allo scopo evidente di creare forti tensioni con con la Russia)*. Telefonate di disgelo con il Cremlino. Incontro “amichevole” tra Hassan Rohani* e Erdogan. Rilanciate alla grande le relazioni con l’Iran. Annunciate sette centrali nucleari per lo Stato sciita (va ricordato che Erdogan se ne era infischiato in parte delle sanzioni occidentali contro l’Iran) funzionali alla crescita dell’apparato industriale turco. Riprese le relazioni commerciali e turistiche tra Russia e Turchia e così anche il vecchio progetto del gasdotto Turkish stream. Dialogo con Israele. interesse comune: le fonti energetiche offshore nel mare di Israele e di Gaza. Anche la caduta di Assad non risulta più essenziale* per la “pace” in Medioriente, come auspicato da Putin e ora, obtorto collo, anche da Kerry. Riposizionamento quindi anche con il governo siriano.
La Turchia era già uscita dall’isolamento prima del golpe. Nelle intenzioni dei golpisti, presumibilmente per la maggior parte di provenienza gulenista, si trattava di rompere la luna di miele con la Federazione russa e di instaurare un regime islamista in salsa gulenista e atlantistica. il golpe fallisce perché le mosse dei militari golpisti non solo erano sotto controllo dei servizi segreti turchi e dell’intelligence russa* ma non erano condivisi da una parte consistente delle forze armate.
Non ci sono prove sulla partecipazione di Washington negata con vigore da Barach Obama ma gli indizi sono tanti: dal silenzio durante il golpe (mute anche le cancellerie europee) agli arresti di militari nella base aerea di Incirlink; dal proclama atlantista dei golpisti alla moscia dichiarazione di solidarietà di Obama dopo il fallimento del golpe senza un richiamo all’appoggio politico. Del resto è impensabile che un golpe in uno dei Paesi chiave dello scacchiere Nato possa essere solo “pensato” senza l’assenso della CIA e della Casa Bianc .
Ma ciò che importa è soprattutto il fatto che tale è l’interpretazione di Erdogan, della stampa turca e di grandi masse. Ciò permette un rafforzamento delle misure repressive e l’individuazione di nemici diabolic : gli States e i golpisti “guidati dall’ Imam Gulen” da additare al pubblico disprezzo e a giustificare un giro di vite straordinario che permetta alla Repubblica (vedi Erdogan) di fare pulizia di tutto ciò che sa di laicismo o di Islamismo in versione Gulen (assassinii, arresti, “dimissioni” o “pensioni” forzate) e pianificare un nuovo corso che sembra allontanare definitivamente la Turchia dalle sirene occidentali.
Un terremoto geopolitico di enormi dimensioni simile alla Brexit, un terremoto che assieme alla Brexit sposta il baricentro politico sempre più verso Oriente. Non credo ad una rottura della Turchia con la Nato ma di sicuro ad un allentamento e ad una direzione di marcia tendenzialmente verso la grande Regione asiatica, verso la SCO (Shangay Cooperation Organization)*. Gli States comunque non molleranno la presa, ” La Nato vigilerà sul comportamento democratico della Turchia”*Così il segretario di stato Kerry (ovvio che non sarà questa la preoccupazione reale di Washington). E nessuna stabilità per Erdogan con la rivoluzione curda oltre che all’interno anche alle sue porte. L’avvicinamento alla Russia è motivato sia per avere un maggior peso nella Regione sia per avere un sostegno contro la nascita di una stato curdo. La federazione russa ha un ottimo rapporto con il PYD* che ha anche un Ufficio a Mosca e non credo che intenda contrastare una federazione curda in Turchia ed in Siria che in effetti è l’obiettivo strategico di Ocalan* (bocconi amari che Erdogan e Assad dovranno sopportare se vorranno ‘il sostegno politico e militare russo) . A meno che per pragmatismo politico Putin “venda” i Curdi pur di avere il Turkish Stream … Almeno questa è la speranza di Erdogan ma ciò non avverrà per una molteplicità di motivi che richiedono un altro articolo
NOTE
1)Fethullah Gulen , Imam e ricco faccendiere abita in Pennsylvania dove , secondo i suoi nemici (Erdogan) , ha creato una setta che si è ramificata in Turchia e che è direttamente responsabile del golpe del 15 luglio
2)Gli avversari di Gulen lo accusano di aver fondato uno “stato parallelo” composto dalla sua rete di adepti , uno “stato” che si contrappone allo stato legittimo e democraticamente eletto
3)Hassan Rouhani , Presidente dell’Iran , fa parte del cosiddetto movimento moderato-riformatore
4)John Kerry e Vladimir Putin si sono accordati su un governo di unità nazionale in Siria presieduto da Bashar-Al- Assad . Nessuna opposizione da parte di Erdogan .
5) E’ stato ipotizzato che il monitoraggio delle comunicazioni tra i golpisti sia stato fatto a partire dalla base russa di Latakia in Siria . Vedi in proposito Marco Santopadre ” Ankara accusa la Cia .La Nato cerca alternative a Incirlink ?” Contropiano , luglio 2016
6) SCO : organismo intergovernativo composto da molti Paesi asiatici (tra cui Cina , India , Russia) preposto alla sicurezza dei confini e alla lotta contro il terrorismo . In questi ultimi tempi si è avuto un potenziamento delle relazioni commerciali e produttive
7)vedi Enrico Galoppini ” Intervista ad Aldo Braccio sul tentato golpe in Turchia” Eurasia ,19/7/2016
8) PYD : partito curdo di Unione democratica . Ha aperto nel febbraio di quest’anno un Ufficio di rappresentanza a Mosca
9)Abdullah Ocalan uno dei membri fondatori del PKK(Kurdistan workers’ party) e suo leader , ispiratore ideologico e culturale del movimento curdo di sinistra in Siria