“La bandiera del patriottismo non dovrebbe essere lasciata agli oppressori, dovrebbe appartenere sempre ai rivoluzionari kemalisti.” Ugur Mumcu
La Turchia, per l’ennesima volta, è stata insanguinata da un attentato stragista. Domenica, 13 marzo 2016, una autobomba nel centro di Ankara ha provocato la morte di 27 persone; la Bbc parla di 75 feriti oltre al numero di morti poc’anzi menzionato.
A chi attribuire questa ennesima strage ? Il governo turco punta il dito contro il Pkk, molti giornalisti ‘’non allineati’’ avanzano l’ipotesi d’una operazione false flag ad opera di Erdogan che, così facendo, avrebbe pronta la scusa per invadere il Kurdistan siriano. Una cosa è certa: il governo turco non ha il monopolio del MIT – i servizi segreti – ed al Pkk si sono affiliate altre organizzazioni che, con la scusa della ‘’lotta per l’indipendenza nazionale’’, spesso e volentieri commettono stragi degne del peggior terrorismo jihadista.
E’ il caso dei Falchi della Libertà del Kurdistan (Teyrênbazên Azadiya Kurdistan, TAK), che il 17 febbraio scorso, inizialmente intenti ad attaccare un bus militare, hanno provocato ben 30 morti e 61 feriti. Il giornalista di sinistra Alain Rodier ci comunica che ‘’Il TAK minaccia apertamente di attaccare le zone turistiche e sconsiglia agli stranieri di recarvisi, non garantendo la loro sicurezza’’ 1. Ma per quale ragione una organizzazione armata che si rifà al ‘’marxismo-leninismo’’ mette a repentaglio la vita di civili innocenti ? Continua Rodier: ‘’L’obiettivo è chiaramente quello di colpire l’economia turca, di cui il turismo è una posta fondamentale. Soprattutto dopo che questa industria è già stata gravemente colpita dalle sanzioni russe, seguite alla crisi politica in corso tra Mosca e Ankara’’.
Una cosa è certa: la Turchia negli anni ’60 e ’70 ha visto dei movimenti guerriglieri – quelli guidati da leader come Deniz Germis, Mahir Cayan ed il maoista Ibrahim Kaypakkaya – operare contro la dittatura militare, eppure mai queste organizzazioni armate hanno messo a rischio la vita dei civili.
Qualcuno potrebbe obiettare che ‘’anche Hamas o l’IRA provocano vittime fra i civili, e allora perché criticare solo i curdi?’’. Anche in questo caso, il discorso è molto più complesso: la Turchia ha una tradizione storico-politica che ha sempre visto uniti i due popoli – turco e curdo – contro il comune nemico imperialista, intenti a realizzare il medesimo programma patriottico ed indipendentista. La sinistra rivoluzionaria turca è sempre stata vicina alle istanze nazionali dei curdi; non dimentichiamoci che Deniz Gezmis, durante la sua autodifesa, fece riferimento all’unità dei ‘’popoli di Turchia’’ e non semplicemente ai turchi. Cambia quindi completamente il contesto e il retaggio storico e culturale rispetto all’Irlanda e alla Palestina occupata. Il proletariato curdo e quello turco hanno sempre combattuto insieme; quello irlandese ed inglese no. Non è una differenza di poco conto. Anche per questo la violenza contro i civili del Pkk è molto diversa e certamente meno giustificabile rispetto a quella dell’IRA o dei palestinesi ( che al contrario deve essere necessariamente contestualizzata). Il lettore, per comprendere il fenomeno della lotta armata dei popoli deve partire da lontano inquadrandone l’origine storica e la natura sociale.
Il KCK, organizzazione legata al Pkk, ha definito la strage di febbraio come ‘’una manifestazione onorevole e storica che va difesa’’ 2, eppure le guerriglie marxiste hanno sempre preso di mira obiettivi ben precisi con l’intento di regolare i rapporti di forza contro il nemico di classe. Il ricorso al terrorismo bombarolo – dobbiamo ricordare agli ultras di queste organizzazioni– fa parte della tradizione neofascista e dell’ estrema destra. Le Farc colombiane, il Fpl palestinese o i naxaliti indiani non risulta che abbiano mai ripiegato su soluzioni stragiste. Come sperano i comunisti curdi di ottenere l’appoggio dei lavoratori turchi se optano su soluzioni molto simili a quelle dei Lupi Grigi ?
La causa curda è sacrosanta eppure altrettanto legittima è la difesa dell’integrità nazionale della Turchia. In realtà, l’obiettivo strategico – per qualsiasi antimperialista – sarebbe quello di unire i due popoli, quello turco e quello curdo, contro il duplice nemico: l’autocrazia islamista di Erdogan e il separatismo etnico non a caso incoraggiato dalle potenze occidentali. Solo in questo modo i curdi otterrebbero il pieno riconoscimento dei propri legittimi diritti nazionali, convivendo in pace (magari uniti in una propria Confederazione ) con i popoli della regione.
Domanda: perché le organizzazioni curde – fra cui lo stesso Pkk – non hanno appoggiato la rivolta di Gezi Park dove il popolo turco ha dimostrato tutto il suo coraggio contro la dittatura dei Fratelli Musulmani ? Il giornalista comunista curdo, Ozkan Oztas, sostiene che ‘’Mentre il partito di Erdoğan mirava a distruggere tutto il patrimonio progressista e laico della Prima Repubblica, il Movimento Nazionalista Curdo ha sostenuto Erdoğan. Il patrimonio patriottico e razionalista della Turchia è stato effettivamente liquidato con l’appoggio di questo Movimento che ha tradito Gezi Park e non si è opposto all’islamizzazione, legittimandosi con un volgare antikemalismo’’ 3. Allora, se così stanno le cose ( e a sostenere quesa tesi è un membro del Partito comunista turco ), c’era spazio per la dirigenza del Pkk nel progetto islamista di Erdogan ? Il Pkk sarebbe passato dal marxismo-leninismo al neo-liberismo ?
Molti giornalisti occidentali, dimostrando scarsissime conoscenze, definiscono Erdogan come un ‘’neokemalista’’. In realtà Mustafa Kemal liberò i popoli della Turchia – quindi anche il popolo curdo – dall’oscurantismo islamista ottomano, avvicinando la moderna Turchia all’Unione Sovietica. Ataturk è per i turchi tutto quello che Nasser è per gli egiziani: un nazionalista indipendente, legato certamente ad alcune fazioni della borghesia nazionale ma in rotta di collisione con l’imperialismo. Nulla a che vedere e a che spartire con l’Islam politico e la ‘’erdoganizzazione’’ dell’attuale Turchia.
Negli anni ’80 il MIT utilizzò gli Hezbullah turchi, islamisti simili agli attuali jihadisti, contro i marxisti curdi spingendo questi ultimi fra le braccia del separatismo. Nei primi anni ’90, secondo il giornalista socialista Ugum Mumcu, l’involuzione del Pkk era completa: ‘’Se i Curdi stanno portando avanti una guerra d’indipendenza contro l’imperialismo, cosa fanno la Cia e il Mossad in mezzo a loro? O forse che la Cia e il Mossad hanno iniziato a lottare contro l’imperialismo ed il resto del mondo non ne sa nulla?’’ 4. Nel 1993 Mumcu propose una analisi coraggiosa e – come i suoi libri dimostrano – molto documentata. Sarà un caso che, poco dopo, verrà assassinato dal Mossad israeliano, sempre presente quando si tratta di uccidere dissidenti scomodi, per conto di regimi autocratici ? Che interessi ha Israele ad appoggiare il progetto di un Kurdistan ‘’indipendente’’ ?
Il quesito è ancora attuale: tutti i sinceri democratici hanno appoggiato i curdi di Kobane contro Daesh, ma se l’YPG è davvero una forza antimperialista perché si è dichiarata favorevole alla costruzione di una base militare Usa nella regione ? Faccio notare che il parallelismo storico con Lenin che viene strumentalmente sostenuto in chiave antirussa dall’imperialismo tedesco non regge: Lenin accettò l’aiuto di una potenza capitalistica mentre era in corso un conflitto mondiale che la vedeva perdente; al contrario gli Usa sono attualmente la principale potenza imperialista del mondo, oggettivamente il primo nemico per i popoli che lottano per la propria indipendenza. La collaborazione con gli Stati Uniti e con Israele è un discrimine: la lotta dell’YPG, in seguito a questi accordi, rischia di essere compromessa e tradita nello stesso tempo.
In Italia, il giornalista Fulvio Grimaldi, sembra avallare questa tesi: ‘’Rimane l’interrogativo, l’YPG curdo che combatte sotto copertura aerea russa è d’accordo con l’YPG che spiana la strada all’intervento diretto Usa?’’ 5. Le fonti giornalistiche, fino a questo momento, sembrano inchiodare l’YPG. Nel sito della Rete Voltaire è stato addirittura pubblicato il decreto di ‘’curdizzazione forzata’’ del Kurdistan siriano 6: come si pongono i ‘’fans del Rojava’’ rispetto a questo documento ?
Thierry Meyssan aveva, fra le tante cose, svelato i rapporti fra alcune fazioni curde ed i ribelli siriani dell’ELS: ‘’A metà ottobre 2015, in risposta alla campagna russa contro i jihadisti, la CIA ha creato le «Forze democratiche siriane», presentate come un’alleanza di curdi siriani e di «ribelli». In realtà, le FDS sono una nuova etichetta del YPG (le forze curde finora fedeli a Damasco), a cui sono stati aggiunti alcuni alibi arabi’’. Come ci si può dichiarare antimperialisti e poi combattere, fianco a fianco, coi ‘’ribelli’’ armati dalla CIA ?
Anche i comunisti palestinesi hanno preso le distanze dall’YPG per questa identica ragione: ‘’ L’America è il nemico dei popoli! Il popolo curdo non può essere liberato con le armi statunitensi!’’ 7. Per i ‘’fans’’ del Rojava, la posizione del Fronte popolare di liberazione palestinese non conta niente ? Che interessi ci sono dietro la curdofilia – o curdomania – della falsa sinistra occidentale? La causa curda rischia di essere egemonizzata dalle Organizzazioni non governative ( ONG ) ? La domanda è impegnativa ma, arrivati a questo punto, è legittimo porla: come mai una buona parte del mondo accademico la sostiene con tanta enfasi (non fui così con la causa irlandese, anzi…)? I neoliberisti, tutto ad un tratto, hanno scoperto di essere diventati “buoni’’? Difficile a credersi, dati i precedenti.
Una cosa è certa: ieri sono morti 27 cittadini turchi, nessuno gli ha espresso solidarietà. Evidentemente Ankara, rispetto a Parigi, è troppo lontana dal cuore degli europei. La Turchia si sta trasformando in un lago di sangue ma per il suo popolo pare non esserci nessuna pietà. Meditassero i benpensanti di sinistra: chi criminalizza i popoli assolve sempre i veri colpevoli.
http://www.ossin.org/turchia/1940-turchia-la-guerriglia-curda-cresce-di-intensita
http://haber.sol.org.tr/turkiye/kckden-ankara-saldirisi-aciklamasi-her-acidan-sahiplenilecek-ve-onur-duyulacak-tarihsel-bir
http://zecchinellistefano.blogspot.it/2016/03/il-popolo-curdo-si-arrendera-mentre.html
http://www.pressenza.com/it/2013/01/20-anni-fa-assassinavano-ugur-mumcu/
http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/02/egitto-aleppo-manovra-tenaglia-la-siria.html
http://www.voltairenet.org/article189153.html
http://kanafani.it/?p=947