La Corte Suprema degli Stati Uniti, il Primo
Luglio 2024, ha sancito ciò che il World Socialist Web Site (WSWS)
ha definito “la controrivoluzione del Primo Luglio”, ovvero ha decretato
la possibilità, da parte del presidente statunitense, di poter liberamente
assassinare gli oppositori politici. Scrive, su Twitter, lo storico marxista
David North:
“Dal 30 giugno al 1 luglio 1934, Hitler
ordinò l’assassinio di centinaia di suoi oppositori politici durante la
“Notte dei lunghi coltelli”. Novant’anni dopo, il 1 luglio 2024, i
sei fascisti del #SupremeCourt
hanno dato al presidente la licenza di uccidere chi vuole negli Stati Uniti.” 1
Già Obama, con la “lista degli assassinii”,
decretò questa opzione politica che, adesso, è parte integrante del sistema
giuridico USA e si estende anche agli oppositori politici interni col plauso
dell’FBI. Nello specifico, la Corte ha decretato che “Il presidente ha la
possibilità di sbarazzarsi del procuratore generale, ad esempio, assassinandolo
con avvelenamento.” 1 Il complesso militare-industriale USA, su
pressione della lobby israeliana, sta preparando la vittoria di Trump/Netanyahu
in vista del rilancio della dottrina della “guerra eterna” contro la
Repubblica Islamica dell’Iran. Scrive il giornalista Tom Mackaman, sul WSWS,
in rapporto al consolidamento del nuovo fascismo-evangelico USA:
“La Corte Suprema ha emesso il suo verdetto.
Determina che il presidente americano è al di sopra della legge. Uno stato
permanente di poteri dittatoriali circonda l’occupante della Casa Bianca,
simile all’autorità che gli stati fascisti del secolo scorso concentravano in
Mussolini e Hitler. Agendo nell’ambito dei “doveri ufficiali”, non c’è nulla
che il presidente non possa fare.” (Ibidem)
Intervistato da un giornalista sulla sua
opposizione invertebrata a Donald Trump, il demente senile Joe Biden ha
risposto “Ho fatto un sacco di altre
cose, come guerre in tutto il mondo.”, la replica perfetta d’un moderno Gustav Noske il quale, con cinismo e
nell’indifferenza, ha portato il mondo sull’orlo della catastrofe
termonucleare. Biden, un neoliberale senza spina dorsale, s’è rivelato il fantoccio
della lobby anti-russa del Pentagono; la nuova Operazione Barbarossa,
cioè il golpe nazista di Piazza Maidan del 2014, “coi tacchi a spillo”.
Trump, appoggiato dalla lobby sionista, cambierà la proiezione geopolitica
della dottrina della “guerra eterna” perseguendo la balcanizzazione
dell’Iran, un progetto terroristico iniziato nel gennaio 2020 con l’assassinio
del generale-martire QasemSoleimani.
Il sionista-revisionista
Netanyahu, davanti al Congresso, prepara l’invasione del Libano
Il dittatore post-moderno
più pericoloso del pianeta, Netanyahu, è stato accolto dal Congresso, scortato
dalle milizie sioniste dell’AIPAC. Non è soltanto una operazione contro la
fazione “dem” del deep state, ma anche un sostegno alla
continuazione del massacro di Gaza. Il genocidio, per Washington e Tel Aviv, è
una mera opzione politica: i “democratici” hanno contemplato l’annichilimento delle
popolazioni russofone del Donbass; i “repubblicani” perseguono lo sterminio dei
palestinesi, non soltanto di Gaza. Come disse Hugo Chavez “Israele è un
braccio assassino dell’Impero USA”.I lobbisti israeliani, d’origine
caucasica quindi non semiti, accusano gli oppositori di Netanyahu d’essere
“antisemiti”, nonostante ciò non disdegnano la cooperazione politica e
militare, in Ucraina, con gli eredi di Stephan Bandera, in Sudamerica coi nuovi
ustascia e negli USA col Ku Klux Klan; Israele è il Paese della Grande
Bugia, con un sistema di Propaganda articolato e complesso, dai
social network al giornalismo lubrificato, il quale considera l’uomo un “animale
hackerabile”.
Qual è l’obiettivo di
Netanyahu: scongiurare un golpe interno, proiettando l’Armageddon nel cuore del
mondo musulmano. Un piano delinquenziale che non distingue più fra sciiti e
sunniti, Collaborazioni e Resistenti (pensiamo alle ultime
elezioni iraniane), ma riafferma il Sionismo come ideologia di Stato della
borghesia imperialista USA. Israele potrebbe provocare un cataclisma.
Il viaggio del fascista-sionista
Netanyahu, negli USA, è funzionale a preparare l’aggressione imperialistica al
Libano, la demolizione controllata di uno Stato nazionale ed il
confronto militare con la guerriglia asimmetrica degli Hezbollah,
milizia islamica-patriottica. Una congiuntura storica e politica che,
analizzata in una prospettiva marxista, non tollera ambiguità: le forze
antimperialiste devono schierarsi militarmente con gli Hezbollah, per la
difesa incondizionata del Libano.
Scrive l’analista strategico
Alfredo Jalife-Rahme:
“Il Comitato
sionista-americano per gli Affari Pubblici si è introdotto nell’AIPAC, gruppo
di pressione che esercita una notevole influenza sul potere esecutivo e
legislativo negli Stati Uniti. L’AIPAC è considerato il gruppo di pressione più
potente nella pletora di organizzazioni pro-Israele che pullulano negli Stati
Uniti. L’AIPAC si vanta di rappresentare «oltre tre milioni (sic) di americani
pro-Israele in ogni distretto congressuale per rafforzare il sostegno
bipartisan nelle relazioni degli Stati Uniti con Israele». L’AIPAC si descrive
come la «più grande lobby pro-Israele» che offre le più cospicue risorse (sic)
direttamente ai candidati: il 98% dei candidati sostenuti nel 2022 ha vinto le
elezioni generali!” 2
Perfino una parte del mondo
sionista, la fazione “liberale” della lobby israeliana, è preoccupata:
“Secondo Rete Voltaire [8], una pletora di personalità
israeliane condannano sul New York Times la visita di Netanyahu:
David Harel (presidente dell’Accademia israeliana delle scienze e delle scienze
umane), Tamir Pardo (ex direttore del Mossad), Talia Sasson (ex direttrice del
Dipartimento per i compiti speciali della Procura di Stato), Ehud Barak (ex
primo ministro), Aaron Ciechanoveret (premio Nobel per la chimica) e David
Grossman (romanziere e saggista) per citarne alcuni.”
Il demente senile Biden e la
“sinistra invertebrata” (cit. Perry Anderson) occidentale, accelerando
la transizione ad una nuova Architettura di potere, hanno rafforzato l’
Hitler del nostro tempo: Netanyahu (del resto gode dell’ammirazione
dell’estrema destra mondiale). Un sentiero oscuro che dal neoliberismo conduce,
senza mezzi termini, al Global fascismo di Davos monopolizzato dagli
Stati Uniti e dall’entità sionista. La lobby israeliana è, a detta di analisti
del calibro di Alfredo Jalife-Rahme e del sociologo marxista James Petras, “uno
Stato nello Stato”.
Fonte foto: The Times of Israel (da Google)