Lo scontro fra Donald Trump ed il complesso militar-industriale USA è il conflitto fra i sostenitori di una concezione tradizionale del colonialismo – con tanto di sfruttamento delle risorse naturali e della forza lavoro – e i neoconservatori. Il piano di questi ultimi (neocons), sistematizzato da David Horowitz (nella foto sotto), teorico della guerra permanente, prevede la distruzione del mondo non globalizzato favorendo la nascita di una moltitudine di Stati etnici, neo-totalitari e post-democratici. Una prospettiva geopolitica che va ben oltre il colonialismo inglese, il fascismo europeo ed il sionismo israeliano, soltanto uno studio dettagliato dei dispacci d’intelligence permette ai governi democratici di fronteggiare alcune manovre.
Il colonialismo dei tempi andati e la Ri-Colonizzazione del mondo è ciò che Marx definì ‘’la vecchia merda del regime precedente’’, seppur il piano di Trump – nei confronti di Russia, Siria, Iran e Venezuela – sembrerebbe meno irrazionale. La CIA ha mondializzato la guerra di classe neei secoli scorsi, se ne sono accorti tutti tranne la socialdemocrazia europea apertamente schierata contro i principi dell’indipendenza degli stati nazionali, della sovranità economica e dell’ internazionalismo antimperialista. La guerra contro il nazionalismo progressista ed anti-imperialista venezuelano smaschera l’evidenza: globalismi e populismi reazionari si uniscono quando si tratta di aggredire un paese ostile al neoliberismo. In questo non ci sono particolari differenze fra Marine Le Pen, Salvini, Orban e il ‘’socialista’’ fallito Pedro Sanchez.
Qual è la strategia statunitense? Alcuni analisti di politica internazionale (silenziati dal Giornalismo di regime) hanno pubblicato nuovi documenti di prima mano.
Il canale Wikileaks prosegue l’attività d’informazione nonostante l’ingiusta persecuzione giudiziaria e politica del suo fondatore, Julian Assange. Il CIVG ha ripreso un importante articolo di Ben Norton che ha ripubblicato alcuni stralci dal Manuale del colpo di stato degli Stati Uniti, opuscolo dell’Army Special Operations Forces Unconventional Warfare (Forze Speciali per le Operazioni di Guerra Non convenzionale dell’Esercito): ‘’WikiLeaks ha attirato l’attenzione su una parte intitolata “Strumento Finanziario del Potere Nazionale degli Stati Uniti e Guerra Nonconvenzionale”. Questa sezione delinea come il governo USA, nelle sue stesse parole, usa “armi finanziarie” per condurre “guerre economiche” contro governi stranieri che cercano di perseguire un percorso indipendente’’ 1; ‘’Nel manuale di guerra anticonvenzionale, le Forze per le Operazioni Speciali dell’Esercito (ARSOF) hanno scritto che gli USA “possono usare il potere finanziario come arma in tempi di conflitto per arrivare fino alla guerra generale su vasta scala”. E ha notato che “l’uso attento della forza finanziaria degli Stati Uniti può influenzare le politiche e la cooperazione dei governi statali “- vale a dire, costringere quei governi ad assecondare la politica degli Stati Uniti’’. Le organizzazioni sovranazionali, facenti parte della nuova classe capitalista transnazionale, vengono definite come un’arma della fazione cosmopolita della borghesia USA. Il conflitto fra Trump e la Clinton inerisce alla dicotomia fra una idea ‘’nazionalista’’ del capitalismo e l’ala apolide alleata di ferro della City di Londra. I lavoratori e le masse popolari, così come i governi nemici della globalizzazione non hanno nulla da guadagnare dalla vittoria di una delle due fazioni, perchè il risultato finale non cambierebbe in ogni caso: Washington resta il nemico principale. I “populisti di sinistra” hanno trasformato la (pessima) Ue, protesi “civile” della Nato, nell’avversario più insidioso rendendosi in tal modo sensibili alle infiltrazioni – da non sottovalutare – dell’Alt Right. Con l’imperialismo ‘’yankee’’ non bisogna mai abbassare la guardia.
Il giornalista Israel Shamir ha scritto un articolo eccellente dove ha preso in considerazione la ricomposizione dell’elite USA contro un governo portatore di idee innovative ed anti-sistemiche:
“Si dice spesso che in Occidente esistono due antagonisti, i populisti e i globalisti, e che il presidente Trump è il leader dei populisti. La crisi del Venezuela ha dimostrato che queste due forze si unificano se c’è la possibilità di attaccare e rapinare un paese esterno. Trump viene condannato in patria quando richiama le truppe dall’Afghanistan o dalla Siria, ma viene appoggiato quando minaccia il Venezuela o la Corea del Nord. Può essere sicuro che sarà acclamato da Macron e dalla Merkel e persino dal Washington Post e dal New York Times’’ 2
Sarà per questo motivo che Macron è una sorta di fotocopia del nazi-sionista Bolsonaro? La borghesia si sta sempre più trasformando in una oligarchia parassitaria. Parigi, capitale dell’Illuminismo, si prepara ad importare i metodi di governo di un rozzo militare brasiliano, un personaggio talmente retrogrado e reazionario da considerare indios e omosessuali delle “creature demoniache”. La globalizzazione è riuscita a globalizzare soltanto tre cose: il neo-liberismo anglosassone, il golpismo dell’ultra-destra sudamericana e il cinismo dell’intelligence sionista. I teorici dello Stato Profondo USA (Hungtinton, Luttwak, Horowitz, ecc …) stanno edificando una distopia analoga all’incubo totalitario del celebre saggio di George Orwell: 1984. Nessuna incompetenza, la catastrofe corrisponde ad un piano ben preciso.
In questo scontro il presidente Trump sta subendo l’iniziativa del Partito della Guerra, la sua concezione imperiale delle relazioni internazionali è destinata ad abdicare di fronte al “colonialismo termonucleare” del ventunesimo secolo. Saranno gli stati post-neoliberisti (Russia, Cina ed Iran) ad imporre agli USA nuovi rapporti di forza globali e – per quanto gli USA si ritengano ultra-potenti – interni.
http://www.civg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1434:obiettivo-venezuela-un-documento-interno-del-governo-usa-delinea-il-programma-di-guerra-economica-in-venezuela&catid=2:non-categorizzato
https://comedonchisciotte.org/affamare-il-venezuela-fino-alla-sottomissione/
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