Il confronto fra il demente senile Biden e lo
psicotico Trump ha messo in risalto la morte cerebrale dell’establishment
statunitense, un “comitato d’affari” nelle mani del complesso
militare-industriale nella programmazione della dottrina delle “guerre
eterne”. Entrambi guerrafondai, cambia soltanto la vocazione unilaterale
preordinata dal Pentagono: Biden vorrebbe lanciare l’Armageddon termonucleare
contro la Federazione Russa; Trump, appoggiato dalla lobby dei “sionisti-revisionisti”
al potere in Israele, persegue la distopia neocoloniale della “Grande
Israele”. L’élite aziendale Anglo-Sionista ha dolosamente occultato la
demenza senile di Biden, decisamente incapace di articolare un discorso,
quantomeno, lineare, ma perfettamente in linea col Pentagono nei proclami
bellici russofobi: la guerra, per Washington, Londra e Tel Aviv, antecede ogni
cosa. Un demente incapace d’argomentare, in questo caso, è l’interdetto giusto
nel posto giusto.
Scrive l’analista strategico Andrew Korybko:
“Biden è stato scelto come candidato dei
democratici nel 2020 proprio perché era già senile e quindi completamente controllabile.
Quel partito, che funge da volto pubblico della rete d’élite di cui sopra,
voleva qualcuno che facesse tutto ciò che chiedeva sul fronte della politica
interna ed estera. In particolare, hanno cercato di trasformare l’America in
un inferno liberal-globalista mentre
aumentavano il contenimento della Russia da parte
della NATO in Ucraina, ma la seconda politica si è ritorta contro
dopo l’inizio dell’operazione speciale.” 1
I media “alternativi” imputano a Biden
la trasformazione dell’America in un “inferno liberal-globalista”,
mentre quelli “politicamente corretti” accusano di Trump d’aver
fascistizzato gli Stati Uniti; la Verità è che gli USA sono, quantomeno
dall’assassinio di Kennedy in poi, una ideocrazia globalista e fascista,
dove gli interessi delle corporation convivono con la repressione, sistematica,
del movimento operaio. Gli Stati Uniti erano un “inferno” liberal-globalista
con Carter, Obama e Clinton; nel medesimo tempo hanno conosciuto la
fascistizzazione della sovrastruttura con Nixon, Reagan, Bush e Trump.
Washington, il vertice della piramide capitalista, è perfettamente in grado di
coniugare neoliberismo e fascismo. Una cosa ha accomunato Trump e Biden: la
gara nel genuflettersi alla lobby israeliana ovvero, per dirla con James
Petras, la Configurazione del Potere Sionista. Israele, il genocida più
rispettato del mondo, ha già vinto le elezioni negli USA radicandosi nei gangli
vitali del deep state.
Biden ha foraggiato “una banda di drogati
e neonazisti” in Ucraina, mentre Trump (su mandato di Netanyahu) ha
fatto assassinare il generale-martire Qasem Soleimani; entrambe le scelte sono
peggiori. Netanyahu, il dittatore post-moderno più pericoloso del
pianeta, si è schierato con l’ex presidente; Soros, lo squalo finanziario
nemico dell’idea stessa di Civiltà, ha dichiarato guerra, attraverso suo figlio
Alexander, al “sovranismo conservatore”. Biden è un visionario del Male,
sostenendo la transizione ad una nuova Architettura di potere; Trump ha
una concezione “casinò” del capitalismo, dove la dignità degli esseri umani
appare perennemente in vendita.
Leggiamo il giornalista marxista Tom
Mackaman, sul World Socialist Web Site (WSWS):
“Biden forse non ha, o non ha potuto, sfidare
Trump sull’immigrazione, perché lui e il suo predecessore democratico, Barack
Obama, sono responsabili della stessa infrastruttura dello stato di polizia che
Trump ora minaccia di utilizzare. L’amministrazione Biden si vanta apertamente
di aver deportato “più persone rispetto ai quattro anni dell’amministrazione
precedente”, secondo le parole del segretario per la sicurezza interna,
Alejandro Mayorkas. Obama, da parte sua, ha deportato più immigrati di tutte le
precedenti amministrazioni messe insieme. Proprio la scorsa settimana, Biden ha
vinto una causa alla Corte Suprema che ha affermato il diritto illimitato del
ramo esecutivo di impedire ai cittadini americani di vivere con i loro coniugi
immigrati.” 2
Razzisti e guerrafondai, Biden (per certi
aspetti di gran lunga peggiore di Trump) e Trump hanno due padroni differenti:
Soros (Biden) e Netanyahu (Trump), sono loro che condizioneranno le prossime
elezioni USA, determinando l’alternanza globalismo/White Power nell’isola-mondo
yankee. Biden e la sua demenza senile simboleggiano la morte cerebrale
della borghesia USA; Trump ed il suo fascismo rappresentano la realtà
dell’odierno capitalismo, irriformabile.
Con una dichiarazione condivisibile, il
candidato alla presidenza del Socialist Equality Party(SEP), Joe
Kishore, ha commentato:
“Il dibattito rifletteva il marciume politico
degli Stati Uniti, centro del capitale finanziario e teatro della guerra
imperialista. Questa crisi deve essere intesa come espressione di fattori
oggettivi profondi.
Sebbene non sia possibile prevedere l’esatto
corso degli eventi, una cosa è assolutamente certa. Non ci sarà alcuna
soluzione progressista a questa crisi finché la classe operaia, su scala
globale, non si unirà come forza internazionale sulla base di un programma
socialista.” (Ibidem)
L’imperialismo USA, qualora dovesse
appoggiare Israele e la folle guerra contro Libano ed Iran, diventerà complice
di un cataclisma.
Fonte foto: La Repubblica (da Google)