L’imperialismo occidentale, in questi giorni, ha dato il peggio di sé massacrando i palestinesi di Gaza ed organizzando – nel silenzio omertoso della sinistra occidentale – pogrom anti-serbi nel nord del Kosovo. L’arma preferita da Washington, che detiene la regia, è il tribalismo etnico; quello israeliano (di gran lunga il più potente) e quello islamista albanese. Quest’ultimo è un nazionalismo imperialista particolarmente violento caratterizzato dal totale disprezzo per il diritto internazionale. Vediamo cosa accomuna il massacro dei palestinesi di Gaza con quello della comunità serba, anche perchè le analogie fra i destini di questi popoli sono tante anche se i serbi sembrano i grandi dimenticati dalla sinistra.
Palestina
I crimini israeliani – circa 1.400 feriti e 20 morti in questi giorni – avvengono nell’impunità perché la lobby pro-Israele condiziona fortemente la politica estera USA. Le fondamenta economiche del capitalismo statunitense sono quelle dei capitali dei lobbisti sionisti, la qual cosa che ha spinto James Petras a scrivere: ‘’Los crímenes de Israel tienen toda la impunidad. Yo no conozco a ninguna de las 50 principales organizaciones Israelíes que hagan una crítica, no protestan ni por un asesinato, incluso defienden a Israel ante cualquier crimen incondicionalmente’’ 1. Questo implica un legame, di tipo tribale, fra gli ebrei sionisti statunitensi e i coloni israeliani, un legame di sangue indissolubile che ritorna sempre nell’oscurantismo religioso monoteista; chi si chiama fuori, maturando uno spirito critico, diventa ‘’l’ebreo che odia se stesso’’. Sorte ingiusta, toccata a molti ebrei illuminati.
Uno di questi è il giornalista laico Gideon Levy il quale, dal ‘’ventre del mostro ’’ ci dà una lezione di giornalismo: ‘’Non è difficile immaginare cosa sarebbe successo se un colono fosse stato accoltellato – trasmissioni sul posto, speciali immediati. A Gaza però sono state le Forze di Difesa Israeliane a massacrare senza pietà, ad un ritmo mostruoso, mentre Israele celebrava la Pasqua ebraica’’ 2. Gideon Levy ha coraggio da vendere, si tratta di un grandissimo giornalista che ha ben capito dove il sionismo porterà Israele. L’oscurantismo religioso è al potere, gli israeliani – a causa di questa forma di tribalismo – hanno perso il senso dell’altro, vivono una eterna dicotomia ‘’amico/nemico’’. Carl Schmitt è al potere nello Stato ‘’per soli ebrei’’. Continua: ‘’Agli israeliani è stato fatto un altro lavaggio del cervello, e si sono messi contenti a tavola, recitando il salmo “Spandi l’ira tua sulle nazioni che non ti conoscono”’’; ‘’In Israele, la vita di un palestinese vale meno di quella di una zanzara. Se ci fossero cento o anche mille morti, il paese “saluterebbe” comunque il proprio esercito. Il suo comandante, il buono e moderato Gadi Eisenkot, d’altronde è riverito in patria. Nelle interviste di pochi giorni fa, nessuno ovviamente gli ha chiesto del previsto massacro, e nessuno glielo chiederà nemmeno ora’’. Non ho null’altro da aggiungere, l’IDF è stato inchiodato. Domanda: la Corte dell’Aia perché non processa Netanyahu? La citazione di Petras, arrivati a questo punto, potrebbe essere riproposta con efficacia.
Fonte: Diego Siragusa
Una volta Ernesto Guevara disse che ‘’l’imperialismo rende l’uomo simile ad una bestia’’. Parafrasando Lenin, potremmo dire che il tribalismo è la fase suprema del neo-imperialismo. Il ripudio dell’altro, la fine della civiltà.
Serbia
La sinistra occidentale ha denunciato il massacro sionista, ma ha taciuto sui pogrom anti-serbi, una repressione indiscriminata portata avanti dai nazionalisti albanesi. Perché? Il popolo serbo è troppo lontano dai cuori di una sinistra ‘’radical chic’’ e opportunista che sta cercando di delegare alle ONG la difesa dei diritti dei popoli arabi. Una truffa, tanto ideologia quanto politica; la Palestina deve essere decolonizzata, non c’è soltanto l’occupazione illegale, il popolo arabo sta facendo i conti con l’imperialismo israeliano, una macchina bellica che non può continuare a macellare vite umane. La sinistra che strumentalizza la sofferenza dei palestinesi, girandosi dall’altra parte davanti ai pogrom anti-serbi è due volte inutile. Con una sinistra così, non c’è nemmeno bisogno della destra, il lavoro sporco l’hanno già fatto le anime belle. Belle fuori e sporche (corrotte) dentro.
Cosa sta succedendo nel Kosovo, ovvero la Serbia occupata, ce lo spiega il giornalista Enrico Vigna, leggiamo:
‘’Membri delle Forze Speciali kosovare albanesi (ROSU), addestrati e armati dalla KFOR e dalla NATO nella base “Adem Jashari” in Kosovo e nelle basi USA dello Iowa, in un operazione militare che ha coinvolto circa 200 agenti, in assetto antisommossa e armati di tutto punto, hanno preso d’assalto, intorno alle 17.30 del 26 marzo, con granate assordanti e gas lacrimogeni, la sala a Kosovska Mitrovica, dove si teneva una tavola rotonda sul Kosovo e Metohija.
Appena entrati nella sala anno obbligato i serbi a sedersi per terra col capo chino e le braccia alzate, minacciandoli e colpendoli con il calcio dei fucili automatici. I poliziotti, urlando frasi oltraggiose, hanno poi spaccato e rovesciato tutto ciò che incontravano, senza che alcuno facesse resistenza, distruggendo anche le attrezzature delle tv serbe presenti nel locale, terrorizzando i presenti. In precedenza la polizia aveva lanciato gas lacrimogeni e bombe assordanti fuori dall’edificio per disperdere la folla di dimostranti che cercava di impedire loro l’ingresso.
Sono rimaste ferite 32 persone, cinque delle quali in modo grave. Fra i feriti anche esponenti e personalità politiche serbe del Kosovo’’ 3
I paramilitari albanesi gridavano: ‘’Allah è grande’’. La verità è che ‘’Dio non è grande’’, aldilà se lo si voglia chiamare Allah o Jahvè, grandi lo sono i popoli quando decidono di resistere alle ingiustizie, sollevandosi contro l’imperialismo nonostante le pochissime risorse ed il tacere, ossessivo compulsivo, degli amici – falsi e bugiardi – d’un tempo. La falsa sinistra, strumentale verso i palestinesi ed indifferente con i serbi, è uno gnomo, umano prima ancora che politico. Sono giorni che visito siti e blog delle organizzazioni ‘’antagoniste’’; nemmeno una denuncia contro il nazionalismo albanese (non meno aggressivo del wahabismo), malgrado la portata dei loro crimini sia notevole. Nel campo marxista abbiamo un articolo di Programma 101 ed un comunicato del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia; pochissimo. La causa serba non può essere rimossa. Possibile che i trotskisti e i maoisti, forse ubriacati dagli sproloqui nazionalisti di Hoxha, abbiano sostituito la bandiera rossa con quella della ‘’Grande Albania’’? Un tempo Trotsky disse ‘’meglio un buon democratico che un cattivo socialista’’, motivo per cui, da anni, elogio il coraggio e la fierezza e la incorruttibile fede nella sovranità e nell’indipendenza del proprio paese di Milosevic, al nazionalismo di Hoxha che consegnò un popolo de-politicizzato al tribalismo etnico di matrice islamista, fi fatto facendo il gioco dell’imperialismo USA .
Kosovo: la pistola fumante di Erdogan
Un’ultima notizia deve essere commentata. Questa volta cedo la parola al giornalista Bahar Kimyongur: ‘’Scandalo in Kosovo dopo la deportazione da Pristina di 6 insegnanti turchi sospettati da Ankara di essere legati alla comunità di Fethullah Gülen. I servizi segreti kossovari hanno agito per conto d’Erdoğan’’ 4.
Fonte: Bahar Kimyongur Italia
Il Sultano Erdogan, tutte le volte che vuole colpire dei dissidenti utilizza l’alibi dei gulenisti, ma i suoi servizi d’intelligence non riescono quasi mai a sventare le reali trame eversive del FETO. Questa volta a pagare sono sei insegnanti, consegnati dai nazionalisti albanesi al dittatore ottomano. Insomma, il Kosovo è un punto strategico per il crocevia balcanico, una specie di base logistica della NATO, di Al Qaeda e dei wahabiti. Chi ne trae vantaggio? La borghesia nazionalista di Tirana, le monarchie del Golfo e l’imperialismo USA. Kosovo a mano armata, sulla pelle del popolo serbo, orgoglioso e resistente. Questa è la verità nascosta, in questi giorni di omertoso silenzio, da parte dei giornalisti allineati.