Il criminale attacco di droni della CIA-SBU contro il Cremlino, sventato dai servizi di sicurezza russi, ha provocato una reazione all’interno dell’establishment post-sovietica, mettendo il risalto le contraddizioni della Russia capitalistica.
Da un lato, gli oligarchi che hanno deciso di non contrapporsi al Presidente Putin premono per una riappacificazione fra Occidente ed Eurasia, declinando il multipolarismo in una prospettiva neoliberista. Dall’altra parte, la fazione dei nazionalisti-conservatori anti-occidentali (difensori dello stato sociale, in un’ottica tradizionalista dei rapporti di classe interni) rappresentati al fronte dal CMP Wagner, hanno duramente attaccato il governo ‘’non allineato’’ russo.
Il capo della Wagner, Evgeny Prigozhin, ha duramente attaccato il complesso militare russo, chiedendo la creazione di un apparato d’intelligence in grado di eradicare i ‘’vendi patria’’ interni. In realtà, l’FSB è già in grado di fare questo, ma Prigozhin sta suggerendo – attraverso un durissimo attacco – che non può o non vuole farlo; recuperando l’eredità politica di Ivan ‘’Il Formidabile’’ (tradotto in Occidente come ‘’Il Terribile’’) e di Stalin, il comandante della Wagner ha implicitamente chiesto al Presidente Putin di riformare politicamente in una prospettiva antioccidentale (nel contesto del conflitto fra Atlantismo ed Eurasia) i servizi i segreti. Al momento, non abbiamo documenti per considerare questa posizione organica ad un gioco di potere oppure ad una svolta antimperialista del CMP Wagner.
Scrive l’analista strategico Andrew Korybko:
‘’Questo pone il capo dello Stato in un dilemma. Da un lato, ignorare l’implicito appello di Prigozhin potrebbe portare a sospettare coloro che sottoscrivono le sue speculazioni sul leader russo, specialmente nel caso in cui Kiev approfitti dell’imminente ritiro di Wagner per riconquistare Artyomovsk. Dall’altro, stabilire una moderna oprichnina (anche se la sua creazione non è dichiarata) e rimuovere quegli ostacoli burocratici alle richieste logistiche di Prigozhin potrebbe apparentemente confermare che i traditori dell’élite esistono.’’ 1
Quelli che Prigozhin e Korybko chiamano ‘’traditori’’, non sono altro che i rappresentanti dell’oligarchia economica filo-occidentale creata artificialmente dopo la disgregazione dell’URSS. Lo stesso Putin si è avvalso dell’appoggio di una fazione borghese (non oligarchica): la borghesia burocratica-commerciale post-sovietica, i nuovi boiari che hanno tratto vantaggio dalla distruzione del primo stato multietnico ed antimperialista della Storia. La Federazione Russa, per vincere la ‘’guerra multidimensionale’’ contro l’imperialismo USA, deve ripristinare l’economia pianificata attraverso una Operazione Z interna: una riforma-radicale anti-oligarchica (anticapitalistica).
Il terzo fronte schierato nella difesa della Federazione Russa contro l’offensiva imperialistica occidentale, è quello rivoluzionario neo-sovietico. A Mosca, durante la manifestazione del Primo Maggio, il coordinatore del Fronte della Sinistra, Sergei Udaltsov, ha affermato come oggi sia necessaria un’Operazione Speciale non soltanto nel Donbass, ma anche all’interno della Russia:
‘’È necessario cambiare radicalmente il corso dello sviluppo, “ripulire” dagli oligarchi e rivolgersi al socialismo per stabilire un clima di giustizia nel Paese e migliorare davvero il tenore di vita dei cittadini. Altrimenti, sarà impossibile radunare e mobilitare il popolo per resistere alle sanzioni e alla pressione aggressiva dell’Occidente. Se le autorità non smettono di proteggere gli interessi “sacri” delle grandi imprese dalle condizioni dell’Operazione Militare Speciale e dalle sanzioni, mentre allo stesso tempo entrano più a fondo nelle tasche della maggioranza lavoratrice, allora tutto ciò potrebbe finire in una esplosione sociale su larga scala’’
Durante la manifestazione gli attivisti del Fronte della Sinistra e del Partito Comunista della Federazione Russa hanno proposto, nel prossimo futuro, di sottoporre a referendum nazionale il parziale ripristino del sistema socioeconomico sovietico:
‘’nazionalizzazione delle risorse naturali e settori strategici dell’economia, il ritorno della vecchia età pensionabile, l’introduzione di una vera e propria imposta progressiva sul reddito in eccesso, elevando il minimo di sussistenza e il salario minimo a indicatori scientificamente fondati.’’
Il Presidente Putin, di fatto, si trova a dover mediare le istanze di tre fazioni, cosa che finora ha fatto con estrema abilità:
- L’oligarchia economica e la borghesia commerciale favorevoli al multipolarismo.
- Il nazionalismo-conservatore antioccidentale del CMP Wagner.
- I movimenti social-comunisti radicati anche all’interno dell’esercito di leva.
La distruzione delle forze borghesi ed oligarchiche, in questa congiuntura storica, favorirebbe la resistenza antimperialista, salvando l’Eurasia dal caos. Putin, dal lato suo, si accontenterebbe di costringere gli occidentali ad onorare la parola data 2, rispettando la Carta delle Nazioni Unite sventrata dagli USA negli ultimi trent’anni.
Speculare sull’attacco di Prigozhin all’establishment russo sarebbe deontologicamente scorretto e politicamente irresponsabile, ciononostante la migliore guerriglia urbana del pianeta, in un futuro prossimo, dovrà ritornare d essere parte integrante dell’esercito di leva della Federazione Russa. L’eredità sovietica è la punta di lancia della transizione al multipolarismo; militarmente (pensiamo alle imprese dell’Armata Rossa nella guerra patriottica ed in Afghanistan), ma anche nella prospettiva di costruire un Ordine Nuovo.
https://www.ambienteweb.org/2023/05/05/putin-accettera-limplicito-appello-di-prigozhin-per-una-moderna-oprichnina/
https://www.voltairenet.org/article219247.html
Fonte foto: La Repubblica (da Google)