Che i politici delle democrazie delle banane, alle quali sono impigliati come tonni nella rete i rappresentanti del capitalismo agonizzante, abbiano bisogno di stuprare la realtà inventandone un’altra di fantasia nella quale far precipitare l’ingenua (o vile) popolazione è cosa risaputa…Tuttavia il sottoscritto si riempie di stupore smeraldino ogni volta che il vecchio mondo fa capolino con i suoi borborigmi e con le sue flatulenze…
Che l’Unione Europea, campione(ssa) nell’esercizio della guerra e della formazione di terroristi, del fateli morire in mare o nei lager, dell’inondazione nelle Borse di titoli immondezza, di bilanci truccati, di strozzinaggio, di nepotismi amministrativi, di trucchi contabili, abbia il coraggio e l’arroganza di mettere fuori legge un Presidente eletto dal suo popolo con elezioni regolari sotto il controllo di osservatori internazionali e addirittura di riconoscere come presidente del Venezuela un golpista burattino di Washington, verrebbe da dire che è troppo…No…non è troppo, è solo in linea con la sua disgustosa oligarchica e antipopolare governance dell’Europa…
Non mi dilungo sulle ragioni della crisi economica del Paese latinoamericano. Chiunque sia dotato di razionalità e non sia in perenne malafede, sa che lo stato attuale, ben al di là di errori di Maduro, è frutto di sanzioni, di embarghi, di serrate, oltre che di attacchi terroristi (stile Siria e Libia) reclutati e ben pagati dallo Zio Sam e dalla imprenditoria magnaccia locale. Per di più vanno ricordati il “furto” di oro della Banca centrale di Londra che ha obbedito con piacere alle richieste del golpista Guaidò e la cattura dei proventi della PSVA gestita direttamente da Trump.
I rappresentanti dell’impero della finanza, aspirano ad una mediazione tra Maduro (ex Presidente secondo lor signori) e Guaidò ( riconosciuto come Presidente ad interim). Lo scontro elettorale parte già truccato con uno dei candidati sostenuto dai Paesi golpisti che (si ricordi) sono in minoranza anche in sede ONU. Uno scontro elettorale tra un candidato “illeggitimo”, “dittatore” sanguinario e un candidato “democratico”, voluto dal popolo”, come verrebbe dipinto dai media marciume internazionali.
Accordo e mediazione che si vorrebbe far credere dettati da responsabilità e spirito umanitario (per la Boldrini il diritto internazionale è subordinato al diritto umanitario che, per la signora di cui stiamo parlando, significa il diritto di bombardare i Paesi che vogliono tenere per sé le loro risorse) ed invece sono un atto di arroganza imperiale.
Non riconoscere le elezioni che il Venezuela ha già svolto in tutta regolarità ( gli oppositori alla Guaidò non si sono presentati, sapendo di perdere, proprio per creare un vuoto da interpretare in seguito come esito di una dittatura), annullarle e pretendere che ve ne siano altre, con esito scontato, data la pressione economica e politica dall’esterno, è un atto di gravissima entità per il danno che si procura all’autodeterminazione dei popoli e al diritto internazionale.
Del resto, soprattutto in Africa, alla “comunità internazionale della guerra”, quando le elezioni non rispondono alle esigenze di rapina dei Paesi imperiali, vengono considerate truccate, da rifare…In tale contesto, la Francia è più sbrigativa: colpo di stato ed assassinio dei leaders (più di venti negli ultimi decenni)…Il tutto naturalmente con la compiacenza del brigantaggio internazionale, come accade per l’usurpazione e per il genocidio di Israele in Palestina…
Autodeterminazione, diritto internazionale, diritti umani, comunità solidale, rispetto e uguale dignità per tutte le etnie, benessere sociale costituiscono un lessico prezioso per l’umanità tutta ma in bocca a dei briganti che tutto fanno tranne che rispettare tali principi, acquistano un sapore amaro che sa di tradimento e di nuovo fascismo, un fascismo che si presenta con vesti meno rozze di quello classico e più antico ma non meno feroce e sanguinario.
Attenzione. Lo stato profondo degli States non vuole soltanto il petrolio del Venezuela ed isolare gli ultimi bastioni di difesa popolare (Bolivia, Cuba, Ecuador…).
Ha mire più ambiziose. Abbattere l’influenza russa e cinese diffusa in molte aree del Continente sia nella sfera economica che in quella politica, con particolare interesse nel settore energetico, non perché gli States ne abbiano un intenso bisogno ma per indebolire gli avversari che ritiene possano mettere in discussione il primato planetario degli Stati Uniti. Primato di cui non possono più vantarsi nella tecnologia degli armamenti (vedi Russia) e nell’economia (vedi Cina), contrastata non nella produzione, ma con l’uso del dollaro, riconosciuto arbitrariamente come “moneta di riserva” per eccellenza (le Banche ne hanno piena consapevolezza e per questo fanno incetta di oro)
Cina e Russia che finora hanno agito sottotraccia a favore di Maduro, date le continue provocazioni, difficilmente interverranno con vigore. Affrontare il blocco occidentale è rischioso in termini di dazi, sanzioni, embarghi, relazioni commerciali, e di ulteriori accelerazioni terroriste.
In Ucraina, in Siria, in Crimea, nel mar cinese orientale, provocazioni continuate e ben orchestrate dai media contro Paesi che ambiscono alla pace per necessità politiche interne. Con l’aggressione al Venezuela un altro passo in avanti verso il conflitto nucleare…
La mediazione si farà. Maduro stesso, a questo punto, la vorrà…Ma ciò che avverrà non sarà come la pensano i nuovi gerarchi del neoliberismo e i giornalisti mainstream. La destabilizzazione del Continente è assicurata. Come reagiranno le forze politiche contrarie all’imperialismo non è allo stato attuale prevedibile, ma tra non molto si scatenerà l’incendio che brucerà tutta la prateria del Continente latino…