Il colpo di stato in Perù contro il governo popolare di Pedro Castillo e la condanna a 6 anni di detenzione, senza uno straccio di prova credibile nei confronti dell’ex presidentessa argentina Cristina Kirchner, rappresenta un rilancio del Plan Atlanta, una versione ‘’progressista’’ del Plan Condor, contro il centro-sinistra indipendentista sudamericano. Giornalisti ‘’comprati’’ e giudici corrotti hanno preso il posto del militarismo d’estrema destra: non ci sono in questo caso desaparecidos, ma ‘’vittime giudiziarie’’.
Perù: un colpo di stato reazionario
Il governo di Pedro Castillo rappresentava un esecutivo popolare, una variante soft del neoliberismo e democraticamente eletto; in realtà assai poco socialista, perchè Castillo aveva rinnegato qualsiasi intento rivoluzionario unendosi alla campagna mediatica neocons contro i prigionieri politici aderenti alle guerriglie marxiste. Cercando un compromesso con la destra ‘’moderata’’, il partito Perù Libero ha omesso un aspetto caratterizzante la vita politica sudamericana: non esiste una ‘’terza via’’ fra Chavez ed Uribe, in America Latina chi omette un rifiuto radicale dell’imperialismo viene inghiottito dallo ‘’stato profondo ‘’.
Un golpe reale foraggiato dai mass media peruviani/anglofoni: il giornalismo ‘’comprato’’ il quale dichiarava d’essere in bancarotta, adesso riceverà generosi finanziamenti dai sostenitori dei Chicago boys, fautori della penetrazione neocoloniale USA nella nazione andina. Nonostante abbia tentato un compromesso col ‘’centro’’, i media non hanno perdonato a Castillo la propria provenienza ‘’campesina’’ svelando il razzismo sistemico che caratterizza l’oligarchia anglo-sudamericana.
Il giornalista antimperialista Gustavo Espinoza Montesinos, su ResumenLatinoAmericano (tradotto in italiano da Cumpanis) ha analizzato i limiti dell’esperienza di Perù Libre, un movimento politico incapace di concretizzare le forti istanze sociali di cambiamento provenienti da ampi settori del mondo obrero e campesino, cadendo nella trappola tesa dalla destra nazi-evangelica: la tentazione centralizzatrice. Leggiamo:
‘’Castillo rappresentava un governo popolare, democratico e progressista, ma non poteva essere considerato né di sinistra, né rivoluzionario, né socialista. Non era essenziale che la sinistra lo sostenesse in termini di adesione alla sua linea personale, ma piuttosto lo aiutasse nei suoi sforzi per realizzare il suo Programma di unità, firmato da tutte le forze del movimento popolare, che gli aveva dato la vittoria nel giugno 2021.
Ha guidato un governo debole, precario e in gran parte incoerente. In verità, non ha potuto governare perché fin dal primo giorno è stato vessato da un’intensa campagna di odio scatenata contro di lui dai tradizionali nuclei oligarchici. Non ha avuto mai la vera collaborazione della sinistra – che lui cercava ben poco – e si è attorniato di un gruppo moilto discutibile di “consiglieri” che alla fine sono stati smascherati nella loro inettitudine e corruzione. Attraverso le loro azioni, tutto è stato gravemente compromesso.
Colpevolmente, Castillo ha reagito in ritardo alla campagna del nemico. Così facendo è stato poi obbligato a scegliere la via della “linea diretta” tra sé e le popolazioni dell’interno del Paese, ignorando i legami naturali creati dallo stesso movimento popolare. Per il resto, i suoi “collaboratori” agivano al di fuori delle masse perché certo non provenivano dal popolo e in nessun modo sono mai stati popolo.’’ 1
Incapace di rendersi conto della situazione reale ed isolato politicamente (al di là dell’appoggio offertogli dal presidente messicano AMLO), Castillo è diventato oggetto di discredito da parte della stampa anglofona, il Quarto Potere che anche nelle nazioni periferiche (come nelle metropoli capitaliste) crea le condizioni oggettive per una stabilizzazione centrista: i media fiancheggiano i colpi di stato.
Argentina: Cristina Kirchner condannata perché peronista
La campagna mediatica contro Cristina Kirchner è riconducibile al Plan Atlanta (2012), una operazione mediatica e giudiziaria che, attraverso campagne di discredito e processi farsa teleguidati dai media corporativi, prepara la transizione da governi favorevoli ad un mondo multipolare a regimi-clienti e falliti.
Nel 2006, suscitò scandalo negli USA il caso di 50 giornalisti stipendiati dalla CIA per gettare discredito sul socialismo cubano: licenziati dai loro datori di lavoro, questi ‘’giornalisti’’ vennero riassunti sotto pressione dell’estrema destra cubana, la mafia gusana espatriata a Miami. Con l’articolo-intervista ‘’Come si fabbricano i giornalisti comprati’’ (2020), con l’aiuto del Prof. Diego Siragusa, abbiamo analizzato la testimonianza dell’analista tedesco Udo Ulfkotte il quale ha rivelato come i giornalisti europei seguano un codice deontologico non molto diverso da quello dei loro colleghi statunitensi. Vediamo (solo per fare un esempio) quali sono le tappe del reclutamento:
‘’Tutto questo è raccontato nel capitolo “Nella morsa dei servizi segreti” dove Udo spiega come fu reclutato negli anni ’80 dalla BND (Il Bundesnachrichtendienst – BND – Servizio Informazioni Federale),. quando era studente, in un’università attraverso un professore. Ascoltiamo le sue parole: “Dal 1999 sono stato docente anch’io in un’università. E precisamente a Lüneburg. Lì ho insegnato per molti anni Gestione della Sicurezza nel Dipartimento di Amministrazione Aziendale. E io ero presente all’università insieme ad altri relatori (come Rolf-Wilhelm Dau, l’ex responsabile della sicurezza della Philips) tutti studenti segretamente selezionati che, per la struttura della loro personalità, le loro attitudini politiche e la loro capacità, interessavano il BND. Questo era facile da capire nei seminari che organizzavo. Abbiamo parlato molto di politica. Abbiamo fatto giochi di ruolo. E nei seminari avevo anche interrogato scherzosamente gli studenti sui loro hobby e attitudini personali. Molti dei miei studenti ricorderanno ancora bene che ogni tanto vedevamo un film di James Bond e poi chiedevo loro chi avrebbe immaginato di lavorare per i servizi segreti in seguito. Tutti ridevano. Gli studenti lo trovavano infinitamente divertente. Nessuno sospettava la verità. La BND voleva che fosse così. E l’università era d’accordo”.’’ 2
Quindi è la corruzione della corporazione giornalistica che ha reso possibile il ‘’sostegno popolare’’ alle ‘’guerre del ventunesimo secolo’’, accelerando la transizione ad una nuova Architettura di potere: il Plan Atlanta, come Plan Condor coi tacchi a spillo, è qualcosa di reale che la borghesia imperialista USA ha programmato ad Atlanta nel 2012. L’autorevole testimonianza del giornalista investigativo Manolo Pichardo ci aiuta a delineare alcune caratteristiche dell’operazione mediatica/giudiziaria contro i leader progressisti (non solo sudamericani, pensiamo all’ex premier pakistano Khan):
‘’-A cosa hai assistito all’incontro del 2012 ad Atlanta, USA?
Pichardo: Ero in un hotel ad Atlanta nel 2012, invitato da un amico, ex presidente di un paese centroamericano, nella mia qualità di ex presidente del parlamento centroamericano. L’incontro si è svolto nell’ambito della celebrazione di un evento globale, a cui hanno partecipato leader di tutto il mondo. C’erano ex presidenti dell’America Latina lì. C’è stato un incontro separato dei leader latinoamericani, con ex presidenti, alcuni appartenenti a organizzazioni regionali, è stato un incontro che ho avuto per caso, ci sono andato.
-Cosa ci puoi dire?
Pichardo: Ho assistito a un dialogo che ha sorpreso me e gli ex presidenti centroamericani, che non si aspettavano la rivelazione di quel piano da parte di un ex presidente latinoamericano. Data l’impossibilità di vincere attraverso le elezioni, aveva pensato di avviare una campagna diffamatoria contro i leader progressisti della regione per minare la loro autorità politica, e anche coloro che avevano la possibilità di raggiungerla. I media sono stati menzionati e c’è stata una seconda fase che consisteva nel perseguire questo complotto mediatico. È stato proposto di avviare un procedimento giudiziario basato sul processo di discredito, avendolo come piattaforma iniziale. Sono stati menzionati alcuni sbocchi specifici e vengono menzionati nomi specifici di giudici. Non li ricordo, è passato molto tempo.’’ 3
Un vero e proprio ‘’complotto mediatico’’: le associazioni della ‘’stampa libera ‘’ (le stesse che tacciono davanti il martirio di Assange) cos’hanno da dire? Il legalitarismo è una ideologia proto-imperialista che facilita la penetrazione dell’imperialismo usuraio della Global Class anglo-sionista; accelera il trasferimento della sovranità economica d’un paese alla nuova classe capitalista transnazionale, una maschera di facciata dell’imperialismo USA. Cristina Kirchner è stata condannata per una ragione politica: la mafia del FMI vuole fargli pagare il suo peronismo anti-neoliberista, una fiera opposizione alla politica monetarista ed usuraia del clan Clinton/Lagarde.
Il giornalismo corporativo (compreso quello rappresentato dall’ODG) davanti le ‘’guerre del ventunesimo secolo’’ svolge un ruolo analogo a quello della destra radicale durante la strategia della tensione: destabilizza l’ordine pubblico aiutando il deep state a stabilizzarsi verso il centro. Il fascismo del ventunesimo secolo è un estremismo di centro: non ha bisogno di militari ‘’vende patria’’, ma di giornalisti ‘’comprati’’.
Conclusione
In Argentina e in Perù la lotta della classe operaia sarà dura e difficile, nonostante le valide esperienze armate che la sinistra rivoluzionaria ha maturato in questi due paesi (es. PRT-ERP e MRTA). L’oligarchia ha optato per delle figure di ‘’mediazione’’, ma due aspetti rimarranno immutati: (1) la repressione e (2) la copertura dei media nazionali ed internazionali al tecno-neoliberismo, una forma moderna di classismo che nel caso peruviano assume i connotati del vecchio razzismo coloniale.
https://www.cumpanis.net/peru-se-consumato-un-colpo-di-stato-reazionario/
https://www.linterferenza.info/attpol/si-fabbricano-giornalisti-comprati/
https://www.cenae.org/manolo-pichardo-ldquolos-ataques-de-los-medios-y-el-poder-judicial-a-liacutederes-progresistas-de-la-regioacuten-responden-al-plan-atlantardquo.html