Foto: PanAm Post (da Google)
La sinistra europea ha abbandonato l’anticapitalismo, ma soprattutto il rifiuto radicale dell’imperialismo (compreso Melenchon che difende l’industria bellica francese) declinandosi in una prospettiva cosmopolita. Purtroppo per lei, dalla Rivoluzione francese in poi, la classe operaia ha potuto portare avanti e in parte realizzare le proprie aspirazioni proprio all’interno della nazione, realtà storico-sociale che non può, in nessun modo, venire rimossa quanto meno in tempi brevi. Ricordiamoci le parole di Mao Tse Tung: ‘’Ci vorranno diecimila rivoluzioni culturali’’ prima di arrivare al comunismo “puro”. L’imperialismo USA rappresenta il nemico principale insieme al sionismo e al neocolonialismo britannico; una prospettiva di rottura non può che coniugare la forma più avanzata di antimperialismo (cioè quello contro gli USA), la giustizia sociale ed infine la conquista reale dell’indipendenza nazionale. E’ all’interno di questo trinomio che i ceti popolari e proletari devono muoversi, con l’obiettivo di rompere con la NATO, con gli USA e con l’UE. Non ci sono altre alternative.
L’esperienza venezuelana, a cinque anni dalla morte di Hugo Chavez, ha ancora molto da insegnarci. Chavez è stato il leader antimperialista che ha fatto a pezzi il mito neoconservatore della fine della storia, rompendo con l’unilateralismo USA e offrendo ai popoli coloniali una prospettiva e unorizzonte alternativi al neoliberismo. La “dottrina Chavez” si basava sul rispetto del diritto internazionale – da democratizzare – in un’epoca di aggressioni imperialistiche e guerre neocoloniali scatenate dal complesso militar-industriale USA contro nazioni libere e sovrane.
Il sociologo James Petras ha riassunto gli aspetti più importanti del pensiero di Chavez: ‘’Nella sua difesa della sovranità delle nazioni e della giurisprudenza internazionale, Chavez sottolineava l’importanza delle soluzioni politiche ed economiche ai problemi sociali e ai conflitti – ripudiando l’uso delle bombe, della tortura, delle mutilazioni e del caos’’ 1. La Dottrina Chavez incentivava gli scambi sud-sud, il sostegno ai movimenti patriottici e rivoluzionari oltre all’utilizzo della diplomazia per risolvere le controversie. Una sinistra rivoluzionaria, degna di questo nome, deve uscire dalla NATO considerando il complesso militar-industriale USA per quello che è e senza mezzi termini, ovvero una organizzazione criminale.
Il marxismo, citando Mariàtegui, deve recuperare la sua dimensione eroica, e questo vale anche per il socialismo patriottico ed anticolonialistico. Chavez ha saputo fondere, in modo eclettico, il marxismo anti-dogmatico – né trotskista e né stalinista – con il cristianesimo popolare ed il nazionalismo progressista. Per Petras: ‘’Chavez aveva maturato una profonda avversione, e la volontà tenace di una efficace opposizione, contro l’imperialismo usamericano ed europeo e contro il brutale colonialismo israeliano, e le sue convinzioni erano profondamente radicate nella sua lettura degli scritti e della storia di Simon Bolivar, il padre fondatore della nazione venezuelana’’. Le idee di Simon Bolivar hanno preceduto quelle di Marx e Lenin, ma anche in Robespierre il tema della decolonizzazione era centrale. Se Chavez ha rifondato il bolivarismo fondendolo col marxismo castrista, in Europa avremmo bisogno di un specie di giacobinismo del ventunesimo secolo.
La sinistra europea, prigioniera del suo odioso colonialismo culturale, ha pensato di poter dare lezioni di marxismo a questo militare antimperialista d’estrazione indios, ma l’eroe dei barrios ha dimostrato di avere una conoscenza dell’imperialismo di gran lunga superiore a quella degli spocchiosi professorini occidentali, spesso in combutta con le ONG neoliberiste. L’imperialismo ha una struttura piramidale che vede al vertice gli USA, subito dopo la lobby sionista e poi la City di Londra. Il capitalismo non può essere analizzato solo con l’economicismo di matrice operaista; l’oppressione sociale diventa nazionale – le ricche nazioni che depredano il sud del mondo – ed addirittura “spirituale” con i popoli indios, africani ed asiatici privati delle loro radici culturali. La sinistra europea deve riappropriarsi delle sue radici giacobine. Esemplare, in tal senso, fu il sostegno dato da Robespierre alla rivolta degli schiavi neri di Haiti.
Hugo Chavez ha dimostrato che una economia socializzata può resistere all’interno del capitalismo, riconnettendo con il mondo il Venezuela in modo nuovo, attraverso il commercio con l’America Latina, il mondo arabo, l’Iran, la Russia e la Cina. Dice bene Petras: ‘’In una parola, ciò che è decisivo è il “carattere di classe del regime” nel gestire la sua posizione nell’economia mondiale’’. Il Venezuela, nel giro di dieci anni, si è trasformato da Stato clientelare e mafioso a Stato sociale e dinamico. La sovranità nazionale, per dirla con Ho Chi Minh, è un bene prezioso. Continua James Petras: ‘’L’impegno profondo di Chavez nel sostenere posizioni anti-imperialiste si trova in netto contrasto con la capitolazione di intellettuali occidentali sedicenti “marxisti”, che in tono enfatico hanno giustificato sommariamente il loro appoggio ai bombardamenti NATO contro la Jugoslavia e la Libia, all’invasione francese del Mali, e ai finanziamenti e alle forniture di armi (monarco-socialiste!) da parte dell’Arabia Saudita – Francia, in favore di mercenari islamici contro la Siria’’. La sinistra rivoluzionaria europea, si spera su basi patriottiche ed antimperialiste, dovrà essere capace di coniugare la lotta di classe contro il neoliberismo all’antimperialismo sostenendo, ovunque nel mondo, le resistenze antimperialiste, proprio in contrapposizione allo sciovinismo borghese e nazionalistico. Un ipotetico governo popolare e democratico italiano, dovrebbe uscire dalla NATO e dall’UE e dialogare con i paesi arabi, con l’Iran, con la Cina, la Russia, e con tutte quelle forze e quei paesi (compreso l’Islam sciita, la Resistenza palestinese e gli Hezbollah libanesi) che si battono per la propria indeipendenza nazionale e contro il neocolonialismo.
La ragione più importante per cui l’Italia dovrebbe (1) rifiutare il criminale, ripeto ancora questa parola, criminale, debito pubblico, (2) uscire dalla NATO, (3) dalla UE e dall’Euro è il seguente: la contraddizione principale della nostra epoca è la guerra del super-imperialismo USA contro chi vuole un mondo multipolare. La sinistra rivoluzionaria dovrebbe guardare al mondo decolonizzato e ricordare che proprio la Rivoluzione d’Ottobre diede una spinta formidabile al movimento anticolonialista e ai movimenti di liberazione nazionale in tutto il mondo. E questa grande battaglia passa anche attraverso una corretta informazione. Hugo Chavez è stato anche un grande contro-informatore. I suoi discorsi hanno radicalizzato le masse, attirandogli l’odio dell’aristocrazia parassitaria venezuelana.
Il giornalista, o meglio ‘’cyber-giornalista’’, Ignacio Ramonet ha definito TeleSur una ‘’CNN dei poveri’’ in ‘’un’epoca di grande instabilità ed insicurezza informativa’’. Le prostitute del giornalismo venduto ci molestano con la loro hasbara quotidiana; sarà il momento di buttarla nella solita ‘’spazzatura storica’’? Leggiamo cosa disse il giornalista marxista Michel Collon quando venne nominato consulente di TeleSur:
‘’Dovunque voi andiate in questo continente, non potrete sfuggire a questo tipo di “informazione made in USA”. Di conseguenza, la CNN diffusa dappertutto, in inglese e in spagnolo. Per non parlare delle emittenti commerciali private con enormi e potenti mezzi finanziari, grazie alla pubblicità fornita loro dalle multinazionali, che schiacciano il panorama mediatico con programmi che abbrutiscono ed una informazione copia conforme delle agenzie Statunitensi.
Bisogna sapere che queste grandi catene televisive sono dirette da affaristi super ricchi e legati strettamente agli Stati Uniti. Esempio : Gustavo Cisneros, uno dei dieci uomini più ricchi dell’America latina, (Procafe, Pizza Hut, Coca Cola, fast food, télécoms…), è anche uno dei grandi imprenditori dei media. Collegato con la multinazionale USA AOL Time Warner (principale gruppo mediatico nel mondo), Cisneros controlla 150 catene in 20 paesi! Ed è membro del Council of Foreign Relations- Commissione per le Relazioni con l’Estero, senza dubbio il gruppo più importante dove si prendono strategicamente le decisioni politiche degli USA. Cisneros frequenta la crema delle multinazionali, ma anche banditi politici come Dick Cheney, Rice, Kissinger e qualche ex direttore della CIA : Carlucci, Gates, Bush padre, Woolsey, Deutch…’’ 2
Vi risulta che in Europa ci sia una informazione democratica? Rompere con l’unilateralismo (dis)informativo israelo-statunitense è fondamentale per poter combattere politicamente il complesso militar-industriale USA. Le rivoluzioni nazionali – cubana, iraniana e venezuelana – stanno lì a dimostrarlo. L’imperialismo, oltre a dominare economicamente e politicamente, vuole essere egemone culturalmente, conquistando e “colonizzando” i cervelli.
Il rifiuto della Dottrina Bush-Obama-Clinton fa di Chavez l’uomo che ha smantellato il mito ambiguo della fine della storia, una americanata strampalata e senza filo logico (come tutte le americanate, del resto). Un punto di partenza imprescindibile per chi, da sinistra, s’impegna nel coniugare la lotta di classe con il principio inalienabile dell’uguaglianza delle nazioni. Esattamente ciò che l’imperialismo vorrebbe negare.
http://contropiano.org/interventi/2013/03/28/il-presidente-hugo-chavez-un-uomo-del-rinascimento-del-xxi-secolo-015507
http://www.resistenze.org/sito/os/mp/osmp5m14.htm