Lo scandalo dei Panama Papers ha rivelato un nuovo aspetto dell’odierno imperialismo: il campo di battaglia non è limitato all’economia e alla politica – compresa quella militare – ma invade il complesso campo della comunicazione. L’informazione è un ramo della produzione e la notizia viene ridotta a merce.
La guerra di quarta generazione viene scatenata in paesi lontani dalla potenza imperialista egemone, gli Stati Uniti, attraverso insurrezioni molto spesso eterodirette. Le menzogne dei media non devono essere soltanto ricondotte al venir meno all’etica giornalistica ma, ci spiega bene Thierry Meyssan: ‘’In questo tipo di guerra, che è simile a un disordine generale, il Pentagono introduce dei mezzi d’informazione nel proprio comando operativo come unità di combattimento. Bisogna tenere a mente che i mezzi di comunicazione si sono evoluti, non sono più cooperative ma imprese di capitali con dipendenti che possono essere immediatamente licenziati. Non si tratta più quindi di un centinaio di corrispondenti di guerra che lavorano dietro le quinte come spie, ma di mass-media coinvolti in quanto tali nei combattimenti mettendo tutto il proprio personale a disposizione degli eserciti’’ 1. Il giornalismo, che piaccia o meno, diventa un’arma di guerra: guerra psicologica.
I servizi d’intelligence sono più che mai attivi. Edward Snowden, l’ex talpa della NSA, ha recentemente rilasciato delle dichiarazioni eloquenti: ‘’Lo primero que hace el servicio de inteligencia tras la publicación de una información importante, es identificar a su autor’’ 2. Questo significa che la CIA – Agencia Central de Inteligencia – ricorre alla pirateria informatica, intercettando il contenuto delle notizie, filtrandole – a spregio della Convenzione di Monaco del 1971 sul giornalismo – e ricattando i giornalisti. L’esperto di spionaggio mette in guardia: ‘’Los periodistas tienen que tener mucho cuidado con sus métodos de comunicaciones y las personas con las que están en contacto. Cualquier cosa puede hacer revelar algo”, advirtió’’. I giornalisti hanno molto da temere, devono state molto attenti a come operano – dice Snowden – compresa la difesa della privacy delle persone con cui entrano in contatto.
Il conflitto di classe condotto – nostro malgrado – dal direttore d’orchestra nord-americano conosce delle nuove ed inimmaginabili frontiere. Che cosa avrebbe detto Karl Marx a riguardo ? Il marxismo resta una scienza valida, coglie molti aspetti cruciali delle dinamiche d’accumulazione capitalistica, però di fronte al potere delle nuove tecnologie, necessita di qualche aggiornamento.
Mossack Fonseca: dal nazismo alla collaborazione con la CIA…
Quando è scoppiato lo scandalo Panama Papers, i media di regime si sono ben guardati dal rivelare la ‘’storia segreta’’ dello studio legale Mossack Fonseca. Il padre di Jurgen Mossack, Erhard Guenther Mossack, nacque in Germania il 16 aprile 1924. All’età di undici entrò nello gioventù hitleriana, per poi arruolarsi nelle Waffen SS. Nel 1945, un mese prima della caduta di Berlino, venne catturato dalle truppe statunitensi ed in cambio della ‘’libertà’’ si offrì come ‘’agente doppio’’ rivelando agli Usa molte informazioni riservate sulle attività del Terzo Reich. Le sue fortune continuarono anche nel dopo guerra. Russia Today ci comunica cose tanto sconosciute quanto sconvolgenti: ‘’También se sospecha que el exnazi se habría convertido en un doble agente que informaba tanto a la CIA como al Servicio Secreto Alemán, o incluso al Mossad israelí’’ 3. La famiglia Mossack, prendendo per buone le informazioni di questa autorevole fonte russa, era un ponte fra (neo)nazisti ed i servizi d’intelligence statunitensi ed israeliani. Una bella carta d’identità, vero?
L’operazione ‘’Panama Papers’’ è stata definita tanto da Wikileaks quanto dalla Rete Voltaire come parte di una strategia più ampia volta a trasferire negli Usa i capitali non “anglosassoni” costringendo quest’ultimi a rinunciare alla destabilizzazione della Unione ( imperialista ) Europea. Una dichiarazione di guerra alle borghesie fuori della triade imperiale: Usa, Inghilterra ed Israele. Difficile non presupporre un ruolo di primo piano della lobby sionista, negli Usa quanto in Europa.
I beneficiari diretti sono i finanziatori dell’ICIJ che ha condotto l’inchiesta. Leggiamo sempre da Russia Today: ‘’Según el sitio web de la organización, entre los donantes recientes se hallan compañías como la Open Society Foundations, cuyo presidente es el magnate y especulador financiero estadounidense George Soros, y la Fundación Ford, con sede en Nueva York. En este sentido, esta última “está conectada con la CIA y se ha especializado en propaganda cultural internacional desde finales de la Segunda Guerra Mundial”, señala el columnista Kurt Nimmo en el portal Infowars’’ 4. I responsabili della ennesima bastonata tossico-finanziaria rispondono ai nomi di Rockefeller, Soros, Ford più i loro think tank in prima fila nella propaganda cultuale dell’Impero Americano. In poche parole: i manovratori che nessuno osa nominare. Nonostante ciò – come ha sottolineato Julian Assange – è fuorviante parlare di ‘’complotto anti-russo’’, mentre a mio avviso è opportuno mettere in risalto la logica inter-imperialista che regola il conflitto. La lobby sionista e i grandi capitalisti israeliani stanno dando agli imperialismi europei una prova di forza. Israele dice: ‘’Non opponetevi alle nostre politiche, perché anche nel campo finanziario chi detta le regole siamo noi. I dissidenti si ritroveranno con la schiena spezzata’’. L’aggressione – finanziaria o mediatica che sia – alla Russia, in questo caso, è una conseguenza indiretta, certamente salutata con un lungo applauso.
Gli Usa stanno preparando lo scenario politico del ‘’dopo Obama’’: sia la Clinton che Donald Trump hanno dichiarato con largo anticipo guerra all’Iran, nel mentre, umiliandosi, fanno a gara per avere l’appoggio dei sionisti. E’ un continuo giurare fedeltà, battendosi la mano sul petto, al culto idolatrico del ventunesimo secolo: il sionismo bellicoso. La mobilitazione dell’apparato finanziario anglosassone è un eloquente preludio di guerra ? Il nome di Donald Trump, noto speculatore, non compare nei Panama Papers, eppure la sua condanna degli accordi – per molti aspetti svantaggiosissimi per l’Iran, una ‘’pax imperialistica’’ in pieno stile – con la Repubblica Islamica iraniana, continuano a fare il giro della rete: “Credo che questo accordo porti ad un olocausto nucleare,” “Israele si troverà ad affrontare un grosso problema.”, “Obama ha di fatto messo Israele in questa brutta situazione” 5. Domanda: si tratta di una operazione finanziaria e nello stesso tempo mediatica, con chiare finalità belliche ? I presupposti, a quanto pare, ci sono tutti.
Nulla di nuovo sotto il sole, dal cyber-imperialismo alle bombe reali, le elite militariste di Washington e Tel Aviv sanno sempre fare il loro lavoro. Purtroppo.
http://www.voltairenet.org/article187994.html
http://www.hispantv.com/newsdetail/ee-uu/242048/snowden-revela-como-la-inteligencia-de-eeuu-hackea-comunicaciones-de-periodistas
https://actualidad.rt.com/actualidad/204335-viejo-oscuro-secreto-papeles-panama
https://actualidad.rt.com/actualidad/204066-periodistas-icij-papeles-panama-rockefeller
http://it.sputniknews.com/politica/20150816/969194.html