La crisi del capitalismo occidentale, all’ombra del coronavirus, ha spinto il cinico teorico della supremazia imperialista USA, Henry Kissinger, ad invocare un nuovo ordine mondiale basato sulla centralizzazione delle risorse e la cooperazione imperialista. La Dottrina Kissinger si basa (1) sulla sconfitta storica della fazione ‘’cosmopolita’’ dell’imperialismo e (2) su una globalizzazione modificata guidata dall’estrema destra nazionalista. Pochi analisti, in queste ore, hanno sottolineato il legame degli stati profondi con l’economia finanziaria globale, vero motore del golpismo atlantico contro i paesi in via di sviluppo. La “sinistra imperiale” è al tramonto? Lo stato profondo USA sostituirà la Dottrina Soros con quella Kissinger? Quello a cui stiamo assistendo è una guerra, non priva di cessate il fuoco, tra fazioni non sempre divergenti dell’establishment anglofona e statunitense. L’ordine unipolare non configura un blocco monolitico; il complesso militar-industriale ramifica alleanze seguendo la logica del preservativo: il nemico di ieri, oggi può tornare utile.
Hassan Nasrallah, l’ “Anti-Kissinger degli oppressi”
Il leader degli Hezbollah, Hassan Nasrallah, intuendo la minaccia, ha contrapposto al nuovo ordine mondiale dei ‘’capitalisti’’ un ipotetico nuovo ordine mondiale degli oppressi. Leggiamo le parti salienti del discorso di Nasrallah per poi coglierne il, profondo, significato politico (sottolineatura mia)
“Le ripercussioni della pandemia di coronavirus potrebbero andare oltre quelle della prima e della seconda guerra mondiale e sfociare in un nuovo ordine globale”
“Nessuno sa se l’Unione Europea (UE) o gli Stati Uniti continueranno o crolleranno in questa situazione. C’è un dibattito sui sistemi sanitari nel mondo e sul sistema economico capitalista. Il governo degli Stati Uniti, nonostante la sua presunta grandezza, è in confusione con questo virus” 1
“Molte persone oggi parlano del coronavirus. È vero che ci sono sempre state epidemie che hanno devastato l’umanità, ma questo evento è unico in sé nell’umanità. Oggi 4 miliardi di persone sono confinati o messi in quarantena, intere città e regioni sono vuote … Questo non è mai successo nella storia. Le prospettive sono ancora sconosciute”
“Il pensiero capitalista liberale si trova di fronte a una seria sfida umanitaria e morale … quando proponiamo in Gran Bretagna una soluzione per il coronavirus basato sulla teoria del gregge, sacrificando gli anziani, ciò costituisce una caduta morale e della civiltà, … Quando, come in Francia, i medici si offrono di testare gli africani, … e quando Trump è pronto a fare qualsiasi cosa per ottenere materiali e attrezzature esclusivamente per il suo popolo, a spese di altre persone, … tutto questo è un segno di una caduta culturale e morale ” 2
Per la prima volta, dopo il Discorso d’Algeri di Ernesto Guevara (1965), un leader terzomondista ha rigettato l’Ordine di Yalta e l’elemento caratterizzante il capitalismo liberale: il sottosviluppo. Il coronavirus è una patologia letale per gli organismi compromessi, ma soprattutto classista; è sufficiente pensare che, negli USA, il 70% dei positivi sono cittadini afroamericani. Rileggiamo il discorso del ‘’Che’’ Guevara:
“Da quando i monopoli si impadronirono del mondo, hanno mantenuto nella povertà la maggior parte dell’umanità, mentre i guadagni venivano divisi tra i paesi più forti. II livello di vita di questi paesi è fondato sulla miseria dei nostri; bisogna dunque lottare contro l’imperialismo per innalzare il livello di vita dei popoli sottosviluppati. E ogni volta che un paese si stacca dal tronco imperialista non solo si vince una parziale battaglia contro il nemico fondamentale, ma si contribuisce anche al suo reale indebolimento e si fa un passo avanti verso la vittoria definitiva.”
Le correlazioni nord-sud ed ovest-est non mettono al riparo il mondo globalizzato da fame e miseria; scenari periferici, dinanzi ad una grande crisi sistemica, dalle baraccopoli di Beirut vengono proiettate nel cuore di New York. La crisi capitalista analizzata da Guevara è, nelle parole di Nasrallah, ‘’la caduta culturale e morale’’ dell’occidente. Guevara, portavoce delle popolazioni oppresse latinoamericane, spiegò che il sottosviluppo imposto dai paesi sotto-sviluppanti, da lì a poco, avrebbe colpito anche il cuore dell’Impero seminando il panico nella borghesia metropolitana. L’Occidente ripiega su anacronistiche teorie eugenetiche – ‘’ Quando, come in Francia, i medici si offrono di testare gli africani’’ – ciononostante la globalizzazione del razzismo anti-africano, nelle metropoli diventa classismo istituzionalizzato: ‘’quando proponiamo in Gran Bretagna una soluzione per il coronavirus basato sulla teoria del gregge, sacrificando gli anziani, ciò costituisce una caduta morale e della civiltà’’. Trump è disposto a fare follie pur d’evitare un genocidio clinico (cosa che sta già avvenendo), ciononostante la sua logica sia quella di un boss malavitoso: ricatti, estorsioni e sanzioni.
Il nuovo ordine mondiale di Guevara e Nasrallah verte su due pilastri:
- L’abbandono del neocolonialismo comprese le, cosiddette, sfere di influenza.
- La globalizzazione dello statalismo sociale.
All’offensiva di Kissinger, segue una linea divergente delle organizzazioni antimperialiste. La pandemia Covid-19, ha accentuato le differenze strutturali fra mondo globalizzato e non:
- In Occidente, le oligarchie non elettive teorizzano nuovi meccanismi di manipolazione e sorveglianza. Il capitalismo potrebbe cambiare pelle diventando qualcosa di, ancora, più invasivo. Disoccupazione, repressione e controllo sociale su larga scala.
- Nel mondo non globalizzato, il neoliberismo è al tramonto. Le popolazioni – contrariamente alla diffidenza diffusa nelle società occidentali – sono pronte a ripensare nuovi modi di vivere insieme.
Che cosa sta succedendo nei paesi in via di sviluppo? Il sociologo Atilio Boron si appella alle forze anticapitaliste: ‘’Un’enorme sfida per quelli di noi che vogliono costruire un mondo post-capitalista perché, senza dubbio, la pandemia e i suoi effetti devastanti offrono un’opportunità unica e inaspettata che sarebbe imperdonabile perdere. Pertanto, lo slogan dell’oggi per tutte le forze anticapitaliste sul pianeta è: sensibilizzare, organizzare e lottare’’ 3. Asia e Sudamerica (tranne gli stati vassalli di Washington) ritengono il neoliberismo una economia della catastrofe (Naomi Klein), l’unico rimedio è rappresentato dalla transizione ad uno Stato sociale dinamico e dalla democratizzazione della rete. In Europa, come negli Stati Uniti d’America, l’altro è percepito in quanto malattia ed il virus è virus politico (pensiamo alla retorica contro i senza tetto ‘’untori’’); Cuba, Venezuela e soprattutto Iran considerano quest’approccio, non solo materialista, ma anche una variante eretica d’ateismo devoto. Il conflitto fra capitalismo e socialismo è diventato uno scontro fra modelli di civiltà.
1.
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-nasrallah_la_pandemia_covid19_pu_cambiare_lordine_mondiale/82_33902/
2.
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-leader_di_hezbollah_fallimento_morale_del_capitalismo_il_coronavirus_annuncia_la_fine_di_unepoca/82_34124/?fbclid=IwAR1FyJ1W_dKeylYhcpvczu8nSw872H4EgGXWN4qO_WveSWf4Tc5TyM1G6uc
3.
http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=41895