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Il giornalismo d’inchiesta è un campo d’indagine che – nonostante tutti i limiti propri delle scienze sociali – deve essere svolto con rigore scientifico. Una lettura attendibile dei fatti deve essere supportata da una rigorosa documentazione, dati e fatti devono essere inoppugnabili, mentre risultano fuorvianti e politicamente indirizzate le analisi ‘’ideologiche’’ tipiche dei media di regime.
Il padre di Omar Mateen, Seddkque Mir Mateen, lavorò per la CIA, in Afghanistan, contro l’Urss. Il lettore deve aver chiaro che cosa rappresentò, realmente, l’ingerenza imperialistica americana in quel paese, ormai irrimediabilmente devastato.
Nel 1979-’80, l’Unione Sovietica intervenne in soccorso del legittimo e progressista governo afghano combattendo i tagliagole islamisti armati dagli Usa. Per lo Stato sovietico lo sforzo bellico fu immenso: i soldati della Armata Sovietica protessero i popoli afghani dalla violenza jihadista, garantendo la laicità dello Stato e delle istituzioni. Mai, come sotto l’‘’occupazione’’ (protezione?) sovietica, gli afghani conobbero diritti sociali, civili e democratici: i lavoratori, per la prima volta dopo secoli e secoli di oppressione monarchica, si confrontarono con lo Stato sociale, facendo valere, dal basso, le proprie istanze ed i propri diritti; l’istruzione e la sanità divennero pubbliche. Per le donne – fino a quel momento trattate come ‘’mero strumento per la riproduzione sessuale’’ – l’Afghanistan sovietico fu – e questo non è un verbalismo – la fine di un incubo.
La borghesia imperialista statunitense, alleata sia con i mercenari jihadisti che con il sionismo israeliano, gettò le basi per lo sgretolamento dell’Urss. Al Qaeda – ed ora Daesh – è il prodotto di questa politica militarista che prende il nome di ‘’caos creativo’’: i ceti popolari vengono devastati; le multinazionali firmano contratti miliardari coi signori della guerra. In poche parole, abbiamo sintetizzato la politica Usa.
La Rete Voltaire ci dà qualche informazione in più su Seddkque Mir Mateen: ‘’Seddique Mir Mateen è adesso animatore di media destinati agli afghani della diaspora. Attualmente, presenta un programma sulla televisione satellitare Payam-e-Afghan (basata a San Francisco), il Durand Jirga Show. Originario di una tribù pashtun, il padre di Omar Mateen ha sostenuto i talebani (che presero il posto dei Mujahidin della Libertà, organizzati dalla CIA e dal miliardario saudita Osama bin Laden per combattere i sovietici). Dopo che, a settembre 2014, il presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai esce dalla scena politica, Seddike Mir Mateen respinge il compromesso tra Ashraf Ghani e Abdullah Abdullah e si dichiara presidente in esilio’’ 1. Domanda: possiamo davvero considerare causale il fatto che suo figlio lavorasse per una multinazionale, impegnata nel settore della ‘’sicurezza’’, come G4S ? Resta il fatto che non è la prima volta che gli Usa si leccano le ferite inferte dagli stragisti da loro stessi addestrati.
Continuiamo la lettura del medesimo articolo: ‘’Il padre dei due terroristi, Ansor Tsarnayev, è un ceceno che, prima di emigrare negli Stati Uniti, ha collaborato in Unione Sovietica con la CIA. Uno dei due terroristi, Tamerlan, ha partecipato nel 2012 a un seminario dell’associazione georgiana Fondi per il Caucaso (Кавказский фонд). Quest’ONG, creata dalla Fondazione Jamestown, a sua volta creata dalla CIA, addestrava giovani in vista di «destabilizzare la Russia»’’. La strage d’Orlando non è una ‘’strage omofoba’’, al contrario, rientra in quella che ho, più volte, definito la jihad connection. Gli Usa finanziano ed addestrano terroristi in giro per il mondo; rientrati ‘’in casa’’ questi criminali restano in contatto con l’FBI consacrando i loro stessi figli alla ‘’guerra santa’’. Il giornalista Webster Tarpley punta il dito contro un possibile ‘’terrorismo ereditario’’; l’esempio che riporta, a sostegno della propria tesi, dovrebbe spingerci a riflettere sul binomio guerra/religione, riflessione necessaria che l’occidente, capitalista ed imperialista, da decenni rimanda: ‘’I loro figli, spesso nati negli USA, si consacrano al terrorismo allo stesso modo in cui i cadetti della nobiltà europea erano destinati alla carriera militare’’. In entrambi i casi – neo-jihadismo e feudalesimo europeo – il potere religioso ne esce tutt’altro che pulito.
Omofobia: arma di guerra del neocolonialismo
L’occidente ha sempre alzato contro gli Stati indipendenti e non allineati alla proprie politiche economiche, la bandiera delle libertà civili. I movimenti lgbt si sono fatti (volenti o nolenti?) alfieri di una operazione, ideologica e politica, neocolonialista. Per quale ragione?
La Siria baathista per decenni – sulla scia dello Stato laico incarnato dal turco Mustafa Kemal – ha rappresentato un baluardo della convivenza fra popoli ed etnie differenti. Il Partito Ba’th, seppur col pugno di ferro, ha impedito la balcanizzazione della regione costruendo una coscienza ‘’nazional-popolare’’ condivisa ed apprezzata da tutti. Per i siriani le differenze teologiche fra cristiani, musulmani ed ebrei oppure l’approccio verso le minoranze di genere (minoranze lgbt) sono una questione di privacy, mentre l’unità nazionale è la priorità da raggiungere e mantenrere. Grazie a questa forma di patriottismo (con alcuni elementi di classe) la Siria ha respinto le aggressioni dirette dell’imperialismo israeliano, nel ’67 ed nel ’73, e, da circa cinque anni, non cede alla sovversione islamista del Fronte Jabat Al Nusra – alleato del Likud sionista – e di Daesh.
Il giornalista Thierry Meyssan, con un ottimo articolo, ha smascherato l’ipocrisia statunitense sulla questione dell’omofobia: ‘’Anche se le disposizioni del codice penale del 1949 non sono state abrogate, il partito del presidente Bashar Assad, il Baath, ha installato una cultura quasi unica in un paese arabo, basata sul rispetto nei confronti delle differenze. Cosicché L’Orient-Le Joursi è assai sorpreso nel sentire un rifugiato gay siriano evocare il suo servizio militare come “i migliori anni della sua vita,” e raccontare “i festeggiamenti in sale per matrimoni affittate da coppie omosessuali per celebrare la loro unione”. Solo con l’arrivo di Daesh è stato costretto a “nascondere i suoi pantaloni rosa e giallo, e addestrarsi a camminare in un modo maschile”’’ 2. Il Partito Ba’th non è di certo un partito socialista, ma s’ispira agli ideali della Rivoluzione francese ed al giacobinismo di Robespierre: gli Assad, come Nasser in Egitto e Mustafa Kemal in Turchia, hanno posto la ‘’coscienza nazionale’’ al di sopra delle differenze, permettendo ai rispettivi paesi di resistere a numerosi tentativi di destabilizzazione imperialista.
Gli Usa, ma soprattutto Israele, hanno scelto come alleata la teocrazia saudita contro il più moderno Islam sciita: gli attivisti lgbt occidentali – spesso disattenti – non si curano affatto dell’assistenza che i centri specializzati di Teheran forniscono alle persone transessuali le quali – cosa che non succede né in Europa e né nella patria dell’ipocrisia: gli Usa – ricevono trattamenti medici gratuiti dall’inizio alla fine del percorso. Domanda: perché l’occidente si ostina ad usare i ‘’diritti civili’’ come piede di porco contro il diritto di autodecisione dei popoli, quando, alla prova dei fatti, avrebbe ben poco di cui vantarsi?
La scienza ha provato l’esistenza delle persone inter-sessuali – in un caso su 700, le persone con genitali femminili non sono portatrici di cromosomi XX ma XXY, in un caso su 20.000, sono portatrici di cromosomi XY tuttavia reputati maschili 3 – eppure, andando contro qualsiasi ideale di progresso, la signora Hillary Clinton, guerrafondaia al servizio di Wall Street, ha appoggiato il progetto teocratico di Casa Saud assecondando gli appetiti militaristi degli emiri del golfo. Quello che è in atto è un duplice scontro: da un lato l’imperialismo occidentale e il sionismo israeliano vogliono demolire, a qualsiasi costo, il panarabismo laico e lo sciismo progressista; dall’altra parte gli islamisti di Daesh si fanno portatori d’un modello di società basato sullo strapotere dei signori feudali, in cui le donne vengono schiavizzare e gli omosessuali trucidati senza alcuna pietà. Il patriottismo laico – da Kemal Ataturk al libanese Nasrallah – ha posto fine a quest’orrore. Gli Usa ed Israele, alleati di Daesh, vorrebbero riportare il mondo arabo indietro di 300 anni realizzando il progetto fondamentalista del monaco reazionario Wahhab. Gli attivisti ‘’lgbt’’ che gridano contro ‘’la dittatura di Assad’’ – nonostante le numerose amnistie concesse dal presidente agli oppositori politici – finiscono, che gli piaccia o meno, per marciare dalla stessa parte del feudatario Al Saud. La strada per l’inferno è, come sempre, lastricata di buone intenzioni.
http://www.voltairenet.org/article192403.html
http://www.voltairenet.org/article192434.html