La verità la si può annegare, ma risale a galla, dice un proverbio albanese, la verità sul governo ucraino la si può occultare, ma gli spettri riappaiono per denunciare la cruda realtà. In realtà per far emergere il vero non ci vuole particolare impegno, è sufficiente un riorientamento gestaltico minimo, una salutare distanza dalla “guerra mediatica” per scoprire verità nascoste che esigono domande e risposte non in linea con il conformismo globale.
Lungo è l’elenco degli omicidi veri o presunti che secondo i media hanno quale mandante Putin. Non vi sono domande, avvezzi alla reductio ad Hitlerum di Putin e di un intero popolo, si crede silenziosamente. Un popolo di invasori capace di scavare con le mani le trincee intorno alla centrale nucleare di Černobyl’, indifferente alle radiazioni per ignoranza o bestialità può commettere ogni crimine. La narrazione ipnotica rappresenta le vittime e i carnefici quali appartenenti a due civiltà e umanità diverse: i russi al limite della bestialità, gli ucraini vittime dell’invasore (realtà innegabile), ma gloriosi nella loro eroica resistenza.
In un lasso di tempo brevissimo l’intera civiltà russa con la sua letteratura si è mutata in un popolo di cavernicoli capace di ogni nefandezza. La pace è possibile solo nella verità, pertanto la menzogna organizzata è già guerra, la quale non è alimentata solo dall’invio di armi, ma ha nei media il mezzo primo e supremo con cui la guerra si perpetua. La manipolazione dell’opinione pubblica e le verità parziali inaspriscono il clima di tensione fino a diventare il perverso liquido amniotico nel quale la guerra prolifera. Le armi sono l’effetto macroscopico del clima di tensione generalizzato con annessi veleni che i popoli respirano. La cortina fumogena dei media può essere attraversata facilmente, se si pone in epochè le verità dell’odierna società liberista, fino a scoprire avvenimenti che svelano le menzogne del manicheismo in atto.
Oles’ Oleksijovyč Buzyna[1] è stato uno scrittore e un giornalista ucraino fortemente critico verso il governo ucraino dopo il 2014. Era famoso, in quanto protagonista dei talk show. Il giornalista era apertamente schierato con i russi. In un paese democratico e pacifico vi è la libertà di opinione. In Ucraina il governo filo occidentale sostenuto dall’Europa e dagli Stati Uniti ha poco praticato la democrazia e i diritti umani al punto che Oles’ Oleksijovyč Buzyna è stato assassinato a Kiev il 16 aprile 2015. Non è stato l’unico omicidio, nella stessa giornata, riportano le cronache, vi sono stati altri due omicidi politici: Sergej Sukhobok, gestore e proprietario di un sito internet non allineato con il governo e Oleg Kalashnikov ex deputato filo russo. Le democrazie innaffiate con il sangue dei dissidenti non sono che dittature sostanziali. Nel 2015 l’Europa ha taciuto, in quanto il nuovo governo sin da subito si è dichiarato pronto ad entrare nella NATO e in Europa. Gli omicidi sono probabilmente imputabili al gruppo neonazista Pravj Sektor. In Occidente nessuna parola appare nei media sulla gestione del potere e dei diritti dopo il 2014. Con il cinismo di sempre i morti contano solo se sono parte della propaganda.
La morte del dissidente è stata accolta da non pochi con notevole entusiasmo, il ministero dell’Interno ha riportato la notizia definendo lo scrittore “il famigerato giornalista”. Il commento ministeriale è decodificabile come una autentica benedizione ai sicari. Nel mese di giugno dello stesso anno il Ministro degli affari interni Arsen Avakov ha dichiarato l’arresto di due sospetti, ma nulla di fatto, le prove sono andate perse. Se l’Europa fosse democratica dinanzi a tali evidenti prove del debole senso della democrazia dello stato ucraino non accetterebbe nell’unità europea una nazione in cui la violenza prevale sul diritto, o quanto meno chiederebbe spiegazioni. Nulla di tutto questo, l’Europa è un’immensa caverna nella quale le ombre della guerra sono la coriacea verità del capitale. Solo la verità porta la pace, dove vi è verità vi è democrazia, per poter costruire la pace non si può che partire dalla verità.
[1] Оле́сь Олексі́йович Бузина́; Kiev, 13 luglio 1969 – Kiev, 16 aprile 2015