Il caso Assange – seguito dall’Interferenza passo dopo passo – riporta una ulteriore novità: il Messico potrebbe concedere asilo politico al numero uno dei perseguitati per ragioni ideologiche? La notizia ci giunge dall’analista colombiana, Laura Restrepo, la quale ha considerato il fondatore di Wikileaks come il leader della gioventù del mondo. Intervistata dalla giornalista Carmen Aristegui, alla CNN, afferma che:
“Ahora se le acaba el asilo y qué pasa, ¡lo tiran a las fieras! ¿Qué viene ahora? La extradición. ¿Para dónde va este hombre?, ¿en manos de qué gobierno, cuando todos los gobiernos del mundo le cierran las puertas? A mí se me ocurría, yo conozco en carne propia lo que es la mentalidad de asilo del pueblo mexicano… a mí México me dio asilo, fue mi casa, en alguna de las rachas de violencia en Colombia… yo pienso en un personaje como León Trotsky, cuando estaba siendo acusado, denostado, perseguido, para asesinarlo en todos los países del mundo. ¿Qué hace (el presidente) Lázaro Cárdenas? Dice: pues viene para México. Y se lo trae, en un gesto de demostración de respeto no sólo por la vida sino por la democracia…’’ 1
Aldilà d’alcune forzature – come il raffronto fra Assange ed il leader bolscevico Lev Trotsky – la posizione della Restrepo è corretta: Obrador vuole rompere col neoliberismo? Perfetto, allora cominci col salvare la vita del grande informatore antimperialista, colui che ha sbugiardato la propaganda dell’imperialismo USA. In questo modo, spostando il Messico nel campo anti-neoliberista metterebbe fine alla restaurazione conservatrice, una offensiva che sta raggiungendo – dal Nicaragua al Venezuela – il suo apice. Il leadder socialdemocratico AMLO – per diversi analisti, fra cui James Petras – potrà mettere con le spalle al muro la borghesia mafiosa messicana, ma occorrono fin da ora scelte coraggiose in politica estera.
Il neo-governo ecuadoriano, rinnegando vergognosamente la linea di Rafael Correa, si è di fatto trasformato in un cliente di Washington, per questo i giornalisti di Wikileaks hanno replicato con la dovuta durezza al presidente Lenin Moreno: ‘’fare giornalismo non è un crimine’’ 2. Strano che Moreno abbia ritirato in ballo la corretta posizione di Assange sulla questione catalana; Pedro Sanchez si sta comportando – sottobanco – come Bush ed i neoconservatori USA, chiedendo la condanna del giornalista anglo-australiano. Siamo alle solite: la sinistra zombie lavora per il capitalismo globalizzato buttandosi contro le forze rivoluzionarie. Sanchez è il classico neoliberista: progressista a parole, ma di destra nei fatti.
La sinistra non comprende la geopolitica dell’imperialismo contro Nicaragua e Venezuela
Il seguito dell’intervista a Laura Restrepo contiene alcune denunce importanti contro il corrotto governo colombiano, reo d’aver appoggiato l’assassinio di una bambina di sette anni da parte dei narcotrafficanti, ma anche il gravissimo fraintendimento del piano di Washington nei confronti di Nicaragua e Venezuela. Proprio sabato è fallito (fortunatamente) il tentativo del mercenario governo colombiano di attentare alla vita del leader venezuelano. Leggiamo l’analista italiano Fulvio Grimaldi: ‘’L’attentato alla vita del presidente avviene dopo i due anni di terrorismo della destra venezuelana guidata e alimentata da Washington, campagna terroristica sconfitta anche dal voto che una volta di più ha assicurato una larga maggioranza al chavismo a colui che in Uccidente viene definito “dittatore”. Un dittatore che, come Chavez, è stato confermato, insieme al suo partito, da una successione di elezioni (di cui solo una persa) giudicate assolutamente corrette da tutti gli osservatori internazionali’’ 3. La geopolitica dell’imperialismo è un enigma per la sinistra, oramai ubriaca d’ideologia post-modernista, totalmente inservibile in quanto succube – idealmente – all’americanismo, interna al balordo paradigma (per non dire di peggio) liberale sulla fine della storia. Anche una parte della sinistra sudamericana – compresi tanti ex rivoluzionari – sono subalterni a questa ‘’nuova sinistra’’, una moda perfetta per giornalisti ed accademici vanitosi.
Le gang nicaraguensi contro il governo sandinista
Il copione si ripete in Nicaragua: ‘’Le varie Ong e associazioni impegnate nel golpe strisciante in Nicaragua sono state tutte scoperte legate a doppio filo alle centrali della destabilizzazione Usa, come USAID, National Endowment for Democracy (NED), la vetrina ufficiale per le operazioni sporche della CIA), Republican International Institute, Council for Foreign Relations’’. Cosa sono le Organizzazioni Non Governative? Per un reporter dell’esperienza di Grimaldi si tratta di: ‘’Entità impegnate nel continente latinoamericano per riportare i paesi ricchi di risorse ambite dalle multinazionali nordamericane e UE alla situazione della famigerata operazione Condor, quando l’America Latina era stata affidata a sanguinari dittatori al servizio degli interessi statunitensi come Pinochet, VIdela, Somoza, Duvalier e altri in tutto il continente’’. La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni – l’ideologia dei diritti umani – quindi i crimini peggiori, come il rovesciamento di un governo democraticamente eletto, vengono consumati in nome dell’umanità. La sinistra è ancora lontana dal capirlo, a differenza dei marxisti sudamericani ai ferri stretti con i ‘’progressisti non anticapitalisti’’. La difesa dei governi venezuelano e nicaraguense si configura come una linea rossa invalicabile.
Chiarite queste ambiguità la posizione di Laura Restrepo su Assange è apprezzabile; il Messico deve rompere (non ha alternative se vuole diventare uno stato e una nazione indipendente e sovrana) con la Dottrina Monroe, schierandosi con i paesi dell’ALBA. Citando Petras: ‘’la sconfitta della destra in Messico è estremamente positiva, aldilà di quello che possa succedere in futuro’’ 4. La politica del pendolo statunitense, con tanto di restaurazione conservatrice, raggiunto l’apice, incontrerà delle resistenze decisive.
Dal Brasile al Messico la socialdemocrazia acquista, giorno dopo giorno, una connotazione inedita geopolitica chiedendo il sostegno, economico e anche militare, di paesi come Russia e Cina. La violenza dei democratici ‘’yankee’’ e le minacce di Trump stanno compattando un blocco egemonico alternativo, un processo unitario patriottico e, nel caso venezuelano, democratico socialista capace di minare l’offensiva imperialista. L’informazione alternativa e le politiche sociali (Assange più Correa) non possono essere scisse: la borghesia e il capitalismo esercitano il loro dominio grazie alla manipolazione del consenso, ivi compresa – pensiamo alla sinistra imperiale – l’organizzazione del dissenso. Anche le cyber dissidenze (cyber punk, citando Assange) sono una delle forme inedite della lotta di classe. Un processo in continua evoluzione.
https://aristeguinoticias.com/3007/entrevistas/gobierno-de-amlo-deberia-darle-asilo-a-julian-assange-laura-restrepo-en-cnn/
https://actualidad.rt.com/actualidad/284092-lenin-moreno-assange-periodismo-interferencia-politica
http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2018/08/usa-scatenati-in-america-latina.html
http://www.resumenlatinoamericano.org/2018/07/05/james-petras-la-derrota-de-la-derecha-en-mexico-es-muy-positiva-mas-alla-de-lo-que-pueda-pasar-en-el-futuro/