L’ho già detto. Sul massacro in Libia e sull’assassinio di Gheddafi esistono gli estremi giuridici per un’accusa di alto tradimento per il Presidente della Repubblica e per il governo italiano ai loro posti di comando nel 2011. Anche la stampa mainstream è d’accordo su una tragedia che doveva essere evitata negli interessi del Paese Italia. Naturalmente non è d’ accordo il contino Gentiloni: “Gheddafi. Abbatterlo era una cosa sacrosanta”. Anche il pacifista Obama ha riconosciuto che si è trattato di un errore. Ma si sa. Gentiloni è un originale, anche se purtroppo, dopo essere stato straumiliato da Macron con un ulteriore sberleffo “ringrazio il presidente Gentiloni”, ha dovuto subire le critiche di fuoco del mondo mainstream.
In questi ultimi anni la politica estera italica, dopo il genocidio libico, si è distinta per la sua incapacità di decifrare il caos cui ha pienamente contribuito. 30.000 miliardi di dollari di danni ai beni materiali secondo Angelo Del Bocca1*, per non parlare di quelli ancora più gravi per la popolazione.
Mentre l’Eni ha saputo aumentare e di molto il suo bottino 2*, facendo proteggere i suoi pozzi, i suoi oleodotti, i suoi terminali, reclutando tra le tribù, bande di guerriglieri di ogni sorta (pecunia non olet), il governo italico, come al solito, ha seguito la corrente affidandosi all’inaffidabile “comunità internazionale”, messa in ridicolo con nonchalance dall’aspirante imperatore Macron, e ha puntato le sue carte sui Fratelli musulmani nella persona di Fayez al Serray, niente di meno che Presidente del consiglio presidenziale di Tripoli, carica che gli è stata “conferita” dall’Onu, ma che, ciò nonostante, non gli permette di controllare neanche tutta Tripoli, per non parlare della Tripolitania invasa dalle scorrerrie di bande armate.
Anche l’ultimo incapace ministro degli esteri Angelino Alfano ha sostanzialmente disdegnato di instaurare un serio dialogo con il generale Khalifa Haftar che controlla gran parte della Cirenaica ed ha il sostegno della Russia, dell’Egitto e pare a breve di aiuti finanziari dalla Cina. L’impero francese che ha esperienza di stragi orrende e di manipolazione del consenso nelle sue ex (?) colonie ha saputo giocare con entrambi i contendenti. Macron consapevole che un governo che ha bombardato un Paese amico con il quale aveva saputo instaurare buone relazioni poltiche e commerciali. è del tutto incapace di una voce autorevole a livello internazionale, ha, con arroganza consapevole, voluto sostituire l’Italia come principale interlocutore diplomatico sull’affaire libico, promettendo l’intervento militare per sgominare l’Isis inviso agli entrambi contendenti libici, allo scopo ovvio di lasciare spazio alla sua industria e alle concessioni petrolifere (a danno dell’Eni?).
Stretta di mano tra i due libici a Parigi, elezioni parlamentari e presidenziali, in cooperazione con la Francia e con l’Onu. Personalmente non credo ad una reale collaborazione tra al-Serray e Haftar. Presidenziali possibili certo ma con Presidente Khalifa Haftar. E non credo che sarà facile colonizzare di nuovo la Libia. Haftar dispone di un buon consenso popolare. Non sono pochi i gheddafiani che mirano a un decisivo ruolo politico o addirittura al ritorno della Giamahiria (repubblica delle masse), facendo affidamento proprio sul generale.
Il nuovo napoleonide aspira ovviamente ad un ruolo di primo piano nella politica internazionale (non gli basta più essere un semplice paggetto della Merkel) Non dimentico delle parole di Mitterand e di Giscard D’Estaing, secondo i quali la ricchezza della Francia e il suo futuro di prosperità dipendono dall’Africa, farà del Fezzan il suo trampolino per l’assalto alle sue colonie schiacciate dal Franco africano non gestito dai cittadini ma dalla Banca Centrale di Parigi 3* preso cui è depositata gran parte della liquidità funzionale alla Francia e non certo agli Africani.
Un inciso finale grazie a Leonard Coen relativamente al Ciad e al Niger ” L’armèe non blocca il flusso dei migranti. Li lascia passare. Parigi fa finta di nulla. i trafficanti di uomini possono operare tranquillamente” 4* E tutto ciò mentre Macron chiude i porti e addirittura spedisce i bambini “irregolari” in Italia.
NOTE
1) Tommaso di Francesco “Intervista a Del Boca “in Libia un’altra avventura militare italiana” Il manifesto 27/7/17. E’ una questione che non ho affrontato nell’articolo. Anche in questo caso dilettantismo pericoloso del governo italiano.
2) Alberto Negri “Diplomazia del gas contro le guerre” Il sole 24ore 22/7/17
3) Di questa truffa monetaria che ha scandalizzato anche alcuni sparvieri della finanza tratterò ampiamente in un altro articolo
4) Leonard Coen ” Macron cancella Gentiloni e Minniti…Ma la colpa è nostra” Il fatto quotidiano 25/7/17
Fonte foto: La Stampa (da Google)