“Il gasdotto Nord Stream 2 è ormai morto, è un grosso pezzo di metallo in fondo al mare, e non credo che possa essere resuscitato”.
Parole della sottosegretaria agli Esteri americana, Victoria Nuland.
Ecco svelata, in poche righe, la strategia americana nel quadrante europeo: separare a tutti i costi l’Europa dalla Russia. Questa è stata ed è la vera finalità del processo di destabilizzazione che gli USA stanno portando avanti in Ucraina da almeno un decennio, oltre naturalmente all’accerchiamento della Russia attraverso l’ampliamento della NATO ai paesi del fu Patto di Varsavia e alle ex repubbliche sovietiche. L’attacco russo in Ucraina è cacio sui maccheroni per Washington perché, da questo punto di vista, non fa che dare un colpo sull’acceleratore alla più che decennale politica statunitense nei confronti dell’Europa.
Per gli Stati Uniti l’Europa è infatti un pezzo fondamentale e strategico dell’impero a cui non possono per nessuna ragione rinunciare. Per questo avevano già a suo tempo duramente osteggiato il Nord Stream, frutto dell’accordo fra Russia e Germania e fortemente preoccupati per l’eccessiva autonomia che quest’ultima stava sviluppando e in particolare la sua “ostpolitik” (anche se dettata da meri ma fondamentali interessi economici e commerciali).
E’ evidente che l’Unione Europea – nella logica americana – deve restare rigidamente ancorata al blocco anglosassone a guida USA, e prima di esserlo dal punto di vista militare, deve esserlo anche e soprattutto dal punto di vista economico e commerciale. Le relazioni commerciali con la Russia (e possibilmente anche con la Cina) devono quindi essere impedite o comunque ostacolate con ogni mezzo. Cosa di meglio di una guerra, dunque?
Obbedendo ciecamente ai diktat americani e alla politica delle sanzioni nei confronti di Mosca l’Unione Europea si dà la zappa sui piedi e il bello (si fa per dire…) è che ne è anche consapevole. Un po’ la stessa situazione in cui si trovò l’Italia quando aderì, obtorto collo, all’aggressione alla Libia di Gheddafi, con tutte le nefaste conseguenze che questa ha procurato per il nostro paese (oltre che per il popolo libico, naturalmente…). Il governo italiano fu messo in riga allora così come i vertici europei lo sono stati ora. Non che sia stato difficile persuaderli dal momento che stiamo parlando di una classe politica di nani e ballerine, come si suol dire.
Posso sbagliarmi ma ho l’impressione che gli USA cercheranno nei prossimi anni, per quanto potrà essere possibile, una simile manovra di accerchiamento anche in Asia nei confronti della Cina, anche se in questo caso le difficoltà che incontreranno saranno ben maggiori (direi molto maggiori), ma di questo ci occuperemo a tempo debito.
Nel frattempo registriamo la solerzia dell’apparato mediatico occidentale chiamato all’ennesima crociata ideologica finalizzata ad occultare e deformare scientemente la realtà.
Fonte foto: Sky TG24 (da Google)