Le teorie cospirative sulla CMP Wagner rafforzano l’imperialismo USA

I media occidentali hanno presentato la ribellione di Evgenij Prigozhin come un ‘’colpo di stato’’ contro Vladimir Putin, in realtà il capo della CMP Wagner ha contestato radicalmente la riorganizzazione delle forze armate russe, cercando fino all’ultimo di mantenere la propria indipendenza dal Ministero della Difesa.

Nessun governo indipendente può consentire che il leader di una compagnia militare privata, seppure la più efficiente guerriglia urbana del pianeta, pubblichi video incendiari contro il Ministero della Difesa in piena operazione militare. Le Rete Voltaire, attraverso fonti interne, ha completato una prima ricostruzione dei fatti.

‘’…il Cremlino consentisse gli sbraitamenti di Prigohzin per attirare l’attenzione degli Occidentali e così distrarli dalla riorganizzazione delle forze armate regolari. Molti di loro hanno alzato gli occhi al cielo quando a marzo è corsa voce della candidatura di Prigohzin alla presidenza dell’Ucraina: l’imbroglione aveva perso il senso della misura?’’ 1

I media occidentali, manipolando i reportage delle Onlus imperialiste, hanno pubblicizzato le attività imprenditoriali della Wagner in Africa, con l’intento di dimostrare come la Russia non sia una potenza antimperialista. La realtà è molto diversa: Prigozhin ha contribuito a combattere la corruzione all’interno dell’élite politica e militare russa, ciononostante ha alimentato il clientelismo del proprio gruppo. L’Occidente potrebbe aver provato a manipolarlo, senza riuscirci; dall’altra parte la CMP Wagner ha contrastato efficacemente la dottrina della ‘’guerra eterna’’ USA guadagnandosi la fiducia e la stima delle popolazioni autoctone.

 

L’esilio in Bielorussia di Prigozhin

Il giornalismo occidentale, per la prima volta dall’era Eltsin, ha dovuto fare i conti con una ribellione interna all’ala anti-occidentale dell’élite: chi perde è sempre l’Occidente collettivo, mentre le classi dirigenti, russa e bielorussa, ne escono rafforzate.

Proprio in queste ore, l’UE ha dato il proprio appoggio ad una banda di cleptocrati: l’opposizione bielorussa in esilio. Il trasferimento della CMP Wagner, a Minsk, è una garanzia di stabilità per il paese contro qualsiasi tentativo di ‘’rivoluzione colorata’’, la ‘’guerra ibrida’’ che l’Occidente sta perdendo da un punto di vista politico e militare (anche grazie al Battaglione Wagner), ma che rimane – purtroppo – aperta da un punto di vista mediatico.

Leggiamo l’analista strategico Andrew Korybko:

‘’In conclusione, la decisione del presidente Putin di esiliare Prigozhin e i suoi collaboratori in Bielorussia è stata un modo magistrale per porre fine alla crisi del cambio di regime dello scorso fine settimana. Ha dato a coloro che sono stati ingannati l’opportunità di iniziare una nuova vita in quel paese alleato se si vergognavano troppo di rimanere nel proprio, assicurando allo stesso tempo che il loro leader non diventasse un martire attorno al quale gli estremisti interni potessero radunarsi. Inoltre, potrebbero persino finire per svolgere un ruolo decisivo nella difesa della Bielorussia dagli imminenti complotti della guerra ibrida della NATO.’’ 2

Chiunque, anche all’interno dei ‘’media alternativi’’, sia caduto nella trappola delle ‘’teorie cospirative’’ sta funzionando di fatto come una ‘’quinta colonna’’ manipolando, negativamente, la percezione sulla Federazione Russa.

L’Occidente collettivo è diventato la patria della menzogna. Nelle prossime settimane la Federazione Russa completerà la riconversione delle proprie forze armate, avvalendosi dell’esperienza della più efficiente (per quanto contraddittoria…) guerriglia urbana del pianeta: la CMP Wagner. Prigozhin nei giorni scorsi ha agito da delinquente, ma l’esperienza del suo Gruppo ha valorizzato le lotte antimperialiste nelle ‘’zone tempestose’’, un riconoscimento che il governo russo non ha potuto negare.

https://www.voltairenet.org/article219556.html

https://www.ambienteweb.org/2023/06/27/lesilio-di-prigozhin-e-dei-suoi-collaboratori-in-bielorussia-serve-gli-interessi-russi/

Wagner's rebellion is a catastrophic backfire on Putin, and he only has  himself to blame - ABC News

Fonte foto: ABC (da Google)

26 commenti per “Le teorie cospirative sulla CMP Wagner rafforzano l’imperialismo USA

  1. Giulio Bonali
    3 Luglio 2023 at 8:37

    L’ “occidente collettivo” (in realtà, a dispetto dell’ ideologia -falsa coscienza- aclassista dell’ oligarchia al potere un Russia. le classi dominanti occidentali) non sta affatto diventando “la patria della menzogna” per il semplice fatto che la é già da tempo immemorabile.

    Ma come si fa a pensare che “il trasferimento a Minsk” di una banda di mercenari che combattono dietro pagamento del migliore offerente, costituente un’ impresa privata conditio sine qua non della cui esistenza é la realizzazione del massimo profitto a qualsiasi costo, possa costituire “una garanzia per il paese contro qualsiasi tentativo di “rivoluzione colorata”?

    Rilevo inoltre che, se le parole hanno un senso, per la sostanziale sinonimia al di là di minime sfumature semantiche dei concetti di “corruzione” e “clientelismo”, dire che “Prigogin ha contribuito a combattere la corruzione all’ interno dell’ elité politica e militare russa, ciononostante ha aumentato il clientelismo del proprio gruppo” é una patente contraddizione: non c’é corrotto né corruttore che non si batta contro la corruzione …degli altri corrotti e corruttori con cui é in concorrenza!

    • Piero
      4 Luglio 2023 at 12:00

      Concordo

  2. Piero
    4 Luglio 2023 at 12:17

    Mi pare che i capi mercenari della Wagner abbiano raggiunto il loro obiettivo che non era certo il golpe, ma il mantenimento della loro lucrosa attività privata che non consiste certo negli stipendi con cui pagano la carne da macello, ma nello sfruttamento delle miniere in Africa, adesso con base in Bielorussia invece che in Russia. Anche Shoigu ha raggiunto l’obiettivo di restare al suo posto insieme a Gerasimov,. Invece Putin appare chiaramente indebolito come ruolo e immagine non avendo potuto impedire il manifestarsi di questo scontro interno e poi reprimere la ribellione, ma costretto a un compromesso.

  3. Piero
    4 Luglio 2023 at 12:24

    Cito dal link allegato “voltairenet.org”: “Il presidente Putin ha tenuto un discorso in televisione in cui ha richiamato il precedente del 1917, quando Lenin ritirò la Russia zarista dalla prima guerra mondiale sebbene fosse vicina alla vittoria”.
    Putin ha detto una balla che la Russia zarista era vicina alla vittoria che le sarebbe stata negata dall’armistizio stipulato dai bolscevichi. Al contrario l’esercito russo era in fase di disfatta e Lenin ha fatto la cosa giusta per evitare conseguenze peggiori. E’ l’ennesima volta che Putin se la prende con Lenin e i bolscevichi come causa dei mali della Russia. Un neo-zarismo ossessivo che mi risulta sommamente fastidioso.

    • Panda
      4 Luglio 2023 at 16:51

      Questa è la lettura che è stata data da molti commentatori americani, ma non mi pare quella giusta: “I think Putin probably was thinking of the earlier ‘palace coup’ that year, known generally as the February Revolution, during which the Liberals and Conservative members of the parliament (Duma), in cahoots with British intelligence and diplomacy, and with top generals compelled Tsar Nicholas II to abdicate.” ( https://gilbertdoctorow.com/2023/06/24/a-day-of-anxious-waiting-is-prigozhins-mutiny-succeeding-or-failing/ ).

      • Giulio Bonali
        4 Luglio 2023 at 21:58

        Mi dispiace per i commentatori amerikani, ma non mi pare possa esistere alcun dubbio (le sue parole sono inequivocabili) che Putin ha miserabilissimamente preteso di paragonare Prigogin al Lenin che nell’ Ottobre (Novembre per il calendario gregoriano) 1917 ha guidato la presa del potere da parte dei Soviet e dopo qualche mese ha (fra l’ altro) lodevolmente sottratto la Russia al macello imperialistico della prima guerra mondiale (dove fra l’ altro le sue truppe erano allo sbando alla faccia delle tragicomiche balle putiniane) esattamente come affermato da Piero qui sopra.

        • Panda
          4 Luglio 2023 at 23:49

          Le parole di Putin sono queste: “A blow like this was dealt to Russia in 1917, when the country was fighting in World War I. But the victory was stolen from it: intrigues, squabbles and politicking behind the backs of the army and the nation turned into the greatest turmoil, the destruction of the army and the collapse of the state, and the loss of vast territories, ultimately leading to the tragedy of the civil war.” (fonte: http://www.en.kremlin.ru/events/president/transcripts/71496 )

          Non c’è alcun riferimento diretto a Lenin; delle posizioni di Prigogin, che opera all’interno della macchina bellica russa, tutto si può dire, salvo che siano favorevoli a un’interruzione o anche solo a un alleggerimento dello sforzo bellico: il paragone con Lenin quindi non regge da nessun punto di vista neanche sul piano implicito. L’interpretazione di Doctorow, o quella che invece vi vede un riferimento a Kornilov, sono quindi senz’altro molto più plausibili. Naturalmente – su questo sono d’accordo – è ridicolo affermare che la vittoria nella Grande Guerra sia stata rubata alla Russia.

          • Giulio Bonali
            5 Luglio 2023 at 7:45

            “La vittoria” (parole, o meglio balle, di Putin) non fu affatto “rubata” (esisteva solo nella fantasia putiniana).

            E il “colpo”, che nel 1917 sarebbe stato arrecato alla Russia e al suo esercito”, come quello di Prigogin, non può certo essere la rivoluzione borghese del Febbraio che non portò affatto alla pace ma continuò allegramente il macello della prima guerra mondiale, ma solo la rivoluzione di Ottobre che vi pose fine.

            Come volevasi dimostrare.

          • Giulio Bonali
            5 Luglio 2023 at 8:09

            Rimando la prima risposta a Panda (cui va aggiunta quella sotto) perché non la vedo più nemmeno come “comment under moderation”:

            Il preteso “colpo a tradimento” del 1917 che avrebbe “rubato la [ridicolmente pretesa, N.d.R.] vittoria” alla Russia zarista con le pezze sul culo e al suo esercito allo sbando (nelle parole, anzi nelle balle di Putin) come quello recente di Prigogin non può certo essere costituito dalla rivoluzione borghese di Febbraio, che si guardò bene dal porre fine al macello della prima guerra mondiale.
            Può invece unicamente essere costituito dalla rivoluzione di Ottobre che da subito si pose l’ obiettivo della pace, conseguendolo a caro prezzo pochi mesi dopo.

            Come volevasi dimostrare.

  4. Giulio Bonali
    5 Luglio 2023 at 7:53

    Ovviamente men che meno voleva la pace il generale zarista Kornilov, il quale col suo tentato colpo di stato intendeva rimettere in sella i Romanov che la guerra l’ avevano fortissimamente voluta e non avevano alcuna intenzione di mettervi fine (quindi non può certo essere identificato, nelle balle di Putin, con il preteso traditore “alla Prigogin” del 1917.
    L’ unico inequivocabilmente identificabile resta Lenin, non esplicitamente nominato da Putin per mera ipocrisia ed opportunismo, dato che la rivoluzione d’ Ottobre in Russia é molto più stimata e rimpianta di quanto l’ attuale capo del governo creda e/o vorrebbe).

    • Fabrizio Marchi
      5 Luglio 2023 at 13:04

      Concordo. Non esistono certamente mausolei, tanto più con la salma imbalsamata, di Hitler o Mussolini, a Berlino o a Roma, mentre il mausoleo di Lenin è ancora lì, davanti al Cremlino. Sappiamo quanto siano importanti i simboli in un paese come la Russia, e quindi il fatto che il mausoleo di Lenin sia ancora lì dipende dalla consapevolezza da parte delle classi dirigenti russe che Lenin è parte della storia russa e che sarebbe un errore rimuoverlo. Mi azzardo a dire che Lenin sta alla Russia un pò come Garibaldi sta all’Italia. Si tratta cioè di un eroe nazionale che non può essere rimosso o gettato nell’archivio o peggio nella pattumiera.
      Per il resto anche io ho trovato imbarazzante il riferimento di Putin a Lenin e alla rivoluzione, anche se molti in effetti ritengono che il riferimento non fosse a Lenin ma addirittura allo zar o a Kerensky. A mio parere è rimasto volutamente ambiguo e sempre volutamente non ha fatto nomi. In ogni caso queste discussioni sorgono perchè c’è un equivoco di fondo che nasce dalla diversa interpretazione che c’è anche da parte di molti militanti “avvertiti”, diciamo così, su Putin. La mia opinione è che Putin sia un leader nazionalista conservatore e anticomunista, non tanto per convinzione ideologica ma perchè i fatti lo hanno messo nella condizione di essere quello che è, perchè è fondamentalmente un uomo cinico che si è trovato a cavalcare e a gestire quelle determinate condizioni storiche. Se l’URSS, ipotesi per assurdo, fosse rimasta in piedi, Putin avrebbe cercato di fare carriera nell’apparato politico o in quello militare o nel KGB dove in effetti già era, e dove era già un solerte e zelante funzionario e/o dirigente, e molto probabilmetne avrebbe avuto successo. Punto. La storia ha voluto che le cose andassero diveramente e lui, che indubbiamente è un uomo abile e intelligente, si è trovato a cavalcare gli eventi fino addirittura a diventare presidente della Federazione Russa. Quello che voglio dire è che Putin è un politico freddo, cinico e “machiavellico” che si adatta alle circostanze storiche cercando di ottimizzarle e di trarme così il maggior vantaggio personale. Questo non significa però che non possa essere un abile leader e statista, cosa che in effetti a mio parere è, e la sua storia lo dimostra. Ha rimesso in piedi la Russia, stremata, umiliata e ridotta ad una colonia dell’occidente dopo l’esperienza eltsiniana, rimettendo in riga gli oligarchi (cioè nè più e nè meno che i grandi capitalisti, così definiti dai media occidentali per “imbruttirli” e “incattivirli” agli occhi dei popoli occidentali), restituendo una certa sicurezza sociale a decine e decine di milioni di russi (i più poveri) che con il crollo dell’URSS avevano perso tutto ed erano allo sbando e riportando la Politica, cioè il potere politico, al comando del paese (primato gramsciano, potremmo dire, del Politico sull’Economico). E per queste ragioni è necessariamente entrato in conflitto con l’Occidente. Quindi non c’è dubbio che si tratta di un uomo e di leader politico che cercando di fare del bene per se stesso ha anche fatto del bene al suo paese. E alla fine quello che conta, sempre, è questo, cioè la concreta determinazione delle cose. Oggi si trova a scontrarsi con gli USA e la NATO, e non poteva essere diversamente. Rivendica un ruolo di primo piano per la Russia come potenza politica e militare e in questa fase storica si trova a ricoprire una funzione “progressiva”, diciamo così, perchè di fatto si trova ad essere un ostacolo concreto alla strategia imperialista USA/NATO che ovviamente cerca di mantenere il dominio sul mondo e allontanare quanto più possibile la prospettiva multipolare. Questo ha portato e porta la Russia a schierarsi con la Cina, ad aver avuto un ruolo positivo nella crisi siriana e nella sconfitta dell’ISIS, ad allacciare relazioni con tanti paesi del cosiddetto terzo mondo che potrebbero spostarsi dall’egida angloamericana a quella cinese-russa e quindi accelerare il processo multipolare. Per questo, e soltanto per questo (che comunque non è poco…), oggi la Russia va sostenuta. Del resto anche il PC della Federazione Russa è più o meno su queste stesse posizioni e, anzi, invita ad una maggiore incisività, a quanto ne so, nella cosiddetta “Operazione Militare Speciale”.

    • Panda
      5 Luglio 2023 at 13:56

      Al contrario, non fai che confermare il mio punto: forse che Prigogin dichiara di volere la pace? Anzi: rimprovera il governo di insufficiente impegno. Quindi il paragone non può che stabilirsi con quei soggetti che, pur non volendo la pace, ma anzi, proclamando che si sarebbero impegnati ancora più intensamente nello sforzo bellico (e quindi il riferimento a Cadetti e conservatori di febbraio, che accusavano lo Zar di mollezza verso la Germania, mi pare effettivamente il più pertinente), coi loro intrighi hanno invece aperto la possibilità del futuro intervento bolscevico e condotto al “furto” della vittoria (che questa sia una balla – lo ripeto – non ci piove, ma è perfettamente sensata rispetto al discorso che sta facendo Putin, mentre il paragone Lenin-Prigogin non lo è).

      • Fabrizio Marchi
        5 Luglio 2023 at 16:34

        Sì, ma resta l’ambiguità, evidentemente voluta, del messaggio. Se vuoi dire qualcosa, dilla con chiarezza. E invece è rimasto ambiguo. Ragazzi, Putin non è un eroe del socialismo, è a parer mio quello che ho descritto nel mio precedente commento.

        • Panda
          5 Luglio 2023 at 16:49

          Non penso affatto sia un eroe del socialismo: ha paragonato – vergognosamente – i bolscevichi ai woke americani! Sono anche d’accordo con la tua analisi del personaggio. Sto solo dicendo che in questo preciso caso, rispetto a quella che è la figura di Prigozhin o Prigogin che dir si voglia, la connessione è molto più plausibile con i borghesi di febbraio che con Lenin, rispetto a cui proprio non avrebbe senso (rispetto a ciò che può voler dire Putin non al giudizio che ne diamo noi). Penso che per i russi il riferimento sia meno ambiguo di quel che può apparire a noi, comunque fonti e argomenti sono lì, ognuno valuti da sé.

          • Giulio Bonali
            5 Luglio 2023 at 22:56

            Putin ha blaterato di “tradimento che colpisce alle spalle la Russia vincente in guerra da parte di Prigogin” e fin qui potrebbe forse aver
            ragione almeno in qualche misura, “come già sarebbe successo secondo lui nel 1917; ma in tale circostanza a fermare -giustamente- la guerra (il macello imperialistico mondiale, nel quale l’ esercito russo era peraltro messo assai male, alla faccia delle tragicomiche millanterie di Putin) non furono né Kerensky e i cadetti né tantomeno Kornilov, ma invece unicamente e senza dubbio alcuno Lenin e i Bolscevichi.
            Ci si può arrampicare virtuosisticamente sugli specchi ricamando fin che si vuole sugli ipocritissimi e pavidi sottintesi di Putin, ma si tratta di un preteso “enigma” storico tipo quello del colore del cavallo bianco di Napoleone.

          • Fabrizio Marchi
            6 Luglio 2023 at 0:08

            Sono sostanzialmente d’accordo.

          • Panda
            6 Luglio 2023 at 0:46

            Infatti l’accusa non è di avere direttamente fermato la guerra, ma di avere efficacemente “intrigato e litigato”, una scelta di termini molto più adatta al febbraio che all’ottobre, “when the country was fighting in World War I”, ciò che successivamente, e contro le intenzioni degli “intriganti”, ha portato al “furto” della vittoria e alla guerra civile: a me, e non solo a me, il riferimento al febbraio pare una lettura lineare e per niente virtuosistica, che ha il notevole pregio di evitare l’attribuzione – quella sì, piuttosto assurda – a Putin dell’accostamento di un oppositore della guerra a un guerrafondaio, che ovviamente va prima di tutto screditato agli occhi di chi potrebbe simpatizzare con le sue posizioni (ciò che spiega ovviamente l’apologia dell'”inutile strage”). Come ho detto: ognuno valuti da sé.

  5. Giulio Bonali
    6 Luglio 2023 at 8:31

    Complimenti per l’ ennesima virtuosistica arrampicata sugli specchi!

    Qui, dato che non ho tempo da perdere per ripetere cose già scritte e già hanno tagliato la testa al toro, mi limito a rilevare che la guerra civile (più l’ intervento armato straniero -un vero e proprio tentativo di invasione- da parte delle potenze dell’ Intesa!) non fu affatto scatenata (dalla reazione bianca) dopo la rivoluzione di Febbraio bensì dopo la rivoluzione d’ Ottobre; quindi gli “intrighi e litigi” che secondo le balle putiniane avrebbero “pugnalato alle spalle la Russia rubandole la vittoria nella prima guerra mondiale” non possono in alcun modo, nemmeno con la più generosa “buona volontà” essere verso l’ attuale capo del Kremlino, falsamente attribuiti agli autori della prima, alla quale infatti non “conseguirono”, bensì a quelli della seconda delle rivoluzioni del ’17 che in un certo senso li “provocò” (nel senso che la guerra civile e i molteplici tentativi di invadere la Russia Sovietica furono scatenati dai controrivoluzionari “in seguito” ad essa e alla pace che -fra l’ altro di altrettanto meritorio- assicurò ai popoli dell’ ex-impero zarista).

    Pretendere di mimetizzare l’ obbrobrioso accostamento da parte di Putin del guerrafondaio imperialista Prigogin agli antiimperialisti e fautori (fra il molto altro di meritorio) della pace Bolscevichi non ha nulla di pregevole, ma é anzi spregevolissima (a prescindere dalle intenzioni soggettive che può avere chi aderisce o promuove l’ assurda pretesa, ovviamente).

    • Panda
      6 Luglio 2023 at 13:44

      Caro Giulio, tu continui a parlare come se Putin avesse detto che gli intrighi e i litigi, termini risibili per descrivere la rivoluzione di ottobre anche da un punto di vista borghese, “conseguirono” o “provocarono” direttamente l’uscita dalla guerra e la successiva guerra civile; purtroppo per te e i tuoi tori non c’è nulla del genere, bensì l’equivalente russo di “turned in to”, cioè “si trasformarono”, ciò che chiaramente suggerisce, e in nessun modo esclude, una più lunga e indiretta catena causale “contro l’intenzione” di chi l’ha avviata, ciò che, almeno per quanto riguarda l’uscita dalla guerra, sembra molto difficile attribuire ai bolscevichi: risulta quindi necessario ricorrere ad altri elementi per interpretare il passo, in primis le intenzioni retoriche di Putin rispetto al contesto.

      A questo proposito, mi fa piacere che anche tu ammetta l’assurdità dell’accostamento di Lenin a Prigogin, senza che naturalmente questo ti faccia sorgere il minimo dubbio che forse quell’accostamento non ci sia, visto che lo scopo di Putin era denigrare Prigogin davanti agli ammiratori suoi e non quelli di Lenin, due categorie che dubito si sovrappongano più ampiamente di tanto. Dei tuoi giudizi di spregevolezza me ne faccio quanto delle tue accuse di essere no vax: una grassa risata. Buon proseguimento.

      • Fabrizio Marchi
        6 Luglio 2023 at 21:33

        Ragazzi, lo dico sia a Panda che a Giulio Bonali, siamo qui per discutere e confrontarci e non per litigare o tanto meno a insultarci. Oltretutto non avrebbe alcun senso, specie fra persone come noi che condividono in linea di massima lo stesso orizzonte ideale e politico. Non commettiamo gli stessi errori che si commettono sui social. Questo giornale avrà pure tanti difetti ma è un luogo serio di riflessione politica, sociologica e filosofico-politica. E siamo tutti noi a renderlo tale, redattori, collaboratori e commentatori. Comportiamoci di conseguenza. Lo dico a tutti, sia chiaro…

        • Giulio Bonali
          7 Luglio 2023 at 8:29

          Anche a seguito di questo invito, non ripeto quanto già esaurientemente argomentato,
          Anche perché chi ha occhi per vedere, orecchie per sentire e sagacia per capire il (maldestramente) non detto e non mostrato (il malissimo celato) ha già più che sufficienti elementi per non dubitare dell’ indubitabile.
          Ovviamente chi vuole ostinarsi a credere che il mondo sia più bello di quello che é può sempre continuare a farlo a dispetto dell’ evidenza.

  6. Piero
    6 Luglio 2023 at 17:58

    Che Putin parlasse di Lenin, nel quadro del suo generale anti-leninismo e anti-bolscevismo, lo ha spiegato bene anche il prof.Canfora. Gilbert Doctorow è poco credibile, per dire è uno che ha sostenuto che “Ci si può rammaricare che Zyuganov si sia ostinatamente rifiutato di cambiare il nome del suo partito. La realtà è che le posizioni politiche del Partito comunista gli consentirebbero, nel contesto dell’Europa occidentale, di chiamarsi Partito Socialdemocratico di Russia”. La mia impressione è che sia uno che pieghi la realtà ai suoi desideri.

    • Panda
      7 Luglio 2023 at 15:41

      Canfora è certamente un grande storico, ma quando parla dell’attualità alterna giudizi molto lucidi ad altri, diciamo, più discutibili. Stiamo quindi agli argomenti. Che Putin si starebbe riferendo agli eventi di febbraio è stato opinato, o addirittura dato per scontato, da gente con le opinioni più diverse su di lui e la guerra. Esempio:

      “Significativamente, Putin ha paragonato la situazione a quella del 1917:

      “Un colpo come questo è stato fatto nel 1917, quando il Paese era nella Prima Guerra Mondiale, e la vittoria gli è stata praticamente rubata. Intrighi e discussioni alle spalle dell’esercito si sono rivelati la più grande catastrofe, la distruzione dell’esercito e dello Stato, la perdita di enormi territori, con la tragedia e la guerra civile conseguenti “.

      Questo è ovviamente falso, fu il disastro della Prima Guerra Mondiale a scatenare *la Rivoluzione di Febbraio* del 1917, non il contrario. Ma conferma la natura reazionaria imperialista filozarista dell’ideologia di Putin.” (https://www.marxist.com/russia-il-fallimento-dell-avventura-di-prigozhin.htm).

      Semplicemente quelle parole descrivono meglio il febbraio che l’ottobre; ma soprattutto, come ho già detto, non riesco a immaginare quale efficacia retorica potesse sperare di ricavare Putin con l’assurdo (anche per il suo pubblico) paragone fra un dirigente militare ribelle che accusa il governo di insufficiente impegno bellico e un rivoluzionario antigovernativo che alla guerra era ferocemente contrario dal giorno uno. E’ possibile non si possa concedere, considerati sia testo che contesto, che è almeno sostenibile che il paragone sia invece con i dirigenti politici e militari che incolpavano lo zar di insufficiente zelo bellico e le cui azioni, ovviamente grazie all’operare di molti altri attori politici e sociali, aprirono la strada alla capitolazione della Russia? (Fatto su cui ovviamente il nostro giudizio *non* corrisponde affatto a quello di Putin). A me pare di sì, senza bisogno di insultare chi lo sostiene; ognuno valuti poi da sé.

      • Ricky
        9 Luglio 2023 at 15:13

        Come riporti “la perdita di enormi territori, con la tragedia e la guerra civile conseguenti” ha concluso Putin. Mi pare evidente che si riferisca alla pace voluta da Lenin e dai bolscevichi come esito nefasto (“catastrofe”) di “intrighi e discussioni alle spalle dell’esercito”, nel quale tra l’altro erano stati costituiti i soviet.

        Quindi Putin non dice che Prigozhin è ideologicamente come Lenin, il che sarebbe ridicolo, ma lo accusa di fare qualcosa che può portare al disastro di cui sarebbe secondo lui responsabile Lenin, la perdita di territori e la distruzione dello Stato russo sostituito dall’Urss, unione federale di repubbliche nazionali, accusa già ripetuta più volte da Putin verso Lenin e i bolscevichi.

        Anche Prigozhin prima aveva detto che la situazione come gestita da Shoigu e Gerasimov poteva portare a un nuovo ’17, nel senso negativo di una rivoluzione bolscevica. Insomma…è una gara tra neozaristi a prendere di mira Lenin e i bolscevichi per attaccarsi a vicenda.

        • Panda
          9 Luglio 2023 at 20:09

          Direi più genericamente neonazionalisti, ma certo, in questi termini sono d’accordo: non c’è un paragone diretto con Lenin – punto su cui mi pare tu convenga – bensì con gli “intrighi” di febbraio, di cui vengono agitate come spauracchio indirette conseguenze “catastrofiche” che sappiamo benissimo essere state anche e prima di tutto opera dei bolscevichi (non esplicitamente nominati). Solo, non vedo alcun riferimento agli effetti sociali della rivoluzione, ma solo all’uscita dalla guerra e alla guerra civile.

  7. Ashan
    15 Luglio 2023 at 15:35

    Purtroppo si, dai commenti, avete ragione; la Russia è di nuovo zarista, ma al tempo stesso va sostenuta, molto intelligente ar. di Zecchinelli

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