L’assassinio del blogger antinazista russo Tatarskij e la distruzione psicofisica del fondatore di Wikileaks dimostrano come l’Occidente non sia più il Simulacro della Ragione, ma, preso in custodia dall’imperialismo USA e dalla lobby sionista, l’emblema d’una tirannide liberticida. Nel corso delle mie analisi, negli ultimi anni, ho inquadrato questo processo come l’edificazione di una nuova Architettura di potere.
La SBU ucraina con l’assassinio del blogger e reporter di guerra Vladlen Tatarskij (il cui vero nome è Maksim Fomin), ha adottato pienamente i metodi di Daesh, diventando l’emblema della decomposizione della società occidentale.
I media nazi-punk israeliani-ucraini sono letteralmente impazziti dalla gioia. L’ex ufficiale israeliano, Igal Levin, ha scritto:
“Tatarskij era più succulento della Dugina, ora ne serve un terzo, più succulento di Tatarskij e allora non abbiamo più dei casi, ma una metodica distruzione dei maiali-spazzatura. Non un caso isolato, ma una tendenza” 1
L’Umanità, per il Super-Clan che domina l’anglosfera, è antiquata: la morte di un ‘’non occidentale’’ genera indifferenza, come se fuori dal ‘’mondo globalizzato’’ vivessero ‘’non uomini’’. Il governo ucraino, erede del terrorismo della Lega Anti-Comunista Mondiale di cui ha fatto parte anche l’italiano Stefano Delle Chiaie, ha rilanciato la dottrina della ‘’guerra eterna’’, al contrario la Federazione Russa persegue sulla strada della ‘’guerra parziale’’ con l’obiettivo di defascistizzare Kiev. Arrivati ad un certo punto, su scala globale, è necessaria un’azione molto più incisiva contro il nazismo neocons: eredi dell’alleanza strategica fra le milizie musulmane bosniache e le Waffen SS, gli stragisti ucraini contemplano la distruzione del ‘’cuore del mondo ‘’.
Le dichiarazioni di Levin vanno di pari passo col riposizionamento della lobby israeliana dalla parte degli eredi di Stephan Bandera: figlio di Benzion Netanyahu, segretario personale di Vladimir Jabotinsky, Benjamin Netanyahu ha sfruttato l’assenza di democrazia in Israele per imporsi come un tiranno, ricucendo l’alleanza strategica con i ‘’nazionalisti integralisti’’ ucraini ed i militaristi giapponesi. La lobby degli straussiani, ideologi di un totalitarismo distopico globale egemonizzato dagli Stati Uniti, stanno preparando la III (in realtà sarebbe la IV) Guerra Mondiale: una grande controrivoluzione mondiale, di cui Kiev, Tel Aviv e Tokio sono pedine.
Il Giappone prigioniero del suo “fascismo-shintoista”
Washington sostiene la militarizzazione del Giappone sul ‘’modello’’ ucraino: laboratori militari P4, deindustrializzazione del paese e messa al bando dei partiti di sinistra. Non si tratta del ‘’fascismo tradizionale’’ (del resto la lotta contro il neoliberismo, presenta delle difficoltà maggiori rispetto alla distruzione del ‘’fascismo storico’’), ci troviamo davanti alla costruzione di una nuova Architettura di potere. La storia del Giappone post-bellico non ha nulla a che vedere con la genesi storica di un nazione asiatica, quanto piuttosto di una grande base militare USA:
‘’Quando nel 1946 gli Stati Uniti occuparono il Giappone, pensarono innanzitutto a epurarlo dagli elementi militaristi. Ma allo scoppio della guerra di Corea decisero di appoggiarsi al Giappone per lottare contro il comunismo. Posero fine ai processi in corso e riabilitarono 55 mila alti funzionari. Attuarono il piano Dodge, corrispondente al piano Marshall per l’Europa. Hayato Ikeda, uno dei fortunati beneficiari del cambiamento di politica statunitense, divenne primo ministro e rimise in sesto l’economia del Paese. Con l’aiuto della CIA fondò il Partito Liberal-Democratico. Dalla corrente di Ikeda provengono Shinzo Abe, primo ministro dal 2012 al 2020, nonché il suo successore, Fumio Kishida.’’ 2
L’unione fra shintoismo, fascismo ed americanismo-imperialista rappresenta un cocktail politico letale: Tokio è una mera ‘’espressione geografica’’ integrata nel progetto USA di costruire illegalmente la Nato asiatica. Kishida ha fatto visita a Zelensky: gli eredi del Giappone imperiale hanno abbracciato il progetto russofobo ed antisemita dei seguaci di Bandera.
Il capitalismo della sorveglianza (come l’ha definito il giornalista Julian Assange) è una distopia liberticida; non esistono mezze misure, dev’essere abbattuto altrimenti l’Europa perderà sé stessa. Sergey Udaltsov, militante del Fronte della Sinistra russa, ha sottolineato la necessità di una rivoluzione popolare ed antimperialista contro la tecnocrazia ‘’bianca’’ neoliberista:
“Ora stanno discutendo diverse versioni dell’omicidio di Vladlen Tatarsky. Ma l’essenza di ciò che sta accadendo è la stessa: il sistema capitalista ha immerso il mondo in un’altra guerra globale, ha messo i popoli fraterni l’uno contro l’altro, incitando e coltivando l’odio reciproco. E in una situazione del genere, sfortunatamente, ci saranno molti altri omicidi e attacchi terroristici. C’è solo una via d’uscita: cambiare il sistema e l’ideologia, iniziare ad attuare un giusto progetto socialista in Russia, unire tutti i popoli oppressi del mondo. Prima ciò accadrà, prima ci sarà vittoria e pace, prima cesseranno i sanguinosi attacchi terroristici…”
Il massacro di Assange (comprovato dalle recentissime foto, prontamente censurate sui social) e l’assassinio di Darya Dugina e Vladlen Tatarsky, confermano le parole del filosofo marxista Gyorgy Lukacs: ‘’la società capitalista è una tubercolosi organizzata’’.
https://visionetv.it/ucciso-vladlen-tatarskij-speciale-a-cura-di-mark-bernardini/
https://www.voltairenet.org/article219083.html
Fonte foto: Agenzia Nova (da Google)