L’assalto israeliano in Cisgiordania. Il governo fascista di Netanyahu provocherà un cataclisma?


L’imperialismo israeliano ha esteso la propria offensiva terroristica, oltre al martoriato lager di Gaza, ai territori della Cisgiordania, una operazione di pulizia etnica che va inquadrata esaminando tre step differenti, fra loro riconnessi:

  • Il genocidio del popolo palestinese e la distruzione socioculturale della Palestina storica.
  • La guerra regionale, organica alla dottrina della “guerra eterna” sistematizzata dagli straussiani (i seguaci dell’ideologo del neoconservatorismo, Leo Strauss), per la costruzione del “Medio Oriente allargato”.
  • Il colonialismo termonucleare contro l’Eurasia. In quest’ultima circostanza, Israele si posiziona ai vertici della piramide capitalista insieme ad USA e Gran Bretagna.

Il governo sionista-revisionista di Tel Aviv è organico ad una concezione fascista dello Stato. Le ultime informative di un funzionario dello Shin Bet, l’apparato d’intelligence israeliano equivalente all’FBI statunitense, sottolineano la disgregazione dello Stato di diritto ed una concezione etnica e teocratica della politica:

“Le parole di Ronen Bar rendono ancor più evidente la crepa tra l’apparato della sicurezza di Israele e l’ala più estremista del governo Netanyahu che non ha perso occasione negli ultimi anni, e in particolare dopo il 7 ottobre, per alimentare e infuocare la spirale di violenza dei coloni in Cisgiordania. «Questi non sono crimini – scrive – è un uso della violenza per creare intimidazione, per diffondere paura. Questo è terrore». E ha sottolineato come la violenza si sia «significativamente ampliata» perché non c’è stata – e continua a non esserci – una risposta della polizia e per la connivenza di alcuni leader nazionali. Il riferimento è chiaro. Uno è il ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir che aveva già in passato chiesto il suo licenziamento del capo dello Shin Bet, che è responsabile delle forze di polizia e che a ottobre è stato immortalato mentre distribuiva fucili d’assalto ai coloni e l’altro è Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze con delega agli insediamenti. A maggio Smotrich, che vive nell’insediamento di Kedumim a soli 10 minuti di distanza da Jit, ha annunciato l’approvazione di altre 10. 000 unità abitative in Cisgiordania, e a giugno ha affermato che «sviluppare insediamenti ebraici è il solo modo per impedire uno Stato palestinese».” 1

Ragionando col metodo comparatistico, possiamo considerare tragedie contemporanee come il rogo di Odessa (Ucraina 2014) e l’invasione sionista della Cisgiordania (decine di morti in pochissime ore) la Notte dei Cristalli del ventunesimo secolo. Qual è l’obiettivo del regime sionista? Secondo il giornale arabo The New Arab:

La radio dell’IDF ha citato l’esercito israeliano che ha affermato che “le campagne precedenti non hanno ottenuto risultati”, spingendoli a “effettuare qualcosa che cambierebbe la realtà in Cisgiordania”.

Le forze israeliane hanno aggiunto che “non vogliono che la Cisgiordania diventi un fronte che ci impedirebbe di combattere a Gaza e in Libano”. L’esercito israeliano, in una dichiarazione su X, ha definito l’evento “un’operazione antiterrorismo congiunta con lo Shin Bet”, accusando il campo di Nur Shams a Tulkarem di essere utilizzato per “gestire attività terroristiche per danneggiare le nostre forze che operano sul campo”.” 2

Una operazione militare lanciata subito dopo l’approvazione, da parte del governo israeliano-fascista, dell’espansione degli insediamenti ebraici ad Est di Gerusalemme. L’etnopolitica è una variante del fascismo, una ideologia politica che il sionismo-revisionista ha modernizzato nei decenni successivi alla Shoah, combinandola culturalmente col post-modernismo e militarmente con le nuove tecnologie belliche (es. IA). Fu il padre di Benjamin Netanyahu, a rendersi compartecipe dell’alleanza fra nazifascismo e destra sionista, un piano criminale che, alimentando l’antisemitismo in Europa, ha convertito l’hitlerismo nel nucleo metafisico di Israele post-1977.

La Crociata pan-imperialistica di Netanyahu (approvata tanto da Kamala Harris quanto da Donald Trump) ha, anche, una matrice anti-cinese. La Cina ha scelto la strada della giustizia sociale schierandosi con la Resistenza palestinese e rompendo, in piena conformità con la Carta delle Nazioni Unite, col regime sionista. Oggi Pechino sta pensando di far passare la Via della Seta attraverso Iran, Iraq, Terra di Palestina e Siria; una geoeconomica dello sviluppo andrebbe a configurare una sconfitta durissima per Tel Aviv, tempio moderno del neoliberismo. Israele, isolata nella transizione al multipolarismo, è uno “stato clientelare” fallito.

Domanda: Israele provocherà l’Armageddon? Un futuro da incubo che soltanto la classe operaia arabo-israeliana, attraverso il rilancio del conflitto Capitale/Lavoro, potrà fermare.

Il sionismo sta distruggendo le basi dello Stato di diritto

Israele uccide, censura ed arresta. Fonti autorevoli come HispanTV ci informano sul ruolo del Mossad nell’arresto di Pavel Durov, fondatore di Telegram e VK, a Parigi:

“Il quotidiano Sabah ha sottolineato che più di un milione di documenti relativi a Israele sono stati pubblicati sul canale DDoSecrets, che è come WikiLeaks, sulla piattaforma di Durov.

Secondo i media israeliani, questi dati pubblicati lo scorso aprile si riferiscono alle informazioni personali di alti funzionari israeliani, alla corrispondenza riservata e ai documenti interni e segreti del ministero degli Interni di questo regime.” 3

Durov, tecnico informatico a dir poco geniale, sarà anche un personaggio controverso (secondo Pepe Escobar, organico al liberal-globalismo), ma gli hacker che hanno violato i server del deep state israeliano hanno presidiato la libertà d’espressione ed il giornalismo d’inchiesta. I militanti anticapitalisti devono essere in grado di egemonizzare, nel senso gramsciano, le nuove tecnologie informatiche, surclassando la borghesia USA nel controllo dei cyber-spazi.

La Francia da Stato colonizzatore è diventato un regime colonizzato dalla lobby degli straussiani, un apparato di potere reo d’aver pianificato un autentico golpe. Seguendo le orme di Hitler, Netanyahu ha ordinato la chiusura delle sedi del Partito Comunista Israeliano; il cerchio si è chiuso, lo Stato sionista è uno “Stato del male”.

Per sopravvivere l’imperialismo collettivo deve dare la caccia ai dissidenti, per questo l’UE sta cercando di acquisire – quantomeno – un po’ di controllo su Telegram (considerando, fra l’altro, come l’Europa non abbia social network). Israele comanda e l’UE esegue. Tel Aviv vorrebbe rilanciare, indisturbata, il piano di Washington per la “guerra globale”.

Israele ha accelerato la transizione ad una nuova “Architettura di potere”, per dirla con Edward Snowden; l’assassinio dei leader di Hamas ed Hezbollah, la crocifissione dei palestinesi e l’arresto dei militanti antimperialisti nell’Occidente collettivo, configurano un’autentica controrivoluzione unipolare preventiva. Il governo israeliano, calpestando le vittime dell’Olocausto (ebrei, socialisti e comunisti), è il Male Assoluto del nostro tempo.



Fonte foto: La Repubblica (da Google)

2 commenti per “L’assalto israeliano in Cisgiordania. Il governo fascista di Netanyahu provocherà un cataclisma?

  1. Loredana Simoncelli
    1 Settembre 2024 at 17:44

    Sito eccezionale, contenuti veritieri.

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