Il centro-sinistra sudamericano si prepara al confronto con l’imperialismo USA. In Bolivia dopo la vittoria del MAS, i golpisti evangelici, chiedono 350 visti per gli Stati Uniti. La Bolivia si avvia alla resa dei conti.
Il generale Dominique Delawarde, francese, ex capo di Situazione, Intelligence e Guerra Elettronica dello stato-maggiore interarmi di pianificazione operativa, ha analizzato il conflitto fra il governo ‘’rivoluzionario’’ boliviano e lo stato profondo ‘’americano-sionista’’ cercando, da uomo di intelligence, d’indirizzare il nuovo governo patriottico boliviano:
‘’Per conservare il potere, il nuovo governo del presidente Luis Arce dovrà fare pulizia e liberarsi il più rapidamente possibile di tutti i felloni che hanno partecipato all’organizzazione del colpo di Stato del 2019, portarli davanti alla giustizia e farli condannare, facendogli passare la voglia – che già hanno – di recidivare. La pulizia dovrà essere profonda e raggiungere molti strati dell’alta gerarchia, perché mentre erano al potere i felloni avranno sicuramente favorito la carriera dei propri fedeli, possibili golpisti di domani. Il nuovo potere dovrà anche fare in modo di riprendere in mano le istituzioni finanziarie e di vietare per legge ogni forma di concentrazione dell’apparato mediatico nelle mani di un ristretto numero di individui, talvolta (spesso?) malintenzionati’’ 1
‘’Le popolazioni dei grandi Stati occidentali dovrebbero interrogarsi sullo stato di salute della propria democrazia e sul ruolo che nei loro Paesi svolgono denaro, media e giudici, pronti a falsificare risultati elettorali. Basta pensare alle campagne elettorali statunitensi del 2016 e 2020 per accorgersi che la menzogna, i colpi bassi e l’apparato giudiziario favoriscono ogni giorno la manipolazione dell’opinione pubblica e della facoltà di giudizio dell’elettore, principale bersaglio di queste manipolazioni. Basta anche aver vissuto le elezioni francesi del 2017, ove gli stessi metodi manipolatori sono stati utilizzati da media e giudici – facitori di re – per portare al potere colui che le lobby della finanza avevano scelto’’
La società civile occidentale è ignara dei legami fra il collasso del sistema sanitario e l’adozione delle politiche di guerra: l’imperialismo uccide costringendo i governi a disinvestire nello Stato sociale per rafforzare lo stato di guerra interno e transnazionale. L’ “indio-socialismo” di Morales si basa sull’innalzamento dello stile di vita degli indio agli standard della medio borghesia sudamericana, una alleanza anti-statunitense con i settori progressisti dell’alta borghesia nazionalista ed un interclassismo patriottico capace però di radicalizzare la classe operaia. Come scrisse James Petras, Morales oscilla fra due posizioni: ‘’il più radicale dei conservatori o il più conservatore dei radicali’’. Lo schiaffo dato dal popolo boliviano a Washington è il benvenuto, nonostante ciò il MAS dovrebbe imparare la lezione del passato: il rivoluzionario marxista argentino Ernesto ‘’Che’’ Guevara, chiarì che nei paesi coloniali un fronte antimperialista avrebbe potuto prendere il potere per via elettorale, ma nella fase successiva del processo rivoluzionario la guerra civile sarebbe diventata una tappa ineludibile per il passaggio di fase: la transizione ad una società non capitalista. In Russia, la guerra civile ‘’lampo’’, portò alla vittoria bolscevica contro la reazione bianca; contrariamente a quanto avvenne in Cina, dove il conflitto fra Mao ed i nazionalisti conservatori durò oltre un ventennio (con l’alleanza anti-giapponese nel mezzo). Si tratta di dinamiche sociali complesse che, nel corso dei decenni nella storia recente, si sono ripetute con varianti locali (es. la rivolta antimperialista islamica in Iran) meno atipiche di quanto si possa, comunemente, credere.
In Venezuela, il nazionalismo patriottico anti-occidentale è diventato un adattamento del marxismo alle condizioni regionali: sopperendo al sottosviluppo imposto dalle potenze sotto-sviluppanti (definizione di Fidel Castro), i dirigenti del PSUV hanno nazionalizzato i settori strategici dell’industria, inquadrato la classe operaia in organizzazioni sindacali e sociali e spostato l’esercito su posizioni interclassiste di difesa della patria. L’evangelismo pro-USA ed il fondamentalismo cattolico, riprendendo la categoria di egemonia (Gramsci), è stato ridotto al rango di una setta isterica, mentre la Teologia della liberazione e quella del popolo, globalizzazione ecumenica del peronismo sociale, hanno egemonizzato il dibattito accademico. Caracas è una fortezza inespugnabile per Trump ed i suoi lustrascarpe.
La giornalista argentina Stella Calloni, autrice del libro Colpo di stato in Bolivia: ordinato da Washington, ha documentato la penetrazione dell’imperialismo israeliano nella regione:
“Il rapporto di Israele con la polizia cilena è molto forte. È noto che i consiglieri israeliani furono coinvolti in queste manovre insieme al Comando Meridionale sia in Cile che in Argentina. Quindi dobbiamo iniziare a fare un’indagine molto approfondita, e volevo semplicemente indicare la punta dell’iceberg, perché so che molte persone, con più o meno una piccola mappa disegnata, inizieranno a indagare su questo “
“Le manovre che sono state effettuate alle frontiere sono terminate pochi giorni prima delle elezioni, e viene da chiedersi a cosa servissero 3.000 soldati argentini e cileni, come se si preparassero a una guerra; penso che tutto ciò è servito per consentire il possibile ingresso di truppe militari attraverso i confini della Bolivia ” 2
Israele è un ingranaggio della controrivoluzione mondiale. Inoltre, gli interessi della lobby sionista sono intrecciati con quelli delle multinazionali statunitensi e della borghesia ‘’vendi patria’’: se l’America Latina viene vista dagli USA in quanto ‘’cortile di casa’’, lo stato israeliano vorrebbe trasformarla in ‘’casa d’oltremare’’. La sconfitta della destra finanziaria in Argentina e la mobilitazione popolare contro l’estrema destra cristiano-sionista cilena, mettono a repentaglio la penetrazione neocoloniale di Tel Aviv: l’America ribelle, al di là degli slogan utopisti, è un contrappeso geopolitico alla neo-Dottrina Monroe di Trump ed alla ‘’guerra infinita ‘’ teorizzata dalla fazione ‘’cosmopolita’’ dell’imperialismo ‘’yankee’’. La Russia, militarmente, non permetterà la caduta di Caracas; Pechino e l’Avana hanno vinto, insieme, la guerra multidimensionale e farmacologica al tempo del Covid-19. Il vaccino sino-cubano clinicamente testato arriverà in Sudamerica con grande anticipo rispetto ai veleni della Bill e Melinda Gates Fondazione. Il Partito Comunista Cubano, nelle nazioni dipendenti (es. Brasile), gode del rispetto dell’Elite accademica; contrariamente i fanatici cristiano-sionisti vengono giornalmente presi di mira per i loro sproloqui anti-scientifici.
La quarantena ha spinto diversi governi borghesi ad avviarsi verso la costruzione di una nuova Architettura di Potere, ma le guerriglie non hanno deposto le armi: in Colombia, Perù e Paraguay milizie marxiste-leniniste ricollegano la mala gestione della pandemia alla natura corrotta della nano-borghesia dei paesi periferici. Il giornalista marxista Rainer Shea ci informa sul cambio di rotta in Argentina:
‘’Nonostante la dura repressione che viene dal governo comunque “capitalista” argentino al fine di far rispettare le regole di quarantena, le richieste dei poveri e delle classi lavoratrici argentine si stanno avvicinando molto più alla realizzazione di quanto non avvenga nella maggior parte degli altri paesi dell’America Latina. I principali funzionari del governo argentino hanno sostenuto una proposta di imposta sui ricchi (patrimoniale -ndt.) che potrebbe raccogliere il valore di circa 3 miliardi di dollari.
La proposta non passerà senza contrasti, ma questo è un segno di quanta minaccia rappresenta per l’imperialismo; le fazioni di destra che si oppongono stanno lavorando nell’interesse degli Stati Uniti, che hanno cercato di utilizzare strumenti di intrappolamento del debito per rafforzare il controllo sull’Argentina. Questo tipo di imposta sul patrimonio renderebbe il paese in grado di sostenere autonomamente la propria economia (sarebbe il secondo calcio al FMI-ndt)’’ 3
I peronisti liberali e moderati non ricollegabili alla guerriglia filo-cubana degli anni ’70 ispirata alla Teologia della liberazione, non sono disposti a farsi condizionare da Trump: il Venezuela è un alleato tattico, la Teologia del popolo, Messico e la fazione anti-evangelica della Chiesa Cattolica condividono col governo di Buenos Aires una linea strategica. Washington, governata da un presidente a tratti pazzoide, non gode di credibilità e verrà espulsa dalla regione.
Il passaggio ad un mondo multipolare rimane una opzione ‘’borghese’’, nonostante ciò la fuoriuscita dell’America Latina dal mondo globalizzato potrebbe favorire la nascita di nuove forme di nazionalismo antimperialista, neo-socialismo e la formazione di nuovi partiti marxisti-leninisti. Secondo Shea, l’unico modo per sottrarre definitivamente un paese dalle grinfie dell’imperialismo è la guerra popolare, nonostante ciò diverse nazioni hanno adottato un modello semi-indipendente inquadrabile come ‘’terza via’’: riformismo sociale, contrapposizione all’Alt Right e semi-pluralismo nel dibattito accademico (i marxisti possono esprimersi liberamente). Se i modelli più radicali di Venezuela e Iran e quelli più riformisti di Argentina e Russia venissero adottati da altre nazioni del mondo non globalizzato nei continenti africano ed asiatico, l’unilateralismo statunitense finirebbe in quella che Trotsky chiamava ‘’spazzatura della storia’’.
https://www.voltairenet.org/article211366.html
https://orinocotribune.com/israel-had-a-hand-in-the-bolivian-coup-argentine-investigator-reveals/?fbclid=IwAR0xklmbS7aRo329uN0YlmzuIxRJWTiD4C-uYSflcSLViY8JKwtvCfI22S4
https://amicuba.altervista.org/blog/?p=13109
Fonte foto: Radio Onda d’Urto (da Google)