I tribunali britannici trascinano il processo
orwelliano aJulian Assange da oltre cinque anni. A Julian è stato negato il diritto
al giusto processo, mentre la macchina statale anglo-statunitense continua
a sperare, per non doversi sporcare le mani, in un collasso psicofisico del
fondatore di Wikileaks.
L’impianto normativo del processo a carico di
Julian Assange è una truffa: qualora venisse estradato, verrebbe processato per
la presunta violazione di 17 punti della legge anti-spionaggio del 1917, con
una possibile condanna a 170 anni di carcere, più l’accusa di “cospirazione per commettere intrusioni
informatiche” la quale contempla
altri cinque anni di detenzione. La Corte permetterebbe a Julian d’appellarsi
su questioni tecniche minori, come la libertà di parola, rimanendo
intatto l’impianto accusatorio costruito dalla CIA fin dal primo
momento. Gli Stati Uniti pretendono d’assassinare civili inermi, in giro per il
mondo, restando impuniti; l’etica dell’imperialismo – rovesciando Terenzio –
recita ‘’niente di ciò che è disumano, mi è estraneo’’.
Il giornalista investigativo
Chris Hedges ha centrato il cuore giuridico e politico della questione, la
costruzione d’una nuova Architettura di potere che va ben oltre i
crimini di guerra consumati dall’imperialismo USA nel ‘’Medio Oriente
allargato’’:
‘’Il team legale di Julian
ha chiesto alla corte di allegare al caso il rapporto di Yahoo! News che aveva rivelato, dopo la pubblicazione dei documenti
noti come Vault
7, che l’allora direttore della CIA Mike
Pompeo aveva preso in considerazione la possibilità di assassinare Julian. Gli
avvocati di Julian speravano anche di far accettare una dichiarazione di Joshua
Dratel, un avvocato statunitense, secondo cui l’uso da parte di Pompeo dei
termini “servizio di intelligence ostile non statale” e “nemico combattente”
erano frasi progettate per dare copertura legale ad un assassinio. La terza
prova che gli avvocati di Julian speravano di presentare era la dichiarazione
di un testimone spagnolo nel procedimento
penale in corso in Spagna contro UC Global.’’ 1
La CIA è il motore
della crocifissione di Julian. Il Vault 7 concerne ‘’gli strumenti di hacking che permettono alla CIA di accedere ai nostri telefoni,
computer e televisori, trasformandoli – anche quando sono spenti – in
dispositivi di monitoraggio e di registrazione.’’, le nuove tecnologie che, declinate militarmente, stanno
accelerando la transizione al ‘’capitalismo della sorveglianza’’. Per
questa ragione, Wikileaks, ovvero un pluripremiato gruppo editoriale, è
stato equiparato ad una guerriglia antimperialista: Mike Pompeo minacciò di
portare la guerriglia urbana nel cuore delle metropoli capitaliste con
l’obiettivo di assassinare i giornalisti ‘’non allineati’’, rei d’essere
‘’filo-russi’’. La pazzia dei neoconservatori rappresenta, per dirla con
Antonio Gramsci, il ‘’sovversivismo delle classi dominanti’’.
Con
una dichiarazione pubblicata su X/Twitter in seguito alla ‘’sentenza
truffa’’ del tribunale, il candidato presidenziale del Socialist Equality
Party (USA), Joseph Kishore, ha spiegato che sia i democratici che i
repubblicani sostengono l’operazione di Propaganda, psyop
utilizzando il linguaggio della Cambridge Analitica, contro Assange: “Il
presidente cambia, ma la sorte di Assange non cambia”.
Kishore
ha analizzato la questione portandola dal piano umanitario alla lotta di classe:
“È
sulla classe operaia che deve basarsi la lotta per difendere Assange. La difesa
dei diritti democratici è la lotta contro l’imperialismo. E la lotta contro
l’imperialismo è la lotta contro il capitalismo”. 2
Non è possibile fermare, con delle armi strettamente tecniche e giuridiche, il massacro di Julian. Il compito dei sostenitori del giornalismo multipolare, quindi cooperante Russia, Cina ed il Sud Globale, è quello di unire l’istanza della liberazione di Assange alle rivendicazioni delle Resistenze antimperialiste: dalla lotta contro il neonazismo ucraino allo sradicamento del sionismo-revisionista nella Terra di Palestina. La lotta per liberazione di Julian deve essere la punta di lancia del movimento operaio, contro il capitalismo in tutte le sue varianti: dal fascismo dichiarato a quello woke coi tacchi a spillo. Questa sentenza, contro un giornalista eroico, non ha nulla a che vedere con la giustizia; è una vendetta pianificata dal Pentagono. Una rappresaglia padronale che, senza indugiare ulteriormente, deve essere fermata dalla forza sociale dai lavoratori di tutto il mondo.