La via israeliana al Russiagate

L’ex Consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Michael T. Flynn, si è dichiarato colpevole d’aver mentito all’FBI intrattenendo, come privato cittadino, rapporti con l’ambasciatore russo a Washington. Purtroppo, i media italiani nascondono alcuni aspetti cruciali della vicenda.

Il procuratore Mueller sta indagando sulle attività di Flynn per conto del presidente turco Erdogan: nel novembre 2017, Michael T. Flynn ricevette dall’intelligence turca – sostiene Mueller – ben 15 milioni di dollari, in cambio della cattura ed estradizione del predicatore islamista Gulen, intimo amico dei Clinton. Questo eclettico generale, fra gli uomini di Trump, è l’unico che non può corrompere giudici o permettersi di pagare prestigiosissimi avvocati quindi, per l’oligarchia, è una sorta di vittima sacrificale. Flynn, del resto, scrisse un libro contro l’Iran, insieme al sionista Ledeen, in cui scagionò Turchia ed Arabia Saudita dalla paternità di Daesh, l’esatto contrario di come stanno realmente le cose.

Il vergognoso Russiagate – non esiste uno straccio di prova contro il governo russo – ha fatto emergere anche il nome del lobbista sionista, marito di Ivanka Trump, Jared Kushner. E’ stato Kushner ad usare Flynn – conoscitore della lobby pro-Israele tramite Ledeen – come ‘’piede di porco’’ per contrastare la manovra anti-Netanyahu di Obama all’ONU; per Kushner, la Russia avrebbe dovuto tollerare, l’insopportabile, espansione delle colonie israeliane. Una manovra fallita che, fra le diverse cose, rappresentò l’ultimo colpo di coda della Clinton verso il presidente uscente, impossibilitato – in ben otto anni – a governare autonomamente.

La Clinton resta il nemico principale e non ha gradito la mossa di Flynn contro Gulen. Per chi lavora Flynn? In un documentato articolo pubblicato su America 24 leggiamo: ‘’Il reporter Michael Isikoff scrisse che Flynn aveva cominciato a ricevere informazioni classificate relative alla sicurezza nazionale statunitense nell’estate 2016, come membro della squadra di Trump, continuando a gestire la propria società di consulenza, la Flynn Intel Group, che offre servizi d’intelligence a clienti stranieri; tra questi, anche un’azienda di un facoltoso uomo d’affari turco, molto vicino al presidente Erdogan, che avrebbe pagato “decine di migliaia di dollari” per le analisi della società, secondo quanto ammesso dallo stesso imprenditore, Kamil Ekim Alptekin, al sito The Intercept. Il giorno delle elezioni, Flynn ha scritto un articolo per The Hill in cui chiedeva agli Stati Uniti di sostenere Erdogan e di consegnare alle autorità turche Gulen’’ 1. Dall’altra parte sono noti i suoi rapporti con la destra israeliana, con la lobby sionista (tramite Ledeen) e l’attività di pubblicista con Russia Today. Un personaggio alquanto eclettico, di grandissima cultura, ma, senza ombra di dubbio, doppiogiochista e viscido.

L’imam Gulen, una sorta d’islamo-sionista, meriterebbe d’essere estradato in Turchia, il suo coinvolgimento nel golpe del luglio 2016 è documentato, ma l’azione di Flynn va ben oltre la costruzione di un ‘’patto d’acciaio ’’ USA, Turchia e Russia; l’ex generale e Kushner vogliono una alleanza strategica fra Israele ed Arabia Saudita contro l’Iran. Nulla che Trump, Clinton ed i neocon non possano già fare, però la Russia è il terzo incomodo fra Washington e Tel Aviv. Meglio ritrasformarla in uno ‘’Stato canaglia’’. Flynn è stato utilizzato dalla lobby sionista, è stato spremuto come un limone fino a quando Putin non è entrato in rotta di collisione con Netanyahu. Adesso i suoi protettori d’un tempo lo sbatterebbero volentieri in carcere.

Erdogan vuole Gulen ed ha ragione. La Clinton non molla, questo islamo-sionista è la chiave per ridurre la Turchia in una pozzanghera di sangue. Chi governa a Washington? Killary non è stata sconfitta, è lei – ancora una volta – la Regina del caos, la pianificatrice della confusione interna. Israele, comunque vada, è protetta: il clan Clinton ed il clan Kushner fanno, entrambi, i suoi interessi; il sionismo non ha nulla – come al solito – da temere, i governanti occidentali gli fanno da schiavetti.

Si tratta di una guerra fra bande: Trump e Kushner da una parte; Clinton con Gulen dall’altra. Le diverse fazioni dell’establishment si stanno facendo a pezzi come le pandillas nelle carceri. Una sfida per il potere da cui il popolo non ha nulla da guadagnare.

http://america24.com/news/flynn-la-turchia-il-piano-per-consegnare-gulen-erdogan-legalmente-illegalmente

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Foto: Washington Times (da Google)

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