Il popolo yemenita si stringe attorno alla Resistenza di Ansarola: risorgerà l’oasi islamosocialista ?
Davanti all’indifferenza della Comunità Internazionale – oltre alla così detta opinione pubblica occidentale – la macchina della morte di Casa Saud, nello Yemen, non sembra volersi fermare: il 25 luglio nuovi bombardamenti aerei hanno provocato ben 120 morti e 150 feriti.
La ferocia di tale aggressione è sotto gli occhi di tutti ed ha evidenti motivazioni economiche e politiche. Lo stesso coinvolgimento degli USA è ormai innegabile. Vediamo.
La maggiore compagnia di armi nord-americana, Raytheon, ha rifornito l’Arabia Saudita con missili della serie AGM – 154 aria – superficie con un contratto di 180 milioni di dollari. La notizia taciuta come al solito da tutti i mass media italiani è stata diffusa dall’ agenzia russa Sputnik e poi ripresa dal giornale online hispantv. Grazie all’aiuto degli Usa e di Israele oggi Casa Saud ha uno degli arsenali bellici più pericolosi di tutto il Medio Oriente. Il giornale hispantv, non a caso, l’ 11 marzo del 2015, aveva fornito dei dati precisi sull’ escalation militare della dittatura saudita.
“Riad experimentó un aumento del 54 por ciento en 2014, y se estima que, en 2015, tenga otra subida de un 52 % para alcanzar los 9800 millones de dólares. Cabe mencionar que, en este año, Arabia Saudí emplea uno de cada siete dólares destinados a la compra de armas, cuyo proveedor principal es Estados Unidos”.
( Fonte: http://hispantv.com/newsdetail/Arabia-Saudi/23563/Arabia-Saudi,-reino-de-armas )
Una domanda è doverosa: come mai gli imperialismi statunitense ed israeliano hanno trasformato l’Arabia Saudita in una macchina da guerra senza limiti? La risposta, nel caso specifico, è la seguente: Washington e Tel Aviv devono stroncare il movimento popolare e rivoluzionario yemenita chiamato Ansarola. La rinascita di una sorta di “oasi” socialista ( islamosocialista ) nello Yemen sarebbe un colpo troppo duro per l’occidente, quindi è necessario – per le classi dirigenti occidentali – sguinzagliare il cane da guardia saudita.
I timori di Washington sono confermati, non a caso, anche dal giornalista indipendente Wayne Madsen: “Il governo di unità nazionale e il potere politico ottenuti dei ribelli huthi e dai separatisti di al-Hiraq, questi assumendo il controllo dell’importante ministero del Petrolio nel governo di unità nazionale yemenita, segna la fine del piano elaborato dall’ex-ambasciatore statunitense nello Yemen, Gerald Feierstein”.
Di quale piano si tratta ? Il Piano Feierstein avrebbe diviso lo Yemen in sei province controllate dal centro, ovvero la borghesia filosaudita. Ma chi sono i veri artefici di questo piano ? Leggiamo:
“Il piano fu elaborato da Feierstein e dai suo cospiratori filo-israeliani e anti-sciiti del dipartimento di Stato di Washington e dei think tank finanziati da Israele come l’Istituto di Washington per la politica del Vicino Oriente (WINEP) e l’Istituto ebraico per la sicurezza nazionale (JINSA)”.
Come al solito Washington inverte le parti: chiama indipendentisti gli appartenenti ad Al Qaeda ed accusa i patrioti e i socialisti di appartenere ad organizzazioni jihadiste.
Il movimento Ansarola gode del pieno sostegno delle classi lavoratrici dello Yemen e non ha mai nascosto il suo orientamento antimperialista. Secondo il leader dei rivoluzionari sciiti il regime di Tel Aviv “incitó a los Al Saud a cometer crímenes en Yemen que son más salvajes en comparación con las atrocidades israelíes. Un gran número de yemeníes ha muerto y sus viviendas han sido destruidas con armas estadounidenses. Pero los yemeníes quieren luchar contra Israel junto a la Resistencia palestina y libanesa. Ahora los yemeníes están castigados por (Arabia Saudí) por sus posturas en relación con la Umma (comunidad islámica”.
Ecco cosa spaventa così tanto gli Usa: la possibilità che un movimento popolare possa prendere il controllo del paese andando a rafforzare l’Asse della Resistenza, una ipotesi concreta date le numerose vittorie sul campo dei rivoluzionari yemeniti.
Sì, avete letto bene, le numerose vittorie sul campo di battaglia di Ansarola. Mentre Casa Saud procede con i massacri indiscriminati di civili, i combattenti sciiti hanno più volte colpito il complesso militare saudita. Proprio mentre scrivo giunge la notizia che nella provincia di Lahji gli insorti hanno distrutto ben otto veicoli militari sauditi. Questo dimostra che, pur nell’enorme disparità di mezzi, le grandi potenze neocolonialiste incontrano gravi difficoltà, sul medio e lungo periodo, a sostenere un confronto militare, sia pure asimmetrico, contro movimenti e gruppi di guerriglieri forti del sostegno popolare.
Qualche giorno fa, sempre gli Houthi, hanno ripreso il controllo di ben dieci basi militari nella provincia di Abyan; la notizia – come al solito taciuta in occidente – ci arriva dall’ agenzia libanese di Alahednews che a sua volta cita fonti miliari yemenite.
La situazione è certamente drammatica e l’indifferenza dell’occidente non fa che coprire nuovamente di vergogna gli Usa, Israele ed i loro alleati ( fra cui l’ipocrita governo e debole governo italiano ). L’Unicef ha segnalato che la guerra – diciamo pure l’aggressione imperialistica saudita – ha avuto un effetto devastante per il sistema educativo del paese. I collegi distrutti sono 3600 e i giovani e i giovanissimi impossibilitati a frequentare le scuole sono circa due milioni.
Nonostante questi effetti “collaterali” devastanti, gli yemeniti si stringono attorno alla guerriglia di Ansarola: riusciranno gli Houthi a respingere Al Qaeda, fermando la mano assassina di Casa Saud? Ancora una volta la questione mediorientali ruota attorno a questa contrapposizione: socialismo islamico (sciita) contro dittatura teocratica (wahabita). Un conflitto con forti connotazioni di classe che va ad intersecarsi (né potrebbe essere altrimenti dato il contesto) con la componente religiosa.
http://www.hispantv.com/newsdetail/EE-UU/40372/EEUU-suministra-355-misiles-a-Arabia-Saudi-en-medio-de-agresion-a-Yemen
https://aurorasito.wordpress.com/2014/11/11/rinascera-loasi-neo-socialista-nellarabia-del-sud/
http://www.hispantv.com/newsdetail/Sociedad/40353/Casi-2-millones-de-ninos-se-ven-privados-de-educacion-en-Yemen