La nuova dottrina nucleare russa come risposta alle provocazioni della Nato


Il demente senile Joe Biden rifornendo Kiev di armi di nuova generazione ha commesso un errore strategico: i “nazionalisti integralisti” non sono nelle condizioni di scalfire la profondità strategica della Federazione Russa. Un errore di valutazione che riflette il degrado della classe dirigente occidentale, corrotta e totalmente incapace di compiere analisi sulla conflittualità sociale e geopolitica.

La Federazione Russa ha schierato, in difesa della regione di Kursk, migliaia di soldati nordcoreani, rafforzando l’alleanza militare strategica con la Repubblica Popolare Democratica di Corea, alleanza che dal 1950 ha il medesimo nemico: la Lega Anti-Comunista Mondiale. Fondata nel 1950 dalla CIA, la Lega Anti-Comunista Mondiale trovò nei “nazionalisti integralisti” ucraini, i quali raccolsero l’eredità politica di Hitler e Stephan Bandera, un Cavallo di Troia contro l’integrazione euroasiatica. La CIA non fa differenza fra comunisti (Corea del Nord) e l’esercito regolare della Federazione Russa, l’unico obiettivo è proiettare l’unilateralismo del Pentagono nel ventunesimo secolo, preservando la dottrina perversa del Destino Manifesto.

Per il presidente Putin, l’invasione della regione di Kursk è il prosieguo della guerra segreta condotta dalla CIA contro l’Unione Sovietica, utilizzando come piede di porco il neofascismo ucraino. Il canale Sputnik ha pubblicato una traduzione non ufficiale della nuova dottrina nucleare russa. Il documento stabilisce che l’intento di Mosca è quello di scoraggiare minacce e provocazioni da parte della Nato: tali minacce includono esercitazioni militari ravvicinate, oppure il rifornimento d’armi ai Paesi in guerra contro la Federazione Russa. La guerra scatenata dalla Nato attraverso il governo ucraino-nazista ha rimodellato il pensiero militare di Mosca; secondo la nuova dottrina militare, la distruzione del ponte di Crimea considerato precedentemente “nei limiti”, adesso potrebbe teoricamente portare ad una rappresaglia nucleare.

Nello specifico, il decreto firmato da Putin autorizza l’utilizzo di armi atomiche in cinque casi: (1) se si ricevono informazioni affidabili per quanto concerne il lancio di missili sul territorio russo; (2) se armi nucleari od altre armi tattiche colpiscono il territorio russo; (3) se l’impatto di un nemico sul governo o le strutture militari è d’importanza critica; (4) se l’aggressione con armi convenzionali alla Russia ed alla Bielorussia rappresenta una seria minaccia alla loro sovranità ed integrità territoriale; (5) nel caso si ricevano informazioni affidabili sul decollo o sul lancio di aerei strategici e tattici, missili da crociera, droni, veicoli ipersonici o altri veicoli volanti e sul loro attraversamento del confine russo 1.

Il sostegno statunitense a Kiev non servirà ad “una banda di drogati e neonazisti” (come li ha definiti Putin):

“I missili ATACMS possono partire da lanciatori mobili HIMARS. I modelli più recenti hanno una gittata di 300 chilometri e volano a un’altitudine di 50 mila metri. Le ultime versioni dei missili Storm Shadow hanno una gittata di circa 400 chilometri. Nessuno di questi missili può raggiungere la Russia in profondità.”(Ibidem)

L’analista strategico Thierry Meyssan, presidente della Rete Voltaire, ha spiegato che Mosca è la prima potenza militare mondiale. Inoltre, la Federazione Russa potrebbe rispondere sostenendo gli avversari degli anglo-statunitensi in Medio Oriente ed America Latina. Nel complesso, l’Ucraina è destinata alla dissezione neocoloniale, perdendo una parte del proprio territorio, cosa riconosciuta anche dallo storico italiano Alessandro Orsini. Il Sud Globale non è disposto ad entrare militarmente in guerra con gli USA (quantomeno in modo diretto), ma davanti a questa catastrofe strategica accompagnerebbe volentieri il Pentagono al camposanto.

Gli Stati Uniti stanno dolosamente provocando l’Armageddon termonucleare

Mentre la fazione “dem” dello “stato profondo” USA si preoccupa di coniugare il fascismo trumpiano con l’Armageddon termonucleare, minacciando i tre quarti del pianeta, Mosca ha teorizzato la creazione di una architettura di sicurezza euroasiatica, accelerando la transizione al multipolarismo. L’establishment occidentale è cerebralmente morto; il degrado della “classe sovrastante” euro-atlantica è la concausa scatenante d’una svista strategica, pensare di sconfiggere Mosca affidandosi ad “una banda di drogati e neonazisti”. L’Occidente collettivo non è più l’Egemone (per dirla col giornalista investigativo Pepe Escobar).

Scrive l’analista strategico Andrew Korybko:

“Mentre gli Stati Uniti vogliono dividere e governare l’Eurasia per rallentare il declino della loro egemonia unipolare, la Russia vuole riunire tutti per accelerare i processi multipolari. A tal fine, trasmettere informazioni sui suddetti piani americani a quei paesi che sono gli obiettivi di tali complotti può fare molto per sventarli e quindi rafforzare la fiducia necessaria alla Russia per aiutare a risolvere politicamente le loro controversie regionali. Questo è il vantaggio inestimabile della partnership con la Russia.” 2

L’occidente non ha più nulla da offrire. Una partnership con Mosca è l’unica soluzione per salvare il Paese dalla catastrofe proveniente dottrina della “guerra eterna”, una calamità che Washington, prima o poi, porterà in Europa. Mai come oggi nella Storia contemporanea, il mondo è stato vicino alla catastrofe termonucleare: gli Stati Uniti ne sono responsabili.

Washington è una belva ferita, i fascisti di Kiev sono sconfitti e i sionisti-revisionisti israeliani hanno perso la maschera: il Sud Globale ha decostruito la narrazione sionista, quantomeno la gran parte del pianeta ha ben chiara la ferocia di Tel Aviv, uno “stato” definito da diversi analisti come infanticida. Mosca e Pechino, al contrario, hanno rilanciato una nuova visione del mondo.

https://www.voltairenet.org/article221543.html

Fonte foto: Il Giornale (da Google)

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