L’Operazione Militare Speciale Z ha impedito la mondializzazione del Grande Reset, ciononostante al Forum di Davos, il tecno-fascista Schwab ha sostenuto che ‘’lo spirito di Davos è positivo’’ riferendosi alla transizione in una nuova Architettura di potere nell’anglosfera. Il WEF ha bisogno d’una guerra cognitiva/psicologica permanente: un ambizioso progetto d’ingegneria sociale per trasformare l’uomo – come dice il nazi-sionista Harari, l’ideologo di Schwab – in un ‘’animale hackerabile’’.
Il superamento del capitalismo padronale verso un regime “capitalista neofeudale” basato sul binomio eugenetica/digitalizzazione dell’economia, venne prospettato nel 1970 da Zbigniew Brzezinski in un’opera praticamente sconosciuta“Between Two Ages: America in the Technotronic Era”, dove ‘’il Carl Schmitt dell’imperialismo USA’’ scriveva: “L’era tecnotronica implica la graduale comparsa di una società più controllata. Una tale società sarebbe dominata da un’élite, svincolata dai valori tradizionali. Presto sarà possibile esercitare una sorveglianza pressoché continua su ogni cittadino e mantenere aggiornati archivi completi contenenti anche le informazioni più personali sul cittadino. Questi file saranno soggetti a recupero istantaneo da parte delle autorità” 1 (citato da Matthew Ehret, SCF 1 febbraio 2021 e da Stefano Zecchinelli in Scenari globali, 24 febbraio 2021 1). L’élite aziendale si è proiettata in un’era post-umana, dove le capacità umane – secondo i tecno-fascisti di Davos – sarebbero superate. Bill Gates ha raccolto l’eredità di Julius Evola: l’Umanità, per la destra etnica/aziendale e la sinistra sintetica, è antiquata.
Una Resistenza antropologica al WEF
Le nazioni non allineate (Cina, India, Iran, Russia ed i paesi sudamericani anti-neoliberisti) stanno contrapponendo al WEF una resistenza antropologica. Non si tratta soltanto di una contrapposizione fra macro-sistemi produttivi (es. neoliberismo Vs statalismo-sociale), ma di un conflitto fra modi inconciliabili d’intendere l’umanità: da un lato abbiamo il predominio dell’Intelligenza Artificiale e l’Elogio dell’apatia dei neocons; dall’altra parte c’è l’Etica comunitaria derivante dal tradizionalismo religioso e anche dai socialismi (cinese, vietnamita, sudamericano, ecc..) che, nel ‘’secolo breve’’, hanno difeso la sovranità economica/ e l’indipendenza nazionale dall’imperialismo occidentale. Per il mondo non globalizzato la resistenza alla dottrina della ‘’guerra eterna’’ è una questione esistenziale: multipolarismo o morte, potremmo dire, del resto ha ragione il giornalista investigativo Michel Collon,‘’la società occidentale è una società di ladri’’.
Il Sionismo è l’ideologia della borghesia imperialista-militare del ventunesimo secolo, mentre il Transumanesimo è l’ideologia egemone nelle Università e nelle corporazioni-giornalistiche che dispone di un Capitale culturale: accademici e giornalisti, ‘’maschere di facciate’’ della borghesia medio-alta e semi-colta, rappresentano i sacerdoti dell’anglobalizzazione. L’imperialismo dell’idiozia.
Scrive l’analista strategico Pepe Escobar:
‘’È possibile che la Russia – insieme al vero Quartetto, come l’ho definito (con Cina, India e Iran) – stia prevalendo nella posta in gioco antropologica?
Il vero Quartetto ha tutte le carte in regola per sbocciare in un nuovo fulcro interculturale di speranza in un “mondo frammentato”.
Mescolate la Cina confuciana (non dualistica, senza divinità trascendenti, ma con il Tao che scorre in ogni cosa) con la Russia (cristiana ortodossa, che venera la divina Sophia); l’India politeista (ruota delle rinascite, legge del karma); e l’Iran sciita (l’Islam preceduto dallo Zoroastrismo, l’eterna lotta cosmica tra Luce e Tenebre).
Questa unità nella diversità è certamente più attraente ed edificante dell’asse della Guerra Perenne.
Il mondo imparerà da essa? O, per citare Hegel – “ciò che impariamo dalla storia è che nessuno impara dalla storia” – siamo irrimediabilmente condannati?’’ 2
Se Mosca e Teheran vogliono combattere l’imperialismo anglo-sionista dall’esterno, Pechino vorrebbe annientare la mafia neoliberale/neocons dall’interno convertendo la nuova global class al multipolarismo. Una cosa è certa: l’imperialismo USA è il nemico principale, data la sua capacità di aprire più fronti d’aggressione neocoloniale nello stesso tempo. La battaglia fra Socialismo e Capitalismo, nel XXI sec., presenta una tappa intermedia ovvero la ‘’guerra eterna’’ degli anglosassoni contro l’idea stessa di nazione: i transumanisti del WEF, cercando di distruggere la genesi storica-culturale di un popolo, dimostrano di non avere il senso della storia. Il post-modernismo di Harari, oltre ad essere fondato sull’eugenetica nazista (l’ideologo israeliano vorrebbe inebetire i ‘’poveri’’ con ‘’droghe e videogiochi’’), è una amnesia globalizzata.
Le mobilitazioni anti-neoliberiste in Francia e la resistenza popolare contro i dispositivi di sorveglianza basati sui crediti sociali (un meccanismo biopolitico perverso che ha trovato la sua applicazione in Canada ed Israele), mi permettono di ricordare la celebre frase di Mao Tse Tung: ‘’l’imperialismo è una tigre di carta’’. La nuova Architettura di potere può essere sconfitta.
https://www.scenariglobali.it/mondo/a-davos-pechino-respinge-il-neoliberismo-del-grande-reset/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-pepe_escobar__la_tempesta_perfetta_come_il_mondo_di_davos_cammina_nel_sonno_verso_la_terza_guerra_mondiale/8_48495/
Fonte foto: RaiNews (da Google)