La dottrina della “guerra eterna” si estende in Israele?

L’Operazione ‘’Tempesta di Al Aqsa’’ ha causato uno shock ai vertici del regime israeliano, perché colpendo cinquanta postazioni logistiche dell’IDF la Resistenza palestinese ha dimostrato di poter fronteggiare, attraverso la ‘’guerriglia a-simmetrica’’, la dottrina della ‘’guerra ibrida’’ che Israele ha contribuito a diffondere nelle accademie militari.

L’operazione militare guidata dalle Brigate Al Qassam, l’ala militare filo-iraniana di Hamas, e dalla Jihad Islamica, si collocano in un contesto d’intelligence preciso: l’8 settembre, il Teheran Times ha ottenuto l’accesso all’archivio giudiziario israeliano, entrando in possesso di diverso ‘’materiale sensibile’’. Tutto ciò, dimostra quanto il deep state sionista sia diventato vulnerabile. Secondo il giornale iraniano, le fonti rivelano che “Netanyahu e sua moglie Sara soffrono di una malattia psichiatrica recidiva, che ha spinto un membro del partito [dell’opposizione] di Yair Lapid a rivolgersi alla magistratura per mettere in dubbio l’idoneità di Netanyahu a ricoprire il massimo incarico in ‘Israele’” 1. Il Teheran Times ha sottolineato che “sono trapelate più di 70 mila pagine di documenti giudiziari, alcuni dei quali recano sigilli segreti e top-secret, che sono in fase di revisione ed analisi”. Qualora queste rivelazioni dovessero essere confermate, potremmo concludere che l’apparato d’intelligence dello Stato ‘’per soli ebrei’’ presenta più buchi d’un pezzo di formaggio groviera.

 

Le conseguenze geopolitiche dell’Operazione ‘’Tempesta di Al Aqsa’’

La Resistenza libanese ha sottolineato l’importanza politica dell’operazione di Gaza. In una dichiarazione, Hezbollah Media Relation, ha elogiato gli eroi della Resistenza palestinese, facendo una breve disamina sulle ricadute geopolitiche dell’operazione militare:

“Questa operazione vittoriosa è una ritorsione decisiva ai crimini israeliani e alla continua aggressione alla santità e alla dignità del nostro popolo, nonché una nuova prova che la Resistenza militare è l’unica scelta di fronte all’occupazione israeliana”

“L’operazione è un messaggio alla nazione musulmana e araba, nonché alla comunità internazionale, in particolare a coloro che si stanno affrettando a normalizzare i legami con l’entità sionista. La causa palestinese è viva fino alla vittoria e alla liberazione” 2

L’imperialismo israeliano, umiliato militarmente da Hezbollah nel 2006, è (citando Mao) ‘’una tigre di carta’’. Come capì il Generale Charles De Gaulle, un esercito neocoloniale non può vincere una ‘’guerra di lunga durata’’ contro un popolo intero in armi. Per questa ragione – geopoliticamente – Teheran resiste alla dottrina della ‘’guerra eterna’’, mentre Tel Aviv ne verrà travolta. Al G20, Biden si è giocato la ‘’carta Modi’’ contro la Via della Seta cinese: rimpiazzare il multilateralismo col liberal-globalismo indiano, sistematizzato nella ‘’Via del Cotone’’. Una soluzione che avrebbe portato alla normalizzazione israeliana-saudita, stabilizzando le‘’borghesie vendi-patria’’ locali. Il complesso militare-industriale israeliano è cerebralmente morto? Qualora la lobby sionista dovesse abbracciare il ‘’cosmopolitismo’’, gli Stati Uniti potrebbero estendere allo Stato israeliano la dottrina della ‘’guerra eterna’’. Leggiamo, il Presidente della Rete Voltaire, Thierry Meyssan:

‘’Dopo l’11 settembre 2001 (fatta eccezione per la parentesi Trump), il Pentagono mette in atto la dottrina Rumsfeld/Cebrowski: adattare le forze armate USA alle esigenze del capitalismo finanziario e della globalizzazione degli scambi. Per cominciare, lo stato-maggiore USA si è posto l’obiettivo di distruggere tutte le strutture statali della regione – salvo quelle di Israele, Libano e Giordania – affinché le multinazionali possano sfruttare le risorse naturali, senza incorrere in ostacoli di ordine politico. Ecco che il processo distruttivo comincia in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria e Yemen. Le guerre scatenate in questi Paesi ci sono state vendute come “rivoluzioni”, ma nessuna lo era. Guerre che dovevano durare qualche settimana, ma mai concluse (la “guerra senza fine”), e che ora vogliono fare passare come “guerre civili”. Da due anni il procedimento è stato esteso al Libano. Questa volta però senza il ricorso diretto alle armi. La carta dello stato-maggiore USA pubblicata nel 2005 è stata quindi modificata. È perciò legittimo ipotizzare che una simile calamità possa allargarsi a Israele.’’ 3

Il terrorismo statunitense ha recentemente colpito la Siria, manipolando i tagliagole wahabiti. Washington non può sopravvivere senza la ‘’guerra totale’’, un nuovo modo d’intendere la guerra che esclude tanto i ‘’vincitori’’ quanto i ‘’vinti’’, mondializzando la crudeltà delle antiche pratiche razziali evangeliche-puritane. Le guerre del ventunesimo secolo perseguono un solo obiettivo: la distruzione.

Incapace di realizzare attraverso la Teo-politica la ‘’Grande Israele’’, in quanto ingranaggio della controrivoluzione mondiale, Tel Aviv da Stato-laboratorio dell’imperialismo USA potrebbe essere travolta dalla ‘’guerra civile’’, conoscendo le stesse calamità che per decenni ha riversato sulle popolazioni arabe e musulmane. Gli Stati Uniti non hanno alleati, ma soltanto ostaggi.

https://www.infopal.it/esclusivo-liran-ha-ottenuto-laccesso-a-diversi-documenti-segreti-dellufficio-di-netanyahu/

https://ilfarosulmondo.it/resistenza-libanese-elogia-operazione-gaza/

https://www.voltairenet.org/article213126.html

Israele, attacco di Hamas da Gaza. Netanyahu: 'Siamo in guerra' - la  Repubblica

Fonte foto: La Repubblica (da Google)

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