La centralità del sionismo si colloca
all’interno dello studio delle dottrine militari del ventunesimo secolo; nella
fattispecie la dottrina Rumsfeld/Cebrowski, denominata dai tecnici del
Pentagono ‘’guerra infinita ‘’. Da almeno vent’anni, il complesso
militare-industriale USA la applica al Medio Oriente, cercando di estenderla
senza successo all’Asia ed al Bacino dei Caraibi. Lo ‘’stato profondo ‘’
(Pentagono, CIA/NSA, FBI e le altre agenzie d’intelligence) opera come
centro decisionale autonomo, esautorando la Casa Bianca da qualsiasi decisione
strategica.
Dopo l’11 settembre 2001 (11/9),
l’imperialismo USA ha perseguito un duplice obiettivo:
- La transizione dal capitalismo finanziario a
quello ‘’parassitario’’ della sorveglianza.
- Il rilancio di una politica imperialista,
basata sul superamento dello ‘’scontro di civiltà’’.
In assenza di documenti ufficiali (prima delle rivelazioni di Wikileaks e della Rete Voltaire), le cose vennero chiarite con la pubblicazione, da parte del colonnello Ralph Peters, della carta del ‘’rimodellamento’’ del ‘’Medio Oriente allargato’’. L’imperialismo USA pianificò la distruzione delle infrastrutture statuali nate a seguito della colonizzazione franco-britannica, senza distinguere fra ‘’alleati’’ ed ‘’avversari strategici’’; Washington non ha alleati, ma solo ostaggi, nonostante ciò Israele avrebbe assunto un ruolo chiave nel rilancio della ‘’guerra globale’’.
La realizzazione del progetto teorizzato da
Peters, prevedeva che venissero consumati crimini atroci; un’idea dell’imperialismo,
contemplata nella ‘’guerra non convenzionale’’, che va ben oltre il
colonialismo tradizionale. Un ruolo centrale venne assunto dall’Ufficio di
Trasformazione della Forza, creato da Donald Rumsfeld e diretto
dall’ammiraglio Arthur Cebrowski, al quale venne affidato il compito di
trasformare le forze armate statunitensi. Vennero poste le basi per le guerre
del nuovo millennio. L’analista strategico Thierry Meyssan ha sintetizzato la
dottrina militare di Arthur Cebrowski, allargando la propria analisi alle
conseguenze geopolitiche:
‘’L’insegnamento impartito
da Cebrowski nelle accademie militari era piuttosto semplice: l’economia
mondiale si stava globalizzando; per rimanere la prima potenza mondiale, gli
Stati Uniti dovevano adattarsi al capitalismo finanziario. Il mezzo migliore
era garantire ai Paesi sviluppati lo sfruttamento delle risorse naturali dei
Paesi poveri, senza dover affrontare ostacoli politici. Partendo da questo
presupposto, divise il mondo in due: da un lato le economie globalizzate
(incluse Russia e Cina), destinate a essere mercati stabili e, dall’altro, i
Paesi rimanenti, che avrebbero dovuto essere privati delle strutture statali e
fatti precipitare nel caos, in modo che le multinazionali potessero sfruttarne
le ricchezze senza incontrare resistenze. Per conseguire il risultato, i popoli
non-globalizzati devono essere divisi secondo criteri etnici e manovrati
ideologicamente.’’ 1
L’area arabo-musulmana, dal
Marocco al Pakistan, esclusi lo Stato ‘’per soli ebrei’’ ed il ‘’micro-Stato’’
giordano, sarebbero stati travolti da una ondata di caos, ‘’caos
creativo’’ secondo il linguaggio dei neoconservatori. La borghesia
imperialista USA non era più interessata allo sfruttamento delle risorse;
perseguendo l’intento perverso di dividere il lavoro su scala pan-planetaria
schiavizzando i Paesi esterni alle economie globalizzate, Washington ha
dichiarato guerra all’idea stessa di Nazione.
La guerra del ventunesimo
secolo non contempla – per il Pentagono – né la politica (es. capitalismo Vs
socialismo) e né la religione (es. cristiani Vs musulmani), ma viene combattuta
con la sola finalità di ‘’distruggere’’. Continua il Presidente della Rete
Voltaire:
‘’Ciò
comportava cambiamenti tattici nel modo di condurre la guerra, visto che non si
trattava, come in precedenza, di ottenere la vittoria, ma di portare avanti una
«guerra senza fine», secondo l’espressione del presidente George W. Bush. In
effetti, le guerre iniziate dopo l’11 Settembre su cinque fronti sono tutt’ora
in corso: in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria e Yemen.’’ (Ibidem)
Tutto ciò va al di là dell’interpretazione dei governi filo-statunitensi. L’assistente dell’ammiraglio Cebrowski, Thomas Barnett, compendiò queste tesi in un libro ‘’La mappa del Pentagono’’, esposte al grande pubblico dallo storico Bernard Lewis. L’aggressione imperialista alla Federazione Russa e la follia genocida del sionismo-revisionista rientrano in questo progetto, un piano criminale che prende le mosse da Leo Strauss, ideologo ebreo e filo-fascista, il quale ritenne che il futuro dell’Umanità dovesse essere una dittatura liberal-globalista mondiale. Fu lui, non altri, il vero ispiratore della distopia capitalista di George Orwell.
Fonte: Rete Voltaire
Il genocidio, per gli anglosassoni ed il
sionismo-revisionista, non è un crimine, ma una opzione politica per
rimodellare alcune aree geografiche; una visione del mondo che ha trasformato
la borghesia metropolitana nella nuova global class (per dirla con
Giulietto Chiesa ‘’Super clan’’). L’imperialismo ‘’americano-sionista’’,
mondializzando il caos, ha perseguito la distruzione di una porzione del
pianeta.
Fonti:
- https://www.voltairenet.org/article213171.html