Il grande storico israeliano Zeev Sternhell lo scorso anno, davanti alla deriva nazionalistica e ultra-imperialista delle classi dirigenti israeliane dichiarò: ‘’In Israele cresce un razzismo vicino al nazismo e ai suoi inizi’’ 1. La dichiarazione è pesantissima perché viene da uno studioso non antisionista (quindi ben inserito nel mondo accademico) e specializzato nella storia dei fascismi europei. Continuiamo a seguire la pagina di Sternhell:
“L’elemento più importante di questa nuova giurisprudenza è una cosiddetta “legge dello stato-nazione”: è un duro atto costituzionale nazionalista, che il nazionalismo integralista maarassiano del passato non avrebbe rinnegato, che Madame Le Pen oggi non oserebbe proporre, e che il nazionalismo autoritario e xenofobo polacco e ungherese accoglierà con soddisfazione. Ecco dunque gli ebrei che dimenticano che il loro destino, dalla Rivoluzione francese, è legato a quello del liberalismo e dei diritti umani e che a loro volta producono un nazionalismo in cui si riconoscono facilmente i più duri degli sciovinisti in Europa“.
L’alleanza di Israele con l’estrema destra mondiale non passa soltanto per il neo-nazionalismo europeo, ma comprende settori importanti del neofascismo USA. L’ex banchiere della Goldman Sachs, Steve Bannon, è l’architetto della ‘’destra alternativa’’ la quale ruota attorno al presidente Trump ed al suo servilismo nei confronti dello stato israeliano. Chi sono gli ideologi di Bannon? ‘’I più notevoli di questi, oltre ai Mercer, sono i miliardari Charles e David Koch; la Heritage Foundation, il cofondatore di TD Ameritrade Joe Ricketts; e il venture capitalist Peter Thiel. Ci sono anche i più segreti finanziatori del suprematista bianco Richard Spencer, che ha rapporti con Bannon e Stephen Miller, scrittore e consigliere politico di Trump’’ 2. Il neofascismo, una volta marginale, è tornato ad essere la punta di diamante di Gladio grazie al sostegno di Tel Aviv e delle lobby ebraiche (AIPAC, LICRA, ecc …). Netanyahu è promotore di un ‘’modello’’ di stato etnico razzista (più nazista che fascista), e non ha mai disdegnato di finanziare gli evangelici costruttori della (falsa) etica puritana, vera ideologia dell’establishment USA.
Le elezioni legislative di aprile vedranno la borghesia sionista presentare due candidati con le mani sporche di sangue: Netanyahu ed il generale Benny Gantz. Il presidente uscente ha optato per l’alleanza coi razzialisti di Otzma Yehudit (Potere Ebraico). Ci sono due aspetti importanti da analizzare:
- Il movimento chiamato Potere Ebraico è l’erede dell’organizzazione terrorista statunitense del rabbino Meir Kahane (la Jewish Defense League), la quale vorrebbe instaurare una gerarchia fra le razze umane seppur con un ordine differente rispetto al nazismo. L’ebraismo riformato lo considera assimilabile alla dittatura hitleriana.
- La Rete Voltaire ci consegna una pregevole analisi storica del termine razzialismo: ‘’Il termine razzialismo fu introdotto da Joseph Arthur Gobineau (1816-1882), che scrive di “razzialismo evoluzionista” per significare che gli uomini sono di valore ineguale perché appartengono a razze ineguali. Per Pierre-André Taguieff, sociologo francese odierno, mentre il razzismo è un pregiudizio alla base di determinati comportamenti, il razzialismo fa riferimento alle teorie scientifiche sulla differenza tra le razze e vede le razze come creatrici della storia’’ 3. Il passaggio dal razzismo al razzialismo è una novità storica: Israele va verso il nazismo? Il sionismo, in quanto imperialismo muniti di una sovrastruttura etnica sciovinista e all’origine vagamente populista, ha eguagliato il fascismo, ma adesso siamo passati ad un livello addirittura peggiore.
La società israeliana, per colpa dei rabbini seguaci del Talmud di Babilonia, precipita nell’intolleranza verso qualsiasi minoranza; in Israele avviene una aggressione omofoba ogni dieci ore. Inoltre (ci segnala un sito di certo non politicizzato): ‘’Circa il 25% degli episodi omofobi denunciati – che includono aggressioni fisiche e verbali – è avvenuto in pubblico ’’ 4. Secondo l’assolutismo monoteista, la città di Sodoma (in ebraico Sdom) venne distrutta col fuoco a causa dei rapporti omosessuali intercorrenti fra uomini definiti – nei testi religiosi – ‘’ingiusti’’. La verità è che gli abitanti locali incapparono nel “castigo divino” per aver violato il sacro dovere dell’ospitalità; chiarito ciò, gli storici non riescono a dimostrare l’esistenza delle città di Sodoma e Gomorra, mentre lo studioso Shlomo Sand mette in discussione l’esistenza stessa del Regno d’Israele. Il sionismo religioso, con la delirante pretesa d’applicare letteralmente i precetti biblici, è un prisma deformante capace di condizionare negativamente la condotta di ebrei, cristiani e musulmani meno istruiti.
Il sionismo si è rivelato il collante fra una elite di provenienza asiatica (khazara) ed un popolo che ha subito la colonizzazione del proprio immaginario; l’Alt Right, con la sua idea di stato etnicamente omogeneo è al potere in Israele, Brasile ed Ucraina, due paesi impegnati nel pianificare guerre. Il popolo palestinese è la prima vittima di questa variante, particolarmente aggressiva, di nazionalismo territoriale.
In politica internazionale, Netanyahu cerca d’inserire l’imperialismo israeliano nei mercati asiatici mentre rilancia la guerra fra arabi e persiani. Con la Conferenza di Varsavia ha scavalcato Washington cercando di mettersi a capo della NATO araba contro lo sciismo rivoluzionario. Si tratta d’una mossa pericolosa per entrambi i gruppi dominanti: ‘’Gli Arabi saranno particolarmente furiosi di essere presentati in un’alleanza così aperta con Israele e la sua ostilità verso l’Iran. Si possono anche fare degli accomodamenti sotto traccia con Israele. Ma essere pubblicamente associati ad un Israele bellicista è qualcosa difficile da far digerire al loro popolo. Non sarebbe sorprendente se qualcuno abbandonasse la conferenza’’ 5. Lo scontro fra arabi e persiani è parte integrante del piano dei neoconservatori USA, ma la fascistizzazione dello Stato ‘’per soli ebrei’’ potrebbe accelerare la creazione di un nuovo polo reazionario. La partita si gioca sul duplice piano della geopolitica e del conflitto di classe; Teheran, con le prossime elezioni, difficilmente vedrà la rielezione di un riformista (moderato). Le forze contrarie alla globalizzazione conoscono gli attuali rapporti di forza e, con tutta probabilità, prenderanno le giuste contromisure.
Israele è dominato da un establishment ultrareazionario (in realtà si tratta di uno xeno-fascismo più vicino al nazionalismo hitleriano), l’impotenza della sinistra radicale ebraica, lontanissima dalla Resistenza palestinese e troppo spesso spocchiosa, è il vero problema del Medio Oriente, un’area geografica che (indubbiamente per colpa del colonialismo occidentale) vive nel caos da diversi decenni.
http://www.bocchescucite.org/zeev-sternhell-in-israele-cresce-un-razzismo-vicino-al-nazismo-ai-suoi-inizi/
http://aurorasito.altervista.org/?p=1723
https://www.voltairenet.org/article205395.html
https://www.gay.it/attualita/news/israele-omofobia-dati?fbclid=IwAR3IcrWA_bZZDgHOnk9nfT5X1yTIrqswF4NWqZz_INPScjBXDo7IdVdvIrU
https://www.ossin.org/iran/2457-netanyahu-chiede-agli-arabi-di-promuovere-l-interesse-comune-della-guerra-contro-l-iran
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