La Corea del Nord non rinuncerà mai alla sua potenza nucleare

Vladimir Putin ” Siamo categoricamente contro l’allargamento del “club” delle potenze nucleari 1). Xi Jinping opta per la denuclearizzazione dell’Asia orientale. Gli States ovviamente accettano la tesi di Putin, ma non quella cinese:una parte dell’Asia orientale non può essere denuclearizzata:quella dove stanno le forze armate americane.
La posizione americana ovviamente è fatta proprio dalla UE e dall’ONU. Il nuovo Presidente della Corea del Sud chiede ora a Kim se non la denuclearizzazione per lo meno la fine dei test per riprendere finalmente il dialogo tra Nord e Sud.

Il missile balistico lanciato il 14 maggio aveva raggiunto l’altezza di 2100 Km circa ed era caduto nel mar del Giappone in acque internazionali. Qualora avesse avuto come obiettivo l’isola di Guam a 4.500 Km. di distanza, avrebbe colpito in territorio americano una delle basi aeree usa che controlla minacciosamente con i suoi bombardieri tutta l’Asia orientale. Il salto di qualità tecnologico è enorme, ma per il momento ben lontano dal raggiungere gli 8.000 Km necessari per colpire gli Stati Uniti.
Condanna internazionale, ovviamente. Solo a Stati Uniti e ad Israele è permesso di infischiarsane del diritto internazionale.
Cina ed Usa, infatti, stanno preparando, come annunciato dall’ambasciatrice Usa all’ONU, una risoluzione di condanna con eventuali sanzioni supplementari 2).
Cià nonostante, Pyongyang, dopo cinque test nucleari, è vicina ad un nuovo test, il sesto.

L’ambasciatrice Nikki Haley ha dichiarato che Washington è “pronta ad aprire un dialogo” 3) qualora la Corea del Nord interrompa il suo progetto nucleare, ponendo fine a nuovi test.
La rappresentante Usa nulla ha detto su un possibile ritiro delle forze americane dal Giappone e dalla Corea del Sud. Gli States sono infatti “il gendarme del mondo che tutela la legalità e la pace”. Quindi la rappresentante degli States propone una sorta di disarmo unilaterale. Dico “disarmo” perché senza la sua potenza nucleare, la Corea del Nord sarebbe stata già aggredita. Tutelare la sua potenza nucleare è per Pyongyang una questione di sopravvivenza.
Perciò un accordo sarà possibile qualora entrambe le parti siano disposte ad un’intesa politica e militare che riguardi l’intera penisola e la sicurezza della indipendenza dello stato coreano.

E’ bene capire un punto decisivo. Il Consiglio di sicurezza il 16 maggio avrà pure condannato la Corea del Nord per il lancio del missile, ma Pyongyang non cesserà il suo progetto nucleare. Il direttore per gli affari asiatici del ministero degli esteri ha dichiarato agli ambasciatori del sud est asiatico che si continuerà a testare “diversificati e sofisticati armamenti nucleari fino a quando gli Usa e i suoi alleati non faranno la scelta giusta” 4)

“Scelta giusta”, “giuste condizioni”. Il frasario dei principali attori, Kim Yong-Un, Donald Trump, Moon Jang-Un appare piuttosto generico a volte per lasciar spazio alle trattative ma ciò che si vuole è invece molto chiaro. Non so quanto Trump sia disposto a cedere e allo stesso tempo non so, con quanta energia e partecipazione di popolo, Moon riesca nell’intento di disinstallare il micidiale sistema antimissili Thaad, inviso anche a Russia e Cina. Solo una cosa è certa. L’irriducibile e ben determinata resistenza di Pyongyang di non cedere sul nucleare, la quale proclama a chiare lettere che l’arma ha solo finalità difensive e che una guerra di distruzione e di autodistruzione non è nei suoi propositi.
La Corea del Nord formalmente è ancora in guerra con gli Stati Uniti. Nessun trattato di pace è stato firmato dopo il conflitto degli anni ’50 (50-53). Pyongyang forse – dico forse – è disposta a cedere sulla ricerca per i missili intercontinentali ma solo su un accordo reale di “coesistenza pacifica” che veda il ritiro del nucleare americano dall’Asia orientale, la fine delle sanzioni e il riconoscimento internazionale di stato nucleare.

La guerra è evitabile se tutti gli attori principali riusciranno a fare un passo indietro, con una partecipazione attiva di Russia e Cina. “Ma non si tocchi Kim” è l’ammonimento severo di Vladimir Putin. Nessuna precondizione, diplomazia e dialogo. Un’aggressione militare? “Conseguenze inimmaginabili” per Pechino.

NOTE
1) Repubblica.it ” Corea del Nord. Putin “Il lancio del missile è controproducente ma non si tocchi Kim” 15/5/17
2) TGcom24 ” Corea del Nord, USA e Cina preparano risoluzione di sanzioni all’Onu” 17/5/17
3) TGcom 24 articolo citato
4) skyTG24 “La Corea del Nord annuncia che contitinuerà ad eseguire test missilistici” 16/5/17

Wikipedia- Alwaght.com- Ansa Antonio Gianseni

L'immagine può contenere: 8 persone, persone sedute e spazio al chiuso

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.