L’offensiva
di Kursk, per quanto fallimentare data l’incapacità del “nazionalismo
integralista” ucraino di controllare qualsiasi territorio, è parte
integrante d’una escalation globale di violenza che vede l’imperialismo “americano-sionista”
rivestire, ancora una volta, il ruolo di gendarme mondiale. Washington, per
sopravvivere, ha bisogno della guerra: “eterna”, economica, d’intelligence
e cognitiva, una autentica statocrazia (dittatura dei militari)
imperialista.
Sul
fronte “mediorientale”, come avevamo previsto sull’Interferenza 1, non
c’è stata una risposta militare iraniana, nel breve periodo, al vile assassinio
del leader politico di Hamas a Teheran, nel cuore della capitale
islamica-sciita: l’Iran accelererà la transizione al multipolarismo (1)
intensificando la cooperazione militare, in termini di deterrenza, con la
Federazione Russia e (2)gli scambi commerciali con la Repubblica
Popolare Cinese, costruendo un capitalismo-islamico, social-monopolistico
e semi-indipendente. Dall’altra parte, la diplomazia d’intelligence iraniana-statunitense
indebolirà il sionismo-revisionista, compattando, nella Terra di
Palestina, una nuova classe dirigente islamica-nazionalista con venature
“socialdemocratiche”. Il complesso militare-industriale
israeliano è cerebralmente morto; sta consumando un infanticidio, distrugge
scuole ed ospedali, l’IDF stupra donne e spara a vista ai malati,
ciononostante tutto questo non è strategia militare, ma crimine. Tel Aviv, per
dirla con lo storico Norman G. Finkelstein è “uno Stato pazzo”, considera
il genocidio in quanto opzione politica e il subumano come orizzonte
culturale. Come hanno osservato, coraggiosamente, diversi opinionisti politici:
“Netanyahu è il grande Hitler del nostro tempo”. Lo Stato cinese,
garante della transizione al multipolarismo economico, supervisionerà la fine
politica di Netanyahu. Una parte degli Oppressi, sostenuti dagli Attori della
transizione ad un mondo multipolare, saranno legittimati a chiedere la testa di
Netanyahu e Zelensky, i dittatori post-moderni più pericolosi del
pianeta.
Il
significato politico dell’aggressione imperialista Kiev/CIA/Mossad a Kursk
Secondo
l’analista strategico Andrew Korybko c’è un metodo politico dietro la follia
militare dell’Ucraina, ovvero un progetto sub-imperialista appoggiato
dagli Stati Uniti. Leggiamo:
“Alcune
di queste aree rientrano nelle moderne regioni di Bryansk, Kursk e Belgorod,
che sono in prima linea in quella che potrebbe rivelarsi una più ampia
offensiva ucraina se Kiev espandesse la portata del suo attacco per includere
le due regioni confinanti con Kursk, come alcuni ipotizzano che stia prendendo
in considerazione. Per quanto riguarda le altre aree, sono molto indietro
rispetto alle linee del fronte del Donbass nelle moderne regioni di Voronezh,
Rostov e Krasnodar e sono quindi impossibili da minacciare attraverso qualsiasi
forza di terra, a differenza delle tre sopra menzionate.
Il
metodo politico dietro quella che viene presentata come la follia militare
dell’Ucraina (e non senza ragione, considerando quanto ciò possa rivelarsi
controproducente) è quindi quello di affermare le sue rivendicazioni
tacitamente rilanciate dall’inizio di quest’anno. Questo ha lo scopo di
aumentare il morale in patria e contrastare il messaggio internazionale della
Russia. Il primo è auto-esplicativo, mentre il secondo riguarda il ricordare al
mondo la breve esistenza dell’UPR e le relative rivendicazioni sul territorio
russo moderno.” 2
Un
“urrà finale” che sarà il preludio dell’avanzata militare russa nel
Donbass; nessuno, nei prossimi mesi, potrà salvare il governo ucraino-fascista,
nemmeno una ipotetica vittoria elettorale del clown sionista Donald Trump. Ha
ragione il presidente Putin, i “nazionalisti integralisti” hanno avviato
un disperato tentativo di disgregare la società russa, una manovra che, alla
prova dei fatti, si è rivelata un aborto politico e militare. Kiev, mentre
riceve il supporto logico del Mossad, rivendica il progetto
imperialistico di Stephan Bandera, uno dei peggiori antisemiti del secolo
scorso. Dall’altra parte, l’obiettivo primario di Washington è rimasto
invariato: balcanizzare la Russia, utilizzando il nazismo come preservativo. La
famiglia Biden, dal demente senile Joe al tossico dipendente Hunter e la Fondazione
Clinton hanno ereditato la disonorevole storia dei “volenterosi
carnefici (anglosassoni) di Hitler”, facilitatori della Shoah.
Scrive sul World Socialist Web Site (WSWS), il giornalista
investigativo Andre Damon:
“Putin
ritiene certamente che un’eventuale presidenza Trump ridurrebbe il
coinvolgimento diretto degli Stati Uniti e della NATO nella guerra contro la
Russia. Ma è stata l’amministrazione Trump ad autorizzare la vendita diretta di
armi da parte degli Stati Uniti e della NATO all’Ucraina, elemento così
fondamentale per la preparazione dell’attuale guerra. Indipendentemente
dall’esito delle elezioni presidenziali americane, l’imperialismo statunitense
è determinato a sottomettere l’intera ex Unione Sovietica, indipendentemente
dal costo in vite umane. L’offensiva di Kursk fa parte di un’esplosione globale
di violenza imperialista in tutto il mondo, diretta non solo contro la Russia,
ma anche contro Cina e Iran. Lunedì gli Stati Uniti hanno annunciato lo
spiegamento di un gruppo di navi da guerra in Medio Oriente che minacciano
l’Iran, chiarendo che l’attuale escalation militare globale si sta verificando
in tutto il mondo.” 3
Putin,
statista politico di prim’ordine, non dismetterà lo sradicamento “d’una
banda di drogati e neonazisti”, ciononostante la “coesistenza pacifica”
è una chimera ideologica di chi vorrebbe declinare il multipolarismo
all’interno del capitalismo, circoscrivendo la decolonizzazione al mondo degli
affari“win-win”. Soltanto la transizione ad una economia pianificata, su
scala continentale, salverà il mondo dall’Armageddon termo-nucleare. Il
pianeta, per salvarsi, avrebbe bisogno della rinascita del primo Stato
multietnico ed antimperialista della Storia: l’Unione Sovietica.
Conclude
Damon:
“Non
c’è soluzione all’escalation della guerra imperialista se non costruendo un
movimento di massa contro la guerra, basato sulle tradizioni della Rivoluzione
d’Ottobre, che unisca i lavoratori di Europa, Asia, America e del mondo intero
nella lotta per rovesciare il sistema capitalista. sistema che è la causa
fondamentale della guerra imperialista.” (Ibidem)
L’unipolarismo
preventivo di Kiev e Tel Aviv ha provocato, nel Donbass ed a Gaza, un
infanticidio; queste sono le conseguenze del capitalismo, per dirla con Ernesto
Guevara “il genocida più rispettato del pianeta”. L’impero “americano-sionista”
d’Occidente deve essere distrutto.
Fonte foto: The Time of Israel (da Google)