L’attacco subito dal Kazakistan, il 2 gennaio 2022, ha visto l’applicazione della dottrina del caos creativo nella regione caucasica. Consapevoli della sconfitta siriana, gli USA hanno trasferito i terroristi affiliati alla Confraternita dei Fratelli Musulmani al confine con la Federazione Russa, proiettando la dottrina dell’Arco della Crisi utilizzata alla fine degli anni ’70 nel ventunesimo secolo. Mosca, che sia URSS o Federazione Russa, rimane il nemico principale degli eccezionalisti del Pentagono.
Gli Stati Uniti stanno realizzando (non senza umilianti sconfitte, es. Siria e Bielorussia) il piano della RAND Corporation il quale – secondo l’analista strategico Thierry Meyssan – ha percorso sei tappe: la CIA ha ‘’1. armato l’Ucraina; 2. sostenuto gli jihadisti in Siria; 3. tentato di cambiare regime in Bielorussia; 4. sfruttato le tensioni nel Caucaso del sud con l’attacco dell’Azerbaijan all’Armenia ; ora tenta di ridimensionare l’influenza di Mosca in Kazakistan – fase 5 – e successivamente dovrebbe misurarsi con la Russia in Transnistria – fase 6.’’ 1 Russia e Cina, combinando la loro nuova strategia militare con l’ideologia antimperialista dell’Asse sciita della Resistenza, hanno costretto Washington a dismettere la dottrina della ‘’guerra eterna’’ in Siria. Ciononostante l’amministrazione Biden non ha nessuna intenzione di voler rispettare la Carta delle Nazioni Unite: l’Occidente, dopo aver instaurato la ‘’società del controllo ‘’, sta riorganizzando il colonialismo termonucleare contro l’Unione Euroasiatica.
Alcuni anni addietro, l’attuale presidentessa in carica del Senato kazako, Dariga Nazarbaeva, aveva assegnato a Thierry Meyssan un premio per il suo lavoro di giornalista. Il presidente della Rete Voltaire, sfruttando i suoi contatti con l’intelligence russa e kazaka, ha ricostruito il legame intercorrente fra l’opposizione antipatriottica e l’imperialismo francese, inquadrando uno scenario interconnesso a quello ucraino:
‘’In passato, l’ex ministro dell’Energia, l’oligarca Mukhtar Ablyazov, insieme al genero del presidente Nzerbayev, Rakhat Aliyev, ha fondato un partito d’opposizione (non riconosciuto): Scelta Democratica del Kazakistan (QDT). Insieme hanno tentato di rovesciare Nazerbayev, aiutati da George Soros. Aliyev è morto nel 2015 in prigione in Austria, Ablyazov è andato invece in esilio, prima nel Regno Unito, poi in Francia. Arrestato diverse volte in Unione Europea per omicidio commesso in Russia, non è mai stato estradato. Ha ottenuto asilo politico in Francia e da un anno risiede a Parigi. Sin dal primo giorno di rivolta Ablyazov ha lanciato un appello per rovesciare il regime, ossia per liberarsi non soltanto del presidente in carica Tokayev, ma anche dell’ex presidente Nursultan Nazarbayev, ufficialmente ritiratosi dalla vita pubblica ma che continua a esercitare molta influenza.’’ (Ibidem)
I neoconservatori francesi sono nazionalisti di cartapesta: scimmiottando la dottrina del Destino Manifesto, la Francia ha rinnegato il lascito anti-coloniale del generale antifascista Charles De Gaulle, diventando il cane da guardia di Washington ed il portavoce delle istanze israeliane. Nel giro di pochi anni, i sionisti-conservatori dell’Eliseo hanno trasformato Parigi in una semi-colonia del Pentagono, equiparando l’idea di Patria alla carcassa politica dei fascismi.
Nel ’92, gli Stati Uniti tentarono di estendere i loro progetti neocoloniali verso la Transnistria reclutando bande di mercenari neofascisti dalle carceri rumene: il coraggio d’una popolazione, fedele al modello sovietico, ha fatto fallire il progetto della CIA. Tutto torna, ma diversamente, ciononostante la ‘’sinistra’’ europea dimentica in fretta.
L’anticomunismo dell’elite ha provocato la crisi in Kazakistan
Il tentativo di ‘’rivoluzione colorata’’ non deve silenziare la voce dei lavoratori kazaki. E’ chiaro che la situazione in Kazakistan è una diretta conseguenza della tragedia che ha colpito le nazioni ‘’non allineate’’ trent’anni fa: la distruzione pianificata dell’Unione Sovietica. Lo sgretolamento dell’URSS ha rigettato una parte del pianeta sotto ricatto statunitense trasformando ‘’Stati sociali’’ in precedenza dinamici in autentiche Repubbliche delle banane: Washington è diventato lo strozzino dei nuovi paesi sottosviluppati.
Il Comitato Centrale del Partito comunista della Federazione Russa (KPRF) ha pubblicato una dichiarazione in sostegno dei lavoratori kazaki, distinguendo le istanze operaie dalla destabilizzazione imperialista (la contraddizione principale):
‘’Nei libri di scuola, i giovani kazaki imparano a conoscere il “colonialismo russo” e il “sanguinoso totalitarismo sovietico”. Fu ufficialmente lanciata una campagna per riabilitare completamente le “vittime della repressione”, compresi i sostenitori di Hitler. Furono eretti monumenti in memoria di personaggi come Mustafa Shokaj, un collaborazionista dei nazisti. A loro furono intitolate strade e scuole. Le autorità acuirono le speculazioni sull’argomento dell’”Holodomor kazako”, distorcendo grossolanamente i fatti storici. Le forze nazionaliste vicine al governo chiesero direttamente il riconoscimento della carestia come “genocidio” e la “decomunistizzazione definitiva”.‘’
‘’Infatti, piegandosi alle pretese dei nazionalisti, il governo del Kazakistan distrugge metodicamente l’opposizione di sinistra. I comunisti e i sindacati indipendenti subirono forti pressioni. In tale contesto si verificò lo sconvolgimento sociale nel Paese. L’improvviso raddoppio del prezzo del gas liquefatto ne è causa diretta.’’ 2
Il governo kazako, per quanto ‘’non allineato’’, rimane uno dei tanti ‘’figli bastardi’’ e ‘’non riconosciuti’’ dell’imperialismo occidentale: l’anticomunismo è il male assoluto del ventunesimo secolo in quanto Cavallo di Troia dei neocons statunitensi (nei fatti neofascisti mascherati). Maidan 2.0, certo nonostante ciò la complessità della situazione presenta nuovi elementi da analizzare: le forze speciali russe sanno benissimo che è molto più semplice adescare le cellule terroristiche, replicando le operazioni psicologiche della CIA, invece di neutralizzarle 3. Mosca guadagna terreno anche nel campo dell’intelligence: dal 2014 è una novità da valutare positivamente.
L’integrazione delle borghesie nazionali all’interno dell’oligarchia mondiale rappresenta il sentiero oscuro che dal neoliberismo conduce al fascismo del ventunesimo secolo. Gli Stati Uniti non hanno nessuna intenzione di abbandonare l’eredità geopolitica di Hitler: distruggere la Russia, facendo sprofondare una porzione del pianeta nel caos. Il governo kazako, prima di fare affari con le multinazionali occidentali (compreso l’imperialismo italiano), avrebbe dovuto imparare la lezione del passato. Citando Ernesto ‘’Che’’ Guevara, dell’imperialismo non è possibile fidarsi ‘’nemmeno un poco’’.
https://www.voltairenet.org/article215270.html
http://aurorasito.altervista.org/?p=21971
https://www.voltairenet.org/article215269.html